Pioli:”Scudetto? Troppo presto. Non sono integralista “

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Pioli ai microfoni dell’Equipe:” Se fossimo alla 32esima giornata in questa posizione direi di sì, invece mancano ancora tante partite e non dobbiamo deconcentrarci dal nostro obiettivo, che è quello di tornare in Champions”.

Sulle ambizioni del club: “Il progetto della proprietà è chiaro: non si guarda più al passato ma al presente e al futuro. Sono stati presi calciatori giovani e forti, l’obiettivo e fargli capire cos’è il Milan per riportare la squadra in alto, ai fasti del tempo”.

Sul Lille e il suo allenatore: “Conosco bene le squadre di Galtier, quindi anche il Lille. L’ho affrontato in Europa League nel 2015-16 quando io allenavo la Lazio e lui il Saint-Étienne. Le sue squadre sono sempre ben messe in campo e sanno fare bene le due fasi. Là davanti hanno elementi di qualità, quindi dobbiamo stare attenti”.

Su Theo Hernandez: “È uno dei migliori terzini d’Europa, ha grandi qualità fisiche e tecniche. Sa leggere bene l’ultimo passaggio e ha le potenzialità per far male agli avversari anche da solo. Sta cercando di migliorarsi ogni giorno e lo sta facendo soprattutto nella fase difensiva. È un grande terzino, sono sodisfatto di quello che sta facendo ma può ancora migliorare. Non viene convocato in Nazionale? Sono sorpreso, ma non mi voglio intromettere in quelle nelle decisioni di Deschamps. La Francia ha tanti talenti, ma Theo meriterebbe la convocazione e sta lavorando per entrare nel giro della nazionale”.

Su Ibra e la sua personalità: “Non ho mai avuto problemi con calciatori di questo livello. So bene che quando Zlatan interviene in maniera autoritaria nei confronti dei compagni non lo fa per presunzione ma per il bene della quadra. In quei casi non intervengo ma la lo lascio fare, perché so che sta portando qualcosa di positivo all’interno dell’allenamento. È estremamente facile e bello lavorare con campioni come lui, perché hanno una gran dedizione al lavoro sia dentro che fuori dal campo”.

Sulla linea verde del Milan: “Giovani non vuol dire superficiali. Ho una squadra seria, responsabile e matura. Ci sono giocatori come Donnarumma, Kessie, Romagnoli e Calhanoglu che dentro il gruppo hanno una forte personalità”.

Sulla definizione di normal one: “La semplicità è una caratteristica importante. Ho le mie idee di calcio ma cerco sempre di adattarle ai giocatori che ho a disposizione. Non sono un integralista, cerco sempre di mettere il gruppo nelle migliori condizioni possibili per poter rendere, secondo le caratteristiche tecniche dei miei calciatori”.
 
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Pioli ai microfoni dell’Equipe:” Se fossimo alla 32esima giornata in questa posizione direi di sì, invece mancano ancora tante partite e non dobbiamo deconcentrarci dal nostro obiettivo, che è quello di tornare in Champions”.

Sulle ambizioni del club: “Il progetto della proprietà è chiaro: non si guarda più al passato ma al presente e al futuro. Sono stati presi calciatori giovani e forti, l’obiettivo e fargli capire cos’è il Milan per riportare la squadra in alto, ai fasti del tempo”.

Sul Lille e il suo allenatore: “Conosco bene le squadre di Galtier, quindi anche il Lille. L’ho affrontato in Europa League nel 2015-16 quando io allenavo la Lazio e lui il Saint-Étienne. Le sue squadre sono sempre ben messe in campo e sanno fare bene le due fasi. Là davanti hanno elementi di qualità, quindi dobbiamo stare attenti”.

Su Theo Hernandez: “È uno dei migliori terzini d’Europa, ha grandi qualità fisiche e tecniche. Sa leggere bene l’ultimo passaggio e ha le potenzialità per far male agli avversari anche da solo. Sta cercando di migliorarsi ogni giorno e lo sta facendo soprattutto nella fase difensiva. È un grande terzino, sono sodisfatto di quello che sta facendo ma può ancora migliorare. Non viene convocato in Nazionale? Sono sorpreso, ma non mi voglio intromettere in quelle nelle decisioni di Deschamps. La Francia ha tanti talenti, ma Theo meriterebbe la convocazione e sta lavorando per entrare nel giro della nazionale”.

Su Ibra e la sua personalità: “Non ho mai avuto problemi con calciatori di questo livello. So bene che quando Zlatan interviene in maniera autoritaria nei confronti dei compagni non lo fa per presunzione ma per il bene della quadra. In quei casi non intervengo ma la lo lascio fare, perché so che sta portando qualcosa di positivo all’interno dell’allenamento. È estremamente facile e bello lavorare con campioni come lui, perché hanno una gran dedizione al lavoro sia dentro che fuori dal campo”.

Sulla linea verde del Milan: “Giovani non vuol dire superficiali. Ho una squadra seria, responsabile e matura. Ci sono giocatori come Donnarumma, Kessie, Romagnoli e Calhanoglu che dentro il gruppo hanno una forte personalità”.

Sulla definizione di normal one: “La semplicità è una caratteristica importante. Ho le mie idee di calcio ma cerco sempre di adattarle ai giocatori che ho a disposizione. Non sono un integralista, cerco sempre di mettere il gruppo nelle migliori condizioni possibili per poter rendere, secondo le caratteristiche tecniche dei miei calciatori”.

Daje mister.
Guardare sempre avanti, partita per partita.
 
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Pioli ai microfoni dell’Equipe:” Se fossimo alla 32esima giornata in questa posizione direi di sì, invece mancano ancora tante partite e non dobbiamo deconcentrarci dal nostro obiettivo, che è quello di tornare in Champions”.

Sulle ambizioni del club: “Il progetto della proprietà è chiaro: non si guarda più al passato ma al presente e al futuro. Sono stati presi calciatori giovani e forti, l’obiettivo e fargli capire cos’è il Milan per riportare la squadra in alto, ai fasti del tempo”.

Sul Lille e il suo allenatore: “Conosco bene le squadre di Galtier, quindi anche il Lille. L’ho affrontato in Europa League nel 2015-16 quando io allenavo la Lazio e lui il Saint-Étienne. Le sue squadre sono sempre ben messe in campo e sanno fare bene le due fasi. Là davanti hanno elementi di qualità, quindi dobbiamo stare attenti”.

Su Theo Hernandez: “È uno dei migliori terzini d’Europa, ha grandi qualità fisiche e tecniche. Sa leggere bene l’ultimo passaggio e ha le potenzialità per far male agli avversari anche da solo. Sta cercando di migliorarsi ogni giorno e lo sta facendo soprattutto nella fase difensiva. È un grande terzino, sono sodisfatto di quello che sta facendo ma può ancora migliorare. Non viene convocato in Nazionale? Sono sorpreso, ma non mi voglio intromettere in quelle nelle decisioni di Deschamps. La Francia ha tanti talenti, ma Theo meriterebbe la convocazione e sta lavorando per entrare nel giro della nazionale”.

Su Ibra e la sua personalità: “Non ho mai avuto problemi con calciatori di questo livello. So bene che quando Zlatan interviene in maniera autoritaria nei confronti dei compagni non lo fa per presunzione ma per il bene della quadra. In quei casi non intervengo ma la lo lascio fare, perché so che sta portando qualcosa di positivo all’interno dell’allenamento. È estremamente facile e bello lavorare con campioni come lui, perché hanno una gran dedizione al lavoro sia dentro che fuori dal campo”.

Sulla linea verde del Milan: “Giovani non vuol dire superficiali. Ho una squadra seria, responsabile e matura. Ci sono giocatori come Donnarumma, Kessie, Romagnoli e Calhanoglu che dentro il gruppo hanno una forte personalità”.

Sulla definizione di normal one: “La semplicità è una caratteristica importante. Ho le mie idee di calcio ma cerco sempre di adattarle ai giocatori che ho a disposizione. Non sono un integralista, cerco sempre di mettere il gruppo nelle migliori condizioni possibili per poter rendere, secondo le caratteristiche tecniche dei miei calciatori”.

Mi piace la sua comunicazione: semplice, mai sopra le righe, sempre realista e concreto.
 
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Pioli ai microfoni dell’Equipe:” Se fossimo alla 32esima giornata in questa posizione direi di sì, invece mancano ancora tante partite e non dobbiamo deconcentrarci dal nostro obiettivo, che è quello di tornare in Champions”.

Sulle ambizioni del club: “Il progetto della proprietà è chiaro: non si guarda più al passato ma al presente e al futuro. Sono stati presi calciatori giovani e forti, l’obiettivo e fargli capire cos’è il Milan per riportare la squadra in alto, ai fasti del tempo”.

Sul Lille e il suo allenatore: “Conosco bene le squadre di Galtier, quindi anche il Lille. L’ho affrontato in Europa League nel 2015-16 quando io allenavo la Lazio e lui il Saint-Étienne. Le sue squadre sono sempre ben messe in campo e sanno fare bene le due fasi. Là davanti hanno elementi di qualità, quindi dobbiamo stare attenti”.

Su Theo Hernandez: “È uno dei migliori terzini d’Europa, ha grandi qualità fisiche e tecniche. Sa leggere bene l’ultimo passaggio e ha le potenzialità per far male agli avversari anche da solo. Sta cercando di migliorarsi ogni giorno e lo sta facendo soprattutto nella fase difensiva. È un grande terzino, sono sodisfatto di quello che sta facendo ma può ancora migliorare. Non viene convocato in Nazionale? Sono sorpreso, ma non mi voglio intromettere in quelle nelle decisioni di Deschamps. La Francia ha tanti talenti, ma Theo meriterebbe la convocazione e sta lavorando per entrare nel giro della nazionale”.

Su Ibra e la sua personalità: “Non ho mai avuto problemi con calciatori di questo livello. So bene che quando Zlatan interviene in maniera autoritaria nei confronti dei compagni non lo fa per presunzione ma per il bene della quadra. In quei casi non intervengo ma la lo lascio fare, perché so che sta portando qualcosa di positivo all’interno dell’allenamento. È estremamente facile e bello lavorare con campioni come lui, perché hanno una gran dedizione al lavoro sia dentro che fuori dal campo”.

Sulla linea verde del Milan: “Giovani non vuol dire superficiali. Ho una squadra seria, responsabile e matura. Ci sono giocatori come Donnarumma, Kessie, Romagnoli e Calhanoglu che dentro il gruppo hanno una forte personalità”.

Sulla definizione di normal one: “La semplicità è una caratteristica importante. Ho le mie idee di calcio ma cerco sempre di adattarle ai giocatori che ho a disposizione. Non sono un integralista, cerco sempre di mettere il gruppo nelle migliori condizioni possibili per poter rendere, secondo le caratteristiche tecniche dei miei calciatori”.

Avanti cosi mister.
Storicamente al milan gli allenatori grandi lo sono sempre diventati.
Speriamo che anche stavolta ci siamo ritrovati al posto giusto, al momento giusto, nel club giusto.
 

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Avanti cosi mister.
Storicamente al milan gli allenatori grandi lo sono sempre diventati.
Speriamo che anche stavolta ci siamo ritrovati al posto giusto, al momento giusto, nel club giusto.

Al di là di tutto, di come andranno le cose, l'uomo Pioli ha già vinto e mi cospargo il capo di cenere perché io al buon Pinoli non davo un centesimo..mi ha stupito

Ranginick a parte, mi sa che pure con Spalletti abbiamo scansato un proiettile (è un grande tecnico ma non è certo l'uomo giusto a creare gruppo)
 
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Al di là di tutto, di come andranno le cose, l'uomo Pioli ha già vinto e mi cospargo il capo di cenere perché io al buon Pinoli non davo un centesimo..mi ha stupito

Ranginick a parte, mi sa che pure con Spalletti abbiamo scansato un proiettile (è un grande tecnico ma non è certo l'uomo giusto a creare gruppo)

Pioli è arrivato in un momento storico particolare. Eravamo tutti imbufaliti per via del fallimento di Giampaolo e non siamo stati certo carini. Ma per fortuna nel calcio parla il campo.
I maestri ne sanno qualcosa .
 
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Pioli ai microfoni dell’Equipe:” Se fossimo alla 32esima giornata in questa posizione direi di sì, invece mancano ancora tante partite e non dobbiamo deconcentrarci dal nostro obiettivo, che è quello di tornare in Champions”.

Sulle ambizioni del club: “Il progetto della proprietà è chiaro: non si guarda più al passato ma al presente e al futuro. Sono stati presi calciatori giovani e forti, l’obiettivo e fargli capire cos’è il Milan per riportare la squadra in alto, ai fasti del tempo”.

Sul Lille e il suo allenatore: “Conosco bene le squadre di Galtier, quindi anche il Lille. L’ho affrontato in Europa League nel 2015-16 quando io allenavo la Lazio e lui il Saint-Étienne. Le sue squadre sono sempre ben messe in campo e sanno fare bene le due fasi. Là davanti hanno elementi di qualità, quindi dobbiamo stare attenti”.

Su Theo Hernandez: “È uno dei migliori terzini d’Europa, ha grandi qualità fisiche e tecniche. Sa leggere bene l’ultimo passaggio e ha le potenzialità per far male agli avversari anche da solo. Sta cercando di migliorarsi ogni giorno e lo sta facendo soprattutto nella fase difensiva. È un grande terzino, sono sodisfatto di quello che sta facendo ma può ancora migliorare. Non viene convocato in Nazionale? Sono sorpreso, ma non mi voglio intromettere in quelle nelle decisioni di Deschamps. La Francia ha tanti talenti, ma Theo meriterebbe la convocazione e sta lavorando per entrare nel giro della nazionale”.

Su Ibra e la sua personalità: “Non ho mai avuto problemi con calciatori di questo livello. So bene che quando Zlatan interviene in maniera autoritaria nei confronti dei compagni non lo fa per presunzione ma per il bene della quadra. In quei casi non intervengo ma la lo lascio fare, perché so che sta portando qualcosa di positivo all’interno dell’allenamento. È estremamente facile e bello lavorare con campioni come lui, perché hanno una gran dedizione al lavoro sia dentro che fuori dal campo”.

Sulla linea verde del Milan: “Giovani non vuol dire superficiali. Ho una squadra seria, responsabile e matura. Ci sono giocatori come Donnarumma, Kessie, Romagnoli e Calhanoglu che dentro il gruppo hanno una forte personalità”.

Sulla definizione di normal one: “La semplicità è una caratteristica importante. Ho le mie idee di calcio ma cerco sempre di adattarle ai giocatori che ho a disposizione. Non sono un integralista, cerco sempre di mettere il gruppo nelle migliori condizioni possibili per poter rendere, secondo le caratteristiche tecniche dei miei calciatori”.

per fare l'integralista o sei Guardiola con un budget illimitato o meglio che lasci perdere (dicesi Maestro Giampy). Tra l'altro lo stesso Guardiola al Bayern si era adattato ai giocatori più fisici che aveva in rosa giocando meno di palleggio e più su cross e verticale
 

Milanforever26

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Pioli è arrivato in un momento storico particolare. Eravamo tutti imbufaliti per via del fallimento di Giampaolo e non siamo stati certo carini. Ma per fortuna nel calcio parla il campo.
I maestri ne sanno qualcosa .


Noi milanisti siamo stati trattati talmente male che ad un certo punto ci siamo convinti di essere più scarsi di quello che eravamo..succede quando passi 8 anni nel tritacarne tra rose costruite in modo osceno, giocatori improponibili, allenatori improvvisati e cambi di proprietà..

Appena abbiamo allineato i tasselli con Società seria-ruoli chiari-Allenatore normale-rosa discreta-presenza di leader tecnici ecco che improvvisamente spunta il sole e scopriamo che non saremo da scudetto ma non abbiamo nulla in meno di Napoli, Roma, Lazio e Atalanta
 
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Noi milanisti siamo stati trattati talmente male che ad un certo punto ci siamo convinti di essere più scarsi di quello che eravamo..succede quando passi 8 anni nel tritacarne tra rose costruite in modo osceno, giocatori improponibili, allenatori improvvisati e cambi di proprietà..

Appena abbiamo allineato i tasselli con Società seria-ruoli chiari-Allenatore normale-rosa discreta-presenza di leader tecnici ecco che improvvisamente spunta il sole e scopriamo che non saremo da scudetto ma non abbiamo nulla in meno di Napoli, Roma, Lazio e Atalanta

Hai ragione da vendere.
Alla fine il calcio è un gioco e se hai una proprietà solida, una dirigenza seria poi tutto viene da sé.
È bastato far fuori qualche scarso e azzeccare alcuni colpi per rivoltare la squadra e il destino come due calzini.
Tutto sommato ce lo meritiamo anche noi dopo anni di lacrime.
Il Milan ha la capacità di influire sul mio umore come e non meno di una bella giornata o la bella stagione.
Siamo tifosi...
 

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