Credo che l'errore di base sia stato quello di 'fare e brigare' tra pochi intimi con lo scopo mica poco latente di potersi dividere un sacco di soldi in più, voler rovesciare lo status quo creandone uno ancor più settario, senza per altro conoscere il parere di chi il calcio lo mantiene davvero, il tifoso.
Se proprietari e vertici del calcio, come sostengono, vogliono dare al pubblico di appassionati il miglior prodotto possibile - e alla luce del fatto che i più giovani si stanno disinnamorando -, forse sarebbe il caso di interloquire col pubblico stesso e così studiare i vari feedback che riceverebbero da, ad esempio, questionari da compilare telematicamente o cartaceo da consegnare allo stadio (quando potranno riaprire). Tanti dati li hanno già, ma perché non approfondire?
Potrebbero fare lo stesso con gli stessi calciatori, visto che hanno lamentato il fatto di non esser stati interpellati: chi più di loro è protagonista attivo di questo sport?!
Andare incontro prima ai tifosi e poi alle esigenze professionali (non economiche) dei calciatori sarebbe il primo vero passo per cambiare davvero le cose.