Aggiornamenti sulle proiezioni del nuovo parlamento secondo SWG.
Dopo lo strappo Calenda-Letta, lo scenario politico si avvia verso una competizione a quattro: i principali players saranno CDX (FI, FdI, Lega, centristi Lupi-Brugnaro-Toti), CSX (PD, SI, Art.1, Verdi, Impegno civico di Di Maio e Tabacci, probabilmente +Eu), Terzo polo di centro (Azione, IV, eventuali briciole centriste) e il M5S che correrà da solo.
A margine, i partiti antisistema (tra i quali spicca Italexit di Paragone, senza dimenticare gli ultraconservatori di Adinolfi-Di Stefano) e la galassia dell'estrema sinistra (il principale resta Italia Popolare e Sovrana di Rizzo, senza dimenticare i redivivi dei centri sociali di Potere al Popolo)
Concentrandoci sui principali players, al momento il Cdx è accreditato intorno al 45-46% mentre la coalizione di Csx si trova al di sotto del 30%, probabilmente intorno al 26-28%.
Le proiezioni sul proporzionale, che eleggerà circa 2/3 dei parlamentari, parlano di 120-121 seggi assegnati alla coalizione di Cdx alla camera e poco più di 60 al Senato.
La vera tempesta però proviene dai collegi uninominali: senza Calenda alleato col Csx infatti, il Cdx si avvia al trionfo totale: è probabile che il centrodestra porti a casa almeno il 90% dei collegi in palio.
Le proiezioni piu affidabili parlano di circa 135-140 collegi su 147 in palio alla camera al Cdx, mentre al Senato la partita vedrebbe 67-69 collegi al cdx sui 73 in palio.
Il Csx resisterà solo nelle cosiddette roccaforti tra Emilia, Toscana e i centri storici e ricchi delle 3 grandi città (Milano, Roma e Napoli), mentre in Alto Adige gli indipendentisti dell'SVP si assicureranno i soliti 2-3 seggi tra camera e senato e voteranno col Csx.
Il risultato?
Una maggioranza complessiva tra proporzionale e maggioritario che vedrebbe il Cdx con una maggioranza di
- 255/260 seggi circa su 400 alla Camera
- 125/130 seggi circa su 200 al Senato (a cui vanno aggiunti i 6 senatori a vita, tra i quali però Napolitano, Rubbia e Piano sono di fatto irrilevanti in quanto non si recano in aula da molto tempo)
Una maggioranza nel complesso poco superiore al 60% che si fermerebbe a pochissima distanza (soprattutto al Senato, la camera potrebbe raggiungere la quota) da quel 66% dei seggi necessario per riformare la costituzione senza passare dal referendum.
In ogni caso, il grosso della campagna elettorale è ancora da vivere, ma stravolgimenti non sembrano possibili (a meno di folli giravolte dell'ultimo minuto da parte del M5S, che entrerà in parlamento senza vincere un singolo uninominale e con una pattuglia di circa 25 deputati e una decina di senatori): il CDX vincerà senza dubbio e altrettanto senza dubbio governerà agevolmente.
L'unico dubbio rimane se avrà la forza necessaria per raggiungere il fatidico 66% in entrambe le camere; in tal caso, il paese si prepari ad una stagione riformistica decisa che non si vedeva da una quindicina d'anni, all'apice dell'impero berlusconiano.