Il problema Gabri è che il male che sta colpendo il Milan, ovvero il male del capitalismo applicato al calcio, è nato con Berlusconi.
Colui che ha cambiato le regole del mondo del calcio è stato proprio lui.
Berlusconi trasformò il Milan da un club ad una società che doveva produrre spettacolo. Il Milan è stato un mezzo con cui Berlusconi ha fatto politica, televisione e quant'altro.
Naturalmente la situazione tragica in cui versa questo Paese, che è un problema più grande dello stesso Milan, ha fatto sì che la bolla speculativa scoppiasse negli anni 2000, portando la Serie A al disastro che conosciamo.
In sostanza, ci si è ritorto contro un mostro che noi stessi abbiamo contribuito a creare.
Aggiungici che le ultime politiche sportive SERIE in questo Paese sono state fatte in epoca fascista, e che dopo lo sport è diventato un qualcosa di mera speculazione (vedasi Italia 90), ed il quadro desolante è quasi completo.
Basta vedere la data degli impianti sportivi, per farsene un'idea.
Per completare il quadro, la sentenza Bosman ha messo gli ultimi chiodi sulla bara, poiché ha trasformato gli atleti in macchine da soldi, in aziende vere e proprie che firmano contratti con altre aziende macchine da soldi (i club) con lo stesso livello di interesse con cui firmano con gli sponsor delle scarpe.
Il resto è mera speculazione fatta da avvoltoi vari su un settore che di sportivo non ha più nulla.
Guarda Sam, io sono perfettamente d'accordo con te e parecchi tuoi pensieri, se non tutti, sono pure miei.
Sono perfettamente cosciente di quello che è stato Berlusconi per il Milan. Ci ha fatto attraversare un periodo d'oro, forse irripetibile, ma ci ha anche condannato.
Abbiamo sostanzialmente fatto un patto con il diavolo. Berlusconi per me rappresenta una delle principali sorgenti di degrado del paese, che già era in bilico. Il suo modo di fare ha fatto purtroppo breccia e quello che abbiamo intorno in questa scalcinata nazione lo dobbiamo anche a lui.
Per quanto riguarda il discorso Milan nello stretto, avevo già sollevato varie volte la questione, e cioè cosa è veramente il Milan.
Se i successi del Milan nello scorso trentennio sono una alterazione del club dovuta agli steroidi che ci ha iniettato Berlusconi, allora dobbiamo essere consapevoli di un ruolo da nobile decaduta. D'altra parte quando il Milan ha avuto una proprietà un attimo degna e passionale (Rizzoli) allora abbiamo vinto. Ma pure con delinquenti comunque ci siamo risollevati dalla serie B e abbiamo reso sopra ogni aspettativa, segno che nel Milan vi era qualcosa di particolare, come anima.
Molti ritengono che questo è un periodo, un ciclo negativo, poi ritorneremo.
Prima la pensavo anch'io così, ora non più. Perché secondo me si sta discutendo di altra roba, molto più grave. Il pericolo è perdere il treno in un ambiente sempre più competitivo, e non avere la possibilità di recuperare, come è successo a tanti altri club, Torino su tutti. Sì, magari vinci una coppetta itaglia ogni tanto, non oltre.
Non mi metto a dilungarmi, poi ci sarebbe il discorso altrettanto importante (se non fondamentale) di cosa sta diventando il calcio, cioè una macchina mangiasoldi senza partecipazione emotiva. Se le società di calcio sono assimilabili ad aziende multinazionali, come molti dicono (e sperano), allora il calcio non fa più per me.
Questo, per quanto mi riguarda, trancia in modo definitivo la mia passione.