Milan: ora Furlani, Moneyball, Moncada e Pioli.

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peo74

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La GDS in edicola conferma le numerose news di ieri sul nuovo Milan che si concentrerà sui giovani e con Cardinale più presente. Non arriveranno nuovi dirigenti. A gestire tutto il mercato sarà Furlani (che è stato protagonista anche nel rinnovo di Leao) supportato da Moncada che avrà un ruolo in prima linea. E poi Cardinale crede molto nel moneyball, ovvero ne giocatori selezionati in base ai dati. Quindi il Milan si appoggerà sempre più su Beane guru del playrer trading. E lo stesso potrà succedere con Bornn che si occupa di analisi dei dati e che ha programmato la scalata del Tolosa. Pioli, come ampiamente riferito, resterà in panchina.

CorSera: Cardinale ne è convinto. Il Moneyball è la strada giusta anche per il suo Milan. Il primo a sapere che si tratta di un modello inedito nel nostro Paese è proprio Cardinale, il quale però è profondamente convinto di come la sua organizzazione manageriale possa essere trainante per tutto il sistema calcio italiano. Il business plan dell’uomo di Philadelphia è chiaro: trasformare il club in una media company. Per lui i club sportivi sono «aziende di cultura»: devono occuparsi dei diritti tv, della vendita dei biglietti, di creare contenuti social, di seguire tutte quelle connessioni sport-moda-musica-intrattenimento che per i giovani sono naturali. Devono, ovviamente, avere anche uno stadio di proprietà. Cardinale d’altra parte ripete spesso un concetto che rivela molto della sua filosofia: «Nel calcio oggi non è più una questione di soldi. Vent’anni fa presentarsi con un capitale era il vantaggio competitivo; oggi tutti hanno i soldi. Quindi devi essere il più intelligente. Non siamo il tipo di investitori che si presentano e comprano. Non firmiamo assegni, noi scriviamo business plan». E ancora: «Non iniziamo mai una frase con l’io ma sempre con il noi». Se da una parte dunque «condivisione» delle scelte è la parola chiave, il Maldini-pensiero si riassume nella parola «autonomia»: era impossibile andare d’accordo. Maldini è legato a doppio filo a Massara, quindi il destino del primo si porta dietro quello del secondo. A rivoluzione compiuta il Milan si darà una nuova organizzazione: i due non saranno sostituiti, ma ci sarà un lavoro di squadra, con Furlani, lo stesso Cardinale e un team «di esperti» che include il capo scouting Moncada.

Tuttosport: l
a decisione di dare una nuova composizione all’area sport del Milan da parte della proprietà rossonera covava, come logico, anche una contromossa strutturale che non faccia perdere tempo al club sul mercato, su cui le big d’Europa si sono già mosse, e che non vada a creare vuoti di potere deleteri per il Milan. Ecco perché la prima ipotesi circolata in serata è quella di un Gerry Cardinale più presente a Milano, quella che i tifosi social gli hanno sempre contestato essendo abituati a una struttura più canonica con presenza in loco nei momenti sia belli sia difficili. Ma Cardinale, fino a oggi, ha sempre dato piena fiducia ai suoi uomini che hanno gestito le varie aree del Milan, mentre lui si teneva costantemente aggiornato da New York.
Uno dei suoi manager più fidati è certamente l’amministratore delegato rossonero, Giorgio Furlani, che dovrebbe far confluire nella sua figura la responsabilità del calciomercato estivo, venendo affiancato dal capo dell’area scouting, Geoffrey Moncada, uomo da sempre molto stimato sia da Elliott sia da RedBird tanto è vero che lo hanno trattenuto a Milano, respingendo le sirene tentatrici di altre società che gli avrebbero voluto affidare la carica di direttore sportivo. E chissà che adesso non ci sia un implemento anche della parte tecnologica nella scelta dei giocatori e di profili più in linea con la visione societaria: under 25 forti, da prendere prima che i prezzi lievitino oltre una certa cifra e che sappiano apprendere il calcio di Stegfano Pioli che, sul tema, giovani ha sempre detto: «A me piace lavorarci, perché sono delle spugne e apprendono in fretta. L’importante è che siano forti». Ma qualche over 25, sia a parametro zero (Daichi Kamada da Francoforte) sia a buon prezzo (Ruben Loftus-Cheek dal Chelsea) saranno sicuramente monitorati. Non risultano contatti in corso con l’ex direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, ma non è da escludere che più avanti il Milan cerchi una figura di campo.


I PERCHE' DELL'ADDIO DI MALDINI QUI -) Maldini: i perché dell'addio. Cardinale in prima persona.

Milan-Gerry-Cardinale-Giorgio-Furlani-Paul-Singer-Gordon-Singer.jpg
A.A.A. cercasi hackers di fede comprovata per infettare al più presto MoneyBall col virus SMS
 
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Non c' entra col topic, ma non sapevo dove scriverlo.

Ho appena dato un' occhiata al sito ufficiale del Milan

1) prima notizia sul rinnovo di una giocatrice
2) seconda notizia sempre sul calcio femminile
3) scendi di mezza pagina un asiatico e uno di colore con la maglia del Milan

E' finita un' epoca
 

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La GDS in edicola conferma le numerose news di ieri sul nuovo Milan che si concentrerà sui giovani e con Cardinale più presente. Non arriveranno nuovi dirigenti. A gestire tutto il mercato sarà Furlani (che è stato protagonista anche nel rinnovo di Leao) supportato da Moncada che avrà un ruolo in prima linea. E poi Cardinale crede molto nel moneyball, ovvero ne giocatori selezionati in base ai dati. Quindi il Milan si appoggerà sempre più su Beane guru del playrer trading. E lo stesso potrà succedere con Bornn che si occupa di analisi dei dati e che ha programmato la scalata del Tolosa. Pioli, come ampiamente riferito, resterà in panchina.

CorSera: Cardinale ne è convinto. Il Moneyball è la strada giusta anche per il suo Milan. Il primo a sapere che si tratta di un modello inedito nel nostro Paese è proprio Cardinale, il quale però è profondamente convinto di come la sua organizzazione manageriale possa essere trainante per tutto il sistema calcio italiano. Il business plan dell’uomo di Philadelphia è chiaro: trasformare il club in una media company. Per lui i club sportivi sono «aziende di cultura»: devono occuparsi dei diritti tv, della vendita dei biglietti, di creare contenuti social, di seguire tutte quelle connessioni sport-moda-musica-intrattenimento che per i giovani sono naturali. Devono, ovviamente, avere anche uno stadio di proprietà. Cardinale d’altra parte ripete spesso un concetto che rivela molto della sua filosofia: «Nel calcio oggi non è più una questione di soldi. Vent’anni fa presentarsi con un capitale era il vantaggio competitivo; oggi tutti hanno i soldi. Quindi devi essere il più intelligente. Non siamo il tipo di investitori che si presentano e comprano. Non firmiamo assegni, noi scriviamo business plan». E ancora: «Non iniziamo mai una frase con l’io ma sempre con il noi». Se da una parte dunque «condivisione» delle scelte è la parola chiave, il Maldini-pensiero si riassume nella parola «autonomia»: era impossibile andare d’accordo. Maldini è legato a doppio filo a Massara, quindi il destino del primo si porta dietro quello del secondo. A rivoluzione compiuta il Milan si darà una nuova organizzazione: i due non saranno sostituiti, ma ci sarà un lavoro di squadra, con Furlani, lo stesso Cardinale e un team «di esperti» che include il capo scouting Moncada.

Tuttosport: l
a decisione di dare una nuova composizione all’area sport del Milan da parte della proprietà rossonera covava, come logico, anche una contromossa strutturale che non faccia perdere tempo al club sul mercato, su cui le big d’Europa si sono già mosse, e che non vada a creare vuoti di potere deleteri per il Milan. Ecco perché la prima ipotesi circolata in serata è quella di un Gerry Cardinale più presente a Milano, quella che i tifosi social gli hanno sempre contestato essendo abituati a una struttura più canonica con presenza in loco nei momenti sia belli sia difficili. Ma Cardinale, fino a oggi, ha sempre dato piena fiducia ai suoi uomini che hanno gestito le varie aree del Milan, mentre lui si teneva costantemente aggiornato da New York.
Uno dei suoi manager più fidati è certamente l’amministratore delegato rossonero, Giorgio Furlani, che dovrebbe far confluire nella sua figura la responsabilità del calciomercato estivo, venendo affiancato dal capo dell’area scouting, Geoffrey Moncada, uomo da sempre molto stimato sia da Elliott sia da RedBird tanto è vero che lo hanno trattenuto a Milano, respingendo le sirene tentatrici di altre società che gli avrebbero voluto affidare la carica di direttore sportivo. E chissà che adesso non ci sia un implemento anche della parte tecnologica nella scelta dei giocatori e di profili più in linea con la visione societaria: under 25 forti, da prendere prima che i prezzi lievitino oltre una certa cifra e che sappiano apprendere il calcio di Stegfano Pioli che, sul tema, giovani ha sempre detto: «A me piace lavorarci, perché sono delle spugne e apprendono in fretta. L’importante è che siano forti». Ma qualche over 25, sia a parametro zero (Daichi Kamada da Francoforte) sia a buon prezzo (Ruben Loftus-Cheek dal Chelsea) saranno sicuramente monitorati. Non risultano contatti in corso con l’ex direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, ma non è da escludere che più avanti il Milan cerchi una figura di campo.


I PERCHE' DELL'ADDIO DI MALDINI QUI -) Maldini: i perché dell'addio. Cardinale in prima persona.

E ADESSO A TUTTO MONEYBALL.

Aspettiamo che aggiornino i chip a MTV e agli Studios, e poi il gioco è fatto.
 

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CorSera: Cardinale ne è convinto. Il Moneyball è la strada giusta anche per il suo Milan. Il primo a sapere che si tratta di un modello inedito nel nostro Paese è proprio Cardinale, il quale però è profondamente convinto di come la sua organizzazione manageriale possa essere trainante per tutto il sistema calcio italiano. Il business plan dell’uomo di Philadelphia è chiaro: trasformare il club in una media company. Per lui i club sportivi sono «aziende di cultura»: devono occuparsi dei diritti tv, della vendita dei biglietti, di creare contenuti social, di seguire tutte quelle connessioni sport-moda-musica-intrattenimento che per i giovani sono naturali. Devono, ovviamente, avere anche uno stadio di proprietà. Cardinale d’altra parte ripete spesso un concetto che rivela molto della sua filosofia: «Nel calcio oggi non è più una questione di soldi. Vent’anni fa presentarsi con un capitale era il vantaggio competitivo; oggi tutti hanno i soldi. Quindi devi essere il più intelligente. Non siamo il tipo di investitori che si presentano e comprano. Non firmiamo assegni, noi scriviamo business plan». E ancora: «Non iniziamo mai una frase con l’io ma sempre con il noi». Se da una parte dunque «condivisione» delle scelte è la parola chiave, il Maldini-pensiero si riassume nella parola «autonomia»: era impossibile andare d’accordo. Maldini è legato a doppio filo a Massara, quindi il destino del primo si porta dietro quello del secondo. A rivoluzione compiuta il Milan si darà una nuova organizzazione: i due non saranno sostituiti, ma ci sarà un lavoro di squadra, con Furlani, lo stesso Cardinale e un team «di esperti» che include il capo scouting Moncada.

Tuttosport: l
a decisione di dare una nuova composizione all’area sport del Milan da parte della proprietà rossonera covava, come logico, anche una contromossa strutturale che non faccia perdere tempo al club sul mercato, su cui le big d’Europa si sono già mosse, e che non vada a creare vuoti di potere deleteri per il Milan. Ecco perché la prima ipotesi circolata in serata è quella di un Gerry Cardinale più presente a Milano, quella che i tifosi social gli hanno sempre contestato essendo abituati a una struttura più canonica con presenza in loco nei momenti sia belli sia difficili. Ma Cardinale, fino a oggi, ha sempre dato piena fiducia ai suoi uomini che hanno gestito le varie aree del Milan, mentre lui si teneva costantemente aggiornato da New York.
Uno dei suoi manager più fidati è certamente l’amministratore delegato rossonero, Giorgio Furlani, che dovrebbe far confluire nella sua figura la responsabilità del calciomercato estivo, venendo affiancato dal capo dell’area scouting, Geoffrey Moncada, uomo da sempre molto stimato sia da Elliott sia da RedBird tanto è vero che lo hanno trattenuto a Milano, respingendo le sirene tentatrici di altre società che gli avrebbero voluto affidare la carica di direttore sportivo. E chissà che adesso non ci sia un implemento anche della parte tecnologica nella scelta dei giocatori e di profili più in linea con la visione societaria: under 25 forti, da prendere prima che i prezzi lievitino oltre una certa cifra e che sappiano apprendere il calcio di Stegfano Pioli che, sul tema, giovani ha sempre detto: «A me piace lavorarci, perché sono delle spugne e apprendono in fretta. L’importante è che siano forti». Ma qualche over 25, sia a parametro zero (Daichi Kamada da Francoforte) sia a buon prezzo (Ruben Loftus-Cheek dal Chelsea) saranno sicuramente monitorati. Non risultano contatti in corso con l’ex direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, ma non è da escludere che più avanti il Milan cerchi una figura di campo.


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Clarenzio

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La GDS in edicola conferma le numerose news di ieri sul nuovo Milan che si concentrerà sui giovani e con Cardinale più presente. Non arriveranno nuovi dirigenti. A gestire tutto il mercato sarà Furlani (che è stato protagonista anche nel rinnovo di Leao) supportato da Moncada che avrà un ruolo in prima linea. E poi Cardinale crede molto nel moneyball, ovvero ne giocatori selezionati in base ai dati. Quindi il Milan si appoggerà sempre più su Beane guru del playrer trading. E lo stesso potrà succedere con Bornn che si occupa di analisi dei dati e che ha programmato la scalata del Tolosa. Pioli, come ampiamente riferito, resterà in panchina.

CorSera: Cardinale ne è convinto. Il Moneyball è la strada giusta anche per il suo Milan. Il primo a sapere che si tratta di un modello inedito nel nostro Paese è proprio Cardinale, il quale però è profondamente convinto di come la sua organizzazione manageriale possa essere trainante per tutto il sistema calcio italiano. Il business plan dell’uomo di Philadelphia è chiaro: trasformare il club in una media company. Per lui i club sportivi sono «aziende di cultura»: devono occuparsi dei diritti tv, della vendita dei biglietti, di creare contenuti social, di seguire tutte quelle connessioni sport-moda-musica-intrattenimento che per i giovani sono naturali. Devono, ovviamente, avere anche uno stadio di proprietà. Cardinale d’altra parte ripete spesso un concetto che rivela molto della sua filosofia: «Nel calcio oggi non è più una questione di soldi. Vent’anni fa presentarsi con un capitale era il vantaggio competitivo; oggi tutti hanno i soldi. Quindi devi essere il più intelligente. Non siamo il tipo di investitori che si presentano e comprano. Non firmiamo assegni, noi scriviamo business plan». E ancora: «Non iniziamo mai una frase con l’io ma sempre con il noi». Se da una parte dunque «condivisione» delle scelte è la parola chiave, il Maldini-pensiero si riassume nella parola «autonomia»: era impossibile andare d’accordo. Maldini è legato a doppio filo a Massara, quindi il destino del primo si porta dietro quello del secondo. A rivoluzione compiuta il Milan si darà una nuova organizzazione: i due non saranno sostituiti, ma ci sarà un lavoro di squadra, con Furlani, lo stesso Cardinale e un team «di esperti» che include il capo scouting Moncada.

Tuttosport: l
a decisione di dare una nuova composizione all’area sport del Milan da parte della proprietà rossonera covava, come logico, anche una contromossa strutturale che non faccia perdere tempo al club sul mercato, su cui le big d’Europa si sono già mosse, e che non vada a creare vuoti di potere deleteri per il Milan. Ecco perché la prima ipotesi circolata in serata è quella di un Gerry Cardinale più presente a Milano, quella che i tifosi social gli hanno sempre contestato essendo abituati a una struttura più canonica con presenza in loco nei momenti sia belli sia difficili. Ma Cardinale, fino a oggi, ha sempre dato piena fiducia ai suoi uomini che hanno gestito le varie aree del Milan, mentre lui si teneva costantemente aggiornato da New York.
Uno dei suoi manager più fidati è certamente l’amministratore delegato rossonero, Giorgio Furlani, che dovrebbe far confluire nella sua figura la responsabilità del calciomercato estivo, venendo affiancato dal capo dell’area scouting, Geoffrey Moncada, uomo da sempre molto stimato sia da Elliott sia da RedBird tanto è vero che lo hanno trattenuto a Milano, respingendo le sirene tentatrici di altre società che gli avrebbero voluto affidare la carica di direttore sportivo. E chissà che adesso non ci sia un implemento anche della parte tecnologica nella scelta dei giocatori e di profili più in linea con la visione societaria: under 25 forti, da prendere prima che i prezzi lievitino oltre una certa cifra e che sappiano apprendere il calcio di Stegfano Pioli che, sul tema, giovani ha sempre detto: «A me piace lavorarci, perché sono delle spugne e apprendono in fretta. L’importante è che siano forti». Ma qualche over 25, sia a parametro zero (Daichi Kamada da Francoforte) sia a buon prezzo (Ruben Loftus-Cheek dal Chelsea) saranno sicuramente monitorati. Non risultano contatti in corso con l’ex direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, ma non è da escludere che più avanti il Milan cerchi una figura di campo.


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