I campionati nazionali sarebbero ridimensionati, nella mia ipotesi, ma di fatto in essi non resterebbero che le realtà di provincia.
Se si vuole che i campionati nazionali abbiano valore e lo aumentino, si mantiene l'attuale sistema e si cerca di migliorare.
Se invece vuoi fare una lega europea degna di tale nome deve essere una lega a tutti gli effetti e a più livelli, premeditata con tanto di promozioni e retrocessioni, includendo TUTTE le principali città del continente e le squadre che han fatto storia e mantenendo salvi alcuni principi che hanno sempre contraddistinto questo sport dalla sua fondazione: vincono i più bravi, non i più ricchi o i più famosi... non fai una "lega" a circuito quasi del tutto chiuso parallela a campionati nazionali che così perdono di ogni significato prima ancora sportivo.
Così com'è è stata concepita per far "banchettare" i colossi e ammazzare non solo i piccoli, ma anche i medi e semi-grandi da un punto di vista primariamente sportivo, e poi economico dato che la forbice non farà che aumentare senza poter essere in alcun modo colmata.
Essere contenti di questa superlega solo perché ci siamo dentro significa proprio solo guardare al proprio orticello. E' ipocrita colui che prima pontificava circa le insensate sperequazioni del calcio e delle sue regolamentazioni e ora festeggia perché la sua squadra potrà fare il bello e il cattivo tempo a discapito di altre.
Servirebbe un cambio di visione drastico, che nessuno è disposto a fare.
La soluzione migliore di tutte era costituire una "lega Europea" che in quanto tale (non federazione quindi, ma lega a fianco o fuori dalla federazione, come la Superleague adesso) obbligasse gli aderenti a sottoscrivere un contratto che obbligasse a condividere e a rispettare le regole del contratto (solo così la lega può obbligare le società a rispettarlo citandole in tribunale, altrimenti hai l'effetto del City che impugna i regolamenti UEFA sulla base del diritto civile).
Alla base di questa lega doveva esserci un salary cap basso (tipo 100-150 milioni l'anno per cartellini e ingaggi) in modo da permettere a quasi tutte le squadre della lega di competere vicino al limite del CAP. Le squadre che fatturavano 700 milioni avrebbero dovuto far utili o devolvere in beneficenza, offrire i biglietti gratuiti ai tifosi...
La questione della "libertà di impresa" lascia un pò il tempo che trova, in quanto l'aumento dei ricavi finisce al 90% in mano a giocatori e procuratori e non per "sviluppare il business", usati come clava per scavare vantaggi competitivi.
Il contro è che se sbagli acquisti sei nella melma per anni, che i tifosi del real o del PSG avrebbero visto pochi successi in quanto le realtà periferiche con meno pressioni, meno lustrini e pari budget avrebbero vinto più facilmente.
Fatto questo il formato delle competizioni poteva essere il più vario, tanto competizione ci sarebbe comunque stata.
Ma sarebbe stata realizzabile?
Le federazioni non si sarebbero opposte fermamente?
Quanto ci sarebbe voluto prima che nascesse un altra lega che portando il CAP a 300 milioni attirasse tutti i top?
E a quando la lega da 700?
Alla fine sempre qui si sarebbe finiti.
Il calcio "di una volta" aveva ragione di esitere quando una guadagnava 10 e l'altra 7.
Nel mondo dei ricavi da social e marketing quando una guadagna 700 e l'altra 50 non può esserci formula che garantisca competizione.
E provocare voragini di bilancio con una Pandemia ottiene il solo effetto chi può guadagnare di più tappando queste voragini lo faccia.