Stadio: si slitta a giugno. Comitati in pressing

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Era atteso per fine aprile, inizi di maggio, ma il dossier di Milan e Inter che deve servire da base per il dibattito pubblico non arriverà prima di metà giugno. Il motivo? Le squadre intendono incontrare prima il coordinatore del dibattito in modo da integrare il dossier in base alle sue richieste. D’altra parte anche il coordinatore del dibattito pubblico, sebbene sarà individuato dal Comune entro settimana prossima, non potrà entrare in caricafino a che non verrà approvato il bilancio preventivo previsto per la fine di maggio. Il motivo? Il congelamento dei 200 milioni di spesa «congela» anche il coordinatore fino a che i conti non torneranno in ordine.

L’impressione è che ancora una volta si sia arrivati a una situazione di stallo e che nessuno abbia intenzione di spingere troppo sull’acceleratore in attesa di capire due cose: come andrà a finire il campionato che vede i rossoneri e i nerazzurri confrontarsi fino all’ultima partita ma anche come andrà a finire la trattativa per la cessione del Milan, tra gli arabi di Investcorp e gli americani di RedBird, e se il nuovo acquirente confermerà la volontà di condividere una stadio insieme all’Inter o se ne voglia uno tutto per sé. Ipotesi, quest’ultima, ritenuta fantasiosa dalle parti in causa, anche perché la due diligence è stata fatta sulla base della situazione attuale, quella che vede le due squadre insieme per la realizzazione del nuovo impianto. Mentre resta in piedi quello che il presidente del Milan, Paolo Scaroni va ripetendo da settimane, ossia che l’ipotesi Sesto è sempre presente e per il Milan se ne sta occupando Beppe Bonomi, il manager che tra gli incarichi ha ricoperto anche quello di amministratore delegato di Milano Sesto, la società che si occupa della rigenerazione delle aree ex Falk.

Intanto, il Comitato Sì Meazza ha annunciato una nuova assemblea pubblica per il 28 maggio al cinema Anteo. «Dopo quasi tre anni dall’avvio di questa vicenda — scrive il Comitato — il progetto edilizio speculativo a San Siro è in grave difficoltà. Siamo oggi a un punto di svolta, ed occorrono nuove iniziative per far andare avanti la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello stadio Meazza». Tra le ipotesi anche nuove azioni in campo legale e il punto sul ricorso al Tar.
 
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Era atteso per fine aprile, inizi di maggio, ma il dossier di Milan e Inter che deve servire da base per il dibattito pubblico non arriverà prima di metà giugno. Il motivo? Le squadre intendono incontrare prima il coordinatore del dibattito in modo da integrare il dossier in base alle sue richieste. D’altra parte anche il coordinatore del dibattito pubblico, sebbene sarà individuato dal Comune entro settimana prossima, non potrà entrare in caricafino a che non verrà approvato il bilancio preventivo previsto per la fine di maggio. Il motivo? Il congelamento dei 200 milioni di spesa «congela» anche il coordinatore fino a che i conti non torneranno in ordine.

L’impressione è che ancora una volta si sia arrivati a una situazione di stallo e che nessuno abbia intenzione di spingere troppo sull’acceleratore in attesa di capire due cose: come andrà a finire il campionato che vede i rossoneri e i nerazzurri confrontarsi fino all’ultima partita ma anche come andrà a finire la trattativa per la cessione del Milan, tra gli arabi di Investcorp e gli americani di RedBird, e se il nuovo acquirente confermerà la volontà di condividere una stadio insieme all’Inter o se ne voglia uno tutto per sé. Ipotesi, quest’ultima, ritenuta fantasiosa dalle parti in causa, anche perché la due diligence è stata fatta sulla base della situazione attuale, quella che vede le due squadre insieme per la realizzazione del nuovo impianto. Mentre resta in piedi quello che il presidente del Milan, Paolo Scaroni va ripetendo da settimane, ossia che l’ipotesi Sesto è sempre presente e per il Milan se ne sta occupando Beppe Bonomi, il manager che tra gli incarichi ha ricoperto anche quello di amministratore delegato di Milano Sesto, la società che si occupa della rigenerazione delle aree ex Falk.

Intanto, il Comitato Sì Meazza ha annunciato una nuova assemblea pubblica per il 28 maggio al cinema Anteo. «Dopo quasi tre anni dall’avvio di questa vicenda — scrive il Comitato — il progetto edilizio speculativo a San Siro è in grave difficoltà. Siamo oggi a un punto di svolta, ed occorrono nuove iniziative per far andare avanti la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello stadio Meazza». Tra le ipotesi anche nuove azioni in campo legale e il punto sul ricorso al Tar.
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Era atteso per fine aprile, inizi di maggio, ma il dossier di Milan e Inter che deve servire da base per il dibattito pubblico non arriverà prima di metà giugno. Il motivo? Le squadre intendono incontrare prima il coordinatore del dibattito in modo da integrare il dossier in base alle sue richieste. D’altra parte anche il coordinatore del dibattito pubblico, sebbene sarà individuato dal Comune entro settimana prossima, non potrà entrare in caricafino a che non verrà approvato il bilancio preventivo previsto per la fine di maggio. Il motivo? Il congelamento dei 200 milioni di spesa «congela» anche il coordinatore fino a che i conti non torneranno in ordine.

L’impressione è che ancora una volta si sia arrivati a una situazione di stallo e che nessuno abbia intenzione di spingere troppo sull’acceleratore in attesa di capire due cose: come andrà a finire il campionato che vede i rossoneri e i nerazzurri confrontarsi fino all’ultima partita ma anche come andrà a finire la trattativa per la cessione del Milan, tra gli arabi di Investcorp e gli americani di RedBird, e se il nuovo acquirente confermerà la volontà di condividere una stadio insieme all’Inter o se ne voglia uno tutto per sé. Ipotesi, quest’ultima, ritenuta fantasiosa dalle parti in causa, anche perché la due diligence è stata fatta sulla base della situazione attuale, quella che vede le due squadre insieme per la realizzazione del nuovo impianto. Mentre resta in piedi quello che il presidente del Milan, Paolo Scaroni va ripetendo da settimane, ossia che l’ipotesi Sesto è sempre presente e per il Milan se ne sta occupando Beppe Bonomi, il manager che tra gli incarichi ha ricoperto anche quello di amministratore delegato di Milano Sesto, la società che si occupa della rigenerazione delle aree ex Falk.

Intanto, il Comitato Sì Meazza ha annunciato una nuova assemblea pubblica per il 28 maggio al cinema Anteo. «Dopo quasi tre anni dall’avvio di questa vicenda — scrive il Comitato — il progetto edilizio speculativo a San Siro è in grave difficoltà. Siamo oggi a un punto di svolta, ed occorrono nuove iniziative per far andare avanti la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello stadio Meazza». Tra le ipotesi anche nuove azioni in campo legale e il punto sul ricorso al Tar.
Duemilacredici
 

Milo

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Lo stadio verrà fatto se ci comprano e se verrà fatto fuori da Milano, del dibattito mi frega meno di 0
 

Super_Lollo

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Era atteso per fine aprile, inizi di maggio, ma il dossier di Milan e Inter che deve servire da base per il dibattito pubblico non arriverà prima di metà giugno. Il motivo? Le squadre intendono incontrare prima il coordinatore del dibattito in modo da integrare il dossier in base alle sue richieste. D’altra parte anche il coordinatore del dibattito pubblico, sebbene sarà individuato dal Comune entro settimana prossima, non potrà entrare in caricafino a che non verrà approvato il bilancio preventivo previsto per la fine di maggio. Il motivo? Il congelamento dei 200 milioni di spesa «congela» anche il coordinatore fino a che i conti non torneranno in ordine.

L’impressione è che ancora una volta si sia arrivati a una situazione di stallo e che nessuno abbia intenzione di spingere troppo sull’acceleratore in attesa di capire due cose: come andrà a finire il campionato che vede i rossoneri e i nerazzurri confrontarsi fino all’ultima partita ma anche come andrà a finire la trattativa per la cessione del Milan, tra gli arabi di Investcorp e gli americani di RedBird, e se il nuovo acquirente confermerà la volontà di condividere una stadio insieme all’Inter o se ne voglia uno tutto per sé. Ipotesi, quest’ultima, ritenuta fantasiosa dalle parti in causa, anche perché la due diligence è stata fatta sulla base della situazione attuale, quella che vede le due squadre insieme per la realizzazione del nuovo impianto. Mentre resta in piedi quello che il presidente del Milan, Paolo Scaroni va ripetendo da settimane, ossia che l’ipotesi Sesto è sempre presente e per il Milan se ne sta occupando Beppe Bonomi, il manager che tra gli incarichi ha ricoperto anche quello di amministratore delegato di Milano Sesto, la società che si occupa della rigenerazione delle aree ex Falk.

Intanto, il Comitato Sì Meazza ha annunciato una nuova assemblea pubblica per il 28 maggio al cinema Anteo. «Dopo quasi tre anni dall’avvio di questa vicenda — scrive il Comitato — il progetto edilizio speculativo a San Siro è in grave difficoltà. Siamo oggi a un punto di svolta, ed occorrono nuove iniziative per far andare avanti la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello stadio Meazza». Tra le ipotesi anche nuove azioni in campo legale e il punto sul ricorso al Tar.

🤦🏻‍♂️🤦🏻‍♂️🤦🏻‍♂️
 
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Era atteso per fine aprile, inizi di maggio, ma il dossier di Milan e Inter che deve servire da base per il dibattito pubblico non arriverà prima di metà giugno. Il motivo? Le squadre intendono incontrare prima il coordinatore del dibattito in modo da integrare il dossier in base alle sue richieste. D’altra parte anche il coordinatore del dibattito pubblico, sebbene sarà individuato dal Comune entro settimana prossima, non potrà entrare in caricafino a che non verrà approvato il bilancio preventivo previsto per la fine di maggio. Il motivo? Il congelamento dei 200 milioni di spesa «congela» anche il coordinatore fino a che i conti non torneranno in ordine.

L’impressione è che ancora una volta si sia arrivati a una situazione di stallo e che nessuno abbia intenzione di spingere troppo sull’acceleratore in attesa di capire due cose: come andrà a finire il campionato che vede i rossoneri e i nerazzurri confrontarsi fino all’ultima partita ma anche come andrà a finire la trattativa per la cessione del Milan, tra gli arabi di Investcorp e gli americani di RedBird, e se il nuovo acquirente confermerà la volontà di condividere una stadio insieme all’Inter o se ne voglia uno tutto per sé. Ipotesi, quest’ultima, ritenuta fantasiosa dalle parti in causa, anche perché la due diligence è stata fatta sulla base della situazione attuale, quella che vede le due squadre insieme per la realizzazione del nuovo impianto. Mentre resta in piedi quello che il presidente del Milan, Paolo Scaroni va ripetendo da settimane, ossia che l’ipotesi Sesto è sempre presente e per il Milan se ne sta occupando Beppe Bonomi, il manager che tra gli incarichi ha ricoperto anche quello di amministratore delegato di Milano Sesto, la società che si occupa della rigenerazione delle aree ex Falk.

Intanto, il Comitato Sì Meazza ha annunciato una nuova assemblea pubblica per il 28 maggio al cinema Anteo. «Dopo quasi tre anni dall’avvio di questa vicenda — scrive il Comitato — il progetto edilizio speculativo a San Siro è in grave difficoltà. Siamo oggi a un punto di svolta, ed occorrono nuove iniziative per far andare avanti la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello stadio Meazza». Tra le ipotesi anche nuove azioni in campo legale e il punto sul ricorso al Tar.
Solo gli ingenui non hanno capito che c'è qualcuno dentro la politica che ci ostacola.

Il milan se vuole rinascere deve mandare a fare in mulo sala e l'inter.
Oggi l'inter lo stadio non lo può fare e l'unica cosa che può fare e impedire a noi di farcelo fare.
 

7AlePato7

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Era atteso per fine aprile, inizi di maggio, ma il dossier di Milan e Inter che deve servire da base per il dibattito pubblico non arriverà prima di metà giugno. Il motivo? Le squadre intendono incontrare prima il coordinatore del dibattito in modo da integrare il dossier in base alle sue richieste. D’altra parte anche il coordinatore del dibattito pubblico, sebbene sarà individuato dal Comune entro settimana prossima, non potrà entrare in caricafino a che non verrà approvato il bilancio preventivo previsto per la fine di maggio. Il motivo? Il congelamento dei 200 milioni di spesa «congela» anche il coordinatore fino a che i conti non torneranno in ordine.

L’impressione è che ancora una volta si sia arrivati a una situazione di stallo e che nessuno abbia intenzione di spingere troppo sull’acceleratore in attesa di capire due cose: come andrà a finire il campionato che vede i rossoneri e i nerazzurri confrontarsi fino all’ultima partita ma anche come andrà a finire la trattativa per la cessione del Milan, tra gli arabi di Investcorp e gli americani di RedBird, e se il nuovo acquirente confermerà la volontà di condividere una stadio insieme all’Inter o se ne voglia uno tutto per sé. Ipotesi, quest’ultima, ritenuta fantasiosa dalle parti in causa, anche perché la due diligence è stata fatta sulla base della situazione attuale, quella che vede le due squadre insieme per la realizzazione del nuovo impianto. Mentre resta in piedi quello che il presidente del Milan, Paolo Scaroni va ripetendo da settimane, ossia che l’ipotesi Sesto è sempre presente e per il Milan se ne sta occupando Beppe Bonomi, il manager che tra gli incarichi ha ricoperto anche quello di amministratore delegato di Milano Sesto, la società che si occupa della rigenerazione delle aree ex Falk.

Intanto, il Comitato Sì Meazza ha annunciato una nuova assemblea pubblica per il 28 maggio al cinema Anteo. «Dopo quasi tre anni dall’avvio di questa vicenda — scrive il Comitato — il progetto edilizio speculativo a San Siro è in grave difficoltà. Siamo oggi a un punto di svolta, ed occorrono nuove iniziative per far andare avanti la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello stadio Meazza». Tra le ipotesi anche nuove azioni in campo legale e il punto sul ricorso al Tar.
Stalli e slitte. L’obiettivo dei comitati e Verdi è quello di arrivare al referendum che bocci completamente il progetto. Su queste basi è impossibile discutere, fossi una nuova proprietà mi farei lo stadio a Sesto per i fatti miei, senza l’Inter.
 

Super_Lollo

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Stalli e slitte. L’obiettivo dei comitati e Verdi è quello di arrivare al referendum che bocci completamente il progetto. Su queste basi è impossibile discutere, fossi una nuova proprietà mi farei lo stadio a Sesto per i fatti miei, senza l’Inter.
Si ma la domanda è : Perche ?
Questo non riesco a capire, lo stadio porterebbe soldi, lavoro, bellezza, competitività. Non capisco
 
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