Questa mi sembra un’affermazione che viene ripetuta dagli “entusiasti” per partito preso, senza però dati oggettivi. Sarò malfidente, ma io non ci credo che ci siano così tanti milanisti che seguono assiduamente il campionato austriaco, il campionato olandese e le partite del Villareal, concentrandosi, guarda caso, proprio su quelli acquistati dal Milan(così come l’anno scorso non credevo ci fossero così tanti milanisti appassionati del campionato belga. E infatti…).
A mio parere, si contano sulle dita di una mano quelli che possono dire con cognizione di causa se siamo più forti o più scarsi perché, per esempio, o si sono seguite assiduamente le partite dell’AZ Alkmaar(LOL) o non si hanno elementi per dire che Reijnders sia meglio di Vranckx(giusto per dirne una), se non un atto di Fede nella capacità di un algoritmo di scovare talenti.
E, infatti, io non mi esprimo sul valore tecnico perché non ho abbastanza elementi, ma ne faccio un discorso di filosofia nella costruzione della rosa. In base a ciò che ho visto nel corso dei decenni, il modus operandi adottato quest’anno dal Milan nella stragrande maggioranza dei casi ha portato a dei flop. Poi magari da noi sono arrivati i Leonardo Da Vinci del calciomercato, gli Archimede delle trattative, i Thomas Edison della costruzione della rosa e riescono a fare ciò che nessuno mai è riuscito a fare prima. Io me lo auguro di cuore, eh. Ma non mi sembra sensato contarci più di tanto.
È ovvio che non ci possano essere certezze, ma bisogna puntare su giocatori che con buona/alta probabilità ti possano dare un qualcosa in più.
Se prendi un ragazzo di 24 anni che negli ultimi quattro anni ha passato più di un quarto della sua esistenza da infortunato stai riducendo sensibilmente le probabilità.
Se prendi una punta centrale con una media gol di 0,3 a partita nel campionato austriaco che non gioca una partita ufficiale da aprile stai riducendo sensibilmente le probabilità.
E via dicendo.