Inchiesta Milan: cosa si cerca e niente riesame.

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La GDS in edicola conferma le news che abbiamo già riportato sull'analisi sui device degli indagati nell'inchiesta sul Milan e aggiunge: dopo le perquisizioni, è iniziata la fase dell’accertamento tecnico. Da lunedì 25 è infatti entrata nel vivo l’attività di estrapolazione dei dati, attraverso copie forensi, dai telefoni e dagli altri dispositivi informatici, come ad esempio i tablet, che sono stati sequestrati nell’inchiesta della Procura di Milano sul passaggio di proprietà del Milan, ceduto da Elliott a RedBird il 31 agosto 2022. Che cosa si cerca Si scava, in particolare, tra mail, messaggi, chat e altri documenti utili. A “guidare” la ricerca informatica è una lista di parole chiave, circa una quarantina, selezionate dai magistrati della Procura di Milano e fornite al Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza: si va da “Milan”, “RedBird” e “Elliott” a termini più specifici come “vendor loan”, il prestito concesso dal fondo della famiglia Singer a quello di Gerry Cardinale per completare l’acquisizione del Milan (560 milioni da restituire entro fine agosto 2025, interessi all’8%). Dalle analisi di questi giorni si attendono eventuali riscontri sull’ipotesi di reato a carico di Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, attuale e precedente amministratore delegato del Milan: ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Ovvero la Federcalcio. Che ha chiesto e ricevuto parzialmente gli atti dalla Procura di Milano. Al procuratore federale Giuseppe Chinè è stato inviato infatti il decreto di perquisizione eseguito lo scorso 12 marzo dalla Guardia di Finanza negli uffici di Casa Milan e nelle abitazioni private di Furlani e Gazidis, oltre che di un terzo soggetto, il cui nome non è ancora stato reso noto. Secondo gli inquirenti, i p.m. Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, dagli elementi acquisiti nelle indagini emergerebbe «l’ipotesi che il Fondo Elliott conservi il controllo sostanziale della società». Ipotesi che è stata seccamente smentita sia da Elliott che da RedBird. Niente riesame Le difese degli indagati, intanto, hanno deciso di non ricorrere al riesame contro le perquisizioni e i sequestri. I legali di Furlani e Gazidis avevano dieci giorni per proporre l’eventuale richiesta di riesame contro il decreto emesso il 12 marzo: i termini sono scaduti venerdì scorso. Resta in piedi l’ipotesi che gli indagati, attraverso il loro avvocato, abbiano presentato l’istanza di riesame per accedere agli atti, per poi decidere di rinunciare.


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—)
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—) Inchiesta Milan: cosa si cerca e niente riesame.


—) Giroud addio. Gyokeres pole, Zirkzee, Sesko, Gimenez...
 

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La GDS in edicola conferma le news che abbiamo già riportato sull'analisi sui device degli indagati nell'inchiesta sul Milan e aggiunge: dopo le perquisizioni, è iniziata la fase dell’accertamento tecnico. Da lunedì 25 è infatti entrata nel vivo l’attività di estrapolazione dei dati, attraverso copie forensi, dai telefoni e dagli altri dispositivi informatici, come ad esempio i tablet, che sono stati sequestrati nell’inchiesta della Procura di Milano sul passaggio di proprietà del Milan, ceduto da Elliott a RedBird il 31 agosto 2022. Che cosa si cerca Si scava, in particolare, tra mail, messaggi, chat e altri documenti utili. A “guidare” la ricerca informatica è una lista di parole chiave, circa una quarantina, selezionate dai magistrati della Procura di Milano e fornite al Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza: si va da “Milan”, “RedBird” e “Elliott” a termini più specifici come “vendor loan”, il prestito concesso dal fondo della famiglia Singer a quello di Gerry Cardinale per completare l’acquisizione del Milan (560 milioni da restituire entro fine agosto 2025, interessi all’8%). Dalle analisi di questi giorni si attendono eventuali riscontri sull’ipotesi di reato a carico di Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, attuale e precedente amministratore delegato del Milan: ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Ovvero la Federcalcio. Che ha chiesto e ricevuto parzialmente gli atti dalla Procura di Milano. Al procuratore federale Giuseppe Chinè è stato inviato infatti il decreto di perquisizione eseguito lo scorso 12 marzo dalla Guardia di Finanza negli uffici di Casa Milan e nelle abitazioni private di Furlani e Gazidis, oltre che di un terzo soggetto, il cui nome non è ancora stato reso noto. Secondo gli inquirenti, i p.m. Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, dagli elementi acquisiti nelle indagini emergerebbe «l’ipotesi che il Fondo Elliott conservi il controllo sostanziale della società». Ipotesi che è stata seccamente smentita sia da Elliott che da RedBird. Niente riesame Le difese degli indagati, intanto, hanno deciso di non ricorrere al riesame contro le perquisizioni e i sequestri. I legali di Furlani e Gazidis avevano dieci giorni per proporre l’eventuale richiesta di riesame contro il decreto emesso il 12 marzo: i termini sono scaduti venerdì scorso. Resta in piedi l’ipotesi che gli indagati, attraverso il loro avvocato, abbiano presentato l’istanza di riesame per accedere agli atti, per poi decidere di rinunciare.
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alexpozzi90

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Tra l'altro, la Cassazione ha recentemente detto che la "pesca a strascico" (ovvero iniziare un'indagine su basi inconsistenti e poi usare qualsiasi straccio di roba non collegata che si trovi) non è lecita, quindi cosa diavolo pensano di trovare? Più si va avanti, più sembro il classico abuso di potere delle procure.
 
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Per chi ne mastica.. la rinuncia al riesame come deve leggersi?
in questo caso mi risulta abbastanza incomprensibile, data la debolezza dell'impianto accusatorio. Evidentemente vogliono mostrarsi collaborativi e con nulla da nascondere. ALtre spiegazioni non trovo
 
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La GDS in edicola conferma le news che abbiamo già riportato sull'analisi sui device degli indagati nell'inchiesta sul Milan e aggiunge: dopo le perquisizioni, è iniziata la fase dell’accertamento tecnico. Da lunedì 25 è infatti entrata nel vivo l’attività di estrapolazione dei dati, attraverso copie forensi, dai telefoni e dagli altri dispositivi informatici, come ad esempio i tablet, che sono stati sequestrati nell’inchiesta della Procura di Milano sul passaggio di proprietà del Milan, ceduto da Elliott a RedBird il 31 agosto 2022. Che cosa si cerca Si scava, in particolare, tra mail, messaggi, chat e altri documenti utili. A “guidare” la ricerca informatica è una lista di parole chiave, circa una quarantina, selezionate dai magistrati della Procura di Milano e fornite al Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza: si va da “Milan”, “RedBird” e “Elliott” a termini più specifici come “vendor loan”, il prestito concesso dal fondo della famiglia Singer a quello di Gerry Cardinale per completare l’acquisizione del Milan (560 milioni da restituire entro fine agosto 2025, interessi all’8%). Dalle analisi di questi giorni si attendono eventuali riscontri sull’ipotesi di reato a carico di Giorgio Furlani e Ivan Gazidis, attuale e precedente amministratore delegato del Milan: ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Ovvero la Federcalcio. Che ha chiesto e ricevuto parzialmente gli atti dalla Procura di Milano. Al procuratore federale Giuseppe Chinè è stato inviato infatti il decreto di perquisizione eseguito lo scorso 12 marzo dalla Guardia di Finanza negli uffici di Casa Milan e nelle abitazioni private di Furlani e Gazidis, oltre che di un terzo soggetto, il cui nome non è ancora stato reso noto. Secondo gli inquirenti, i p.m. Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, dagli elementi acquisiti nelle indagini emergerebbe «l’ipotesi che il Fondo Elliott conservi il controllo sostanziale della società». Ipotesi che è stata seccamente smentita sia da Elliott che da RedBird. Niente riesame Le difese degli indagati, intanto, hanno deciso di non ricorrere al riesame contro le perquisizioni e i sequestri. I legali di Furlani e Gazidis avevano dieci giorni per proporre l’eventuale richiesta di riesame contro il decreto emesso il 12 marzo: i termini sono scaduti venerdì scorso. Resta in piedi l’ipotesi che gli indagati, attraverso il loro avvocato, abbiano presentato l’istanza di riesame per accedere agli atti, per poi decidere di rinunciare.

Dalla documentazione sequestrata?
 

alexpozzi90

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in questo caso mi risulta abbastanza incomprensibile, data la debolezza dell'impianto accusatorio. Evidentemente vogliono mostrarsi collaborativi e con nulla da nascondere. ALtre spiegazioni non trovo
Penso sia per evitare vendette della procura: molti si scandalizzeranno, ma i PM in 9/10 casi giocano sporco e non vedono di buon occhio chi li ostacola attivamente. Dato che non c'è più Berlusconi dietro, che sarebbe partito lancia in resta contro la procura, cercano di abbozzare. Ovviamente sanno che in tribunale sta roba manco ci arriva e anche se fosse, verrebbe disintegrata. :asd:
 
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