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Repubblica: proseguono le trattative per la vendita dello stadio San Siro, e l'ottimismo regna tra le parti, con l'obiettivo di chiudere l'accordo entro la fine di questa settimana. Tuttavia, diversi nodi restano da sciogliere.
Il prezzo di partenza è fissato a 197 milioni di euro, ma ci sono ancora dettagli da definire sui tempi e le modalità di pagamento. Il Comune ha rifiutato la richiesta di Inter e Milan di detrarre i costi di demolizione del Meazza dalla cifra finale. Un'apertura c'è sulle bonifiche, ma l'eventuale sconto verrebbe applicato solo dopo il 2030, una volta ultimati i lavori e riconsegnato il parco pubblico. Resta da stabilire in quante tranche verrà saldato l'importo totale.
Palazzo Marino insiste affinché la società veicolo acquirente includa direttamente Inter e Milan, e non solo i fondi proprietari Oaktree e RedBird. Questo per garantire che la cessione rientri nella legge sugli stadi, mantenendo il pubblico interesse. Si stanno anche studiando clausole per evitare speculazioni finanziarie sui terreni circostanti, prevedendo un divieto di rivendita delle aree o di cessione dei diritti edificatori. Al rogito, Inter e Milan dovranno inoltre rinunciare alle ipotesi di Rozzano e San Donato per i loro nuovi stadi.
Le tempistiche sono serrate: il rogito dovrà avvenire entro il 10 novembre, data in cui scatterebbe il vincolo sul secondo anello. A livello istituzionale, l'atto di cessione dovrà ottenere l'ok della giunta di Palazzo Marino. Alcuni consiglieri chiedono un voto dell'Aula, anche se non obbligatorio. L'ultimo passo sarà l'attivazione della Conferenza dei servizi.
Mercoledì, al tavolo delle trattative, si sono seduti anche il Sindaco Sala, il presidente del Milan Paolo Scaroni e i top manager dei fondi proprietari, inclusa Katherine Ralph di Oaktree, un chiaro segnale della volontà di accelerare i tempi.
Il prezzo di partenza è fissato a 197 milioni di euro, ma ci sono ancora dettagli da definire sui tempi e le modalità di pagamento. Il Comune ha rifiutato la richiesta di Inter e Milan di detrarre i costi di demolizione del Meazza dalla cifra finale. Un'apertura c'è sulle bonifiche, ma l'eventuale sconto verrebbe applicato solo dopo il 2030, una volta ultimati i lavori e riconsegnato il parco pubblico. Resta da stabilire in quante tranche verrà saldato l'importo totale.
Palazzo Marino insiste affinché la società veicolo acquirente includa direttamente Inter e Milan, e non solo i fondi proprietari Oaktree e RedBird. Questo per garantire che la cessione rientri nella legge sugli stadi, mantenendo il pubblico interesse. Si stanno anche studiando clausole per evitare speculazioni finanziarie sui terreni circostanti, prevedendo un divieto di rivendita delle aree o di cessione dei diritti edificatori. Al rogito, Inter e Milan dovranno inoltre rinunciare alle ipotesi di Rozzano e San Donato per i loro nuovi stadi.
Le tempistiche sono serrate: il rogito dovrà avvenire entro il 10 novembre, data in cui scatterebbe il vincolo sul secondo anello. A livello istituzionale, l'atto di cessione dovrà ottenere l'ok della giunta di Palazzo Marino. Alcuni consiglieri chiedono un voto dell'Aula, anche se non obbligatorio. L'ultimo passo sarà l'attivazione della Conferenza dei servizi.
Mercoledì, al tavolo delle trattative, si sono seduti anche il Sindaco Sala, il presidente del Milan Paolo Scaroni e i top manager dei fondi proprietari, inclusa Katherine Ralph di Oaktree, un chiaro segnale della volontà di accelerare i tempi.
