Crisi energetica e inflazione - Topic generale.

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Visto che la Germania stanzia centinaia di miliardi di aiuti per le proprie imprese e quindi allontana la prospettiva di un price cap europeo, (ed avendo un debito pubblico sotto controllo se lo può permettere), forse il nostro nuovo governo potrebbe minacciare di sfilarsi da questo meccanismo di formazione del prezzo del gas?
Il problema è solo il sistema contorto del mercato del gas.

Ma qualcuno lo sa che l' Italia sta oggi VENDENDO gas perché ne abbiamo troppo e gli stoccaggi sono pieni?
 

Nomaduk

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storica catena di hotel chiude nel Salento dopo aver ricevuto una bolletta della luce da 500.000 euro

era attiva da 60 anni, 300 dipendenti senza lavoro adesso


Repubblica
Che strano....
Doveroso, per l'Ucraina, che si sacrifichino per Zelecoso
Loso che è difficile da credere ma la guerra pesa solo una parte di questi rincari. La speculazione(o truffa legalizzata che dir si voglia ) è il vero motivo che i giornalai non dicono. basti pensare che il fatturato eni 2021 è di 5 miliardi, quest'anno è in netta crescita. L'eni ovviamente non è più nostra, è ormai degli speculatori... Situazione identica per enel.
 

Nomaduk

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Il problema è solo il sistema contorto del mercato del gas.

Ma qualcuno lo sa che l' Italia sta oggi VENDENDO gas perché ne abbiamo troppo e gli stoccaggi sono pieni?
non è l'italia che vende gas. è l'eni che è nostra ormai solo per una piccola parte. Gli investitori privati decidono quello che vogliono.
 

Swaitak

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È uguale.

Voglio solo dire che il problema non è la carenza di gas
la carenza non è un problema in questo momento, ci sta venderne una parte. Però da fine novembre non devono azzardarsi.

Tramontato il price cap, Cingolani ha detto che stanno lavorano ad una proposta per agganciare il prezzo del gas a borse più stabili di quella Olandese Ttf. Però gli ho sentito dire tra le tante ''Borsa cinese'' :asd:
 

Andris

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lunga intervista di Scaroni a Il Foglio sul gas ma molto interessante:

"Abbiamo sbagliato, in sede Nato, a non costruire un patto, con tutti i paesi Nato, finalizzato a raggiungere uno scopo preciso.

Noi, insieme, diamo una mano all’Ucraina, per difendersi, come è giusto che sia, ma nessun paese Nato deve arricchirsi in questa situazione
Perchè Stati Uniti, Canada e Norvegia non danno una mano all'Italia ?

Penso a paesi che hanno tratto giovamento dall’aumento dei prezzi del gas, anche sul Gnl, come Stati Uniti e Canada, ma penso soprattutto e direi prima di ogni altra cosa alla Norvegia, che esporta ogni anno 120 miliardi di metri cubi di gas, in Europa, e che oggi, mentre noi soffriamo per le bollette, incassa sei volte in più rispetto a quello che incassava un anno fa

Non è il mercato: è la non lungimiranza
Della classe politica europea che ha scelto di non fare quello che avrebbe dovuto fare: non occuparsi del price cap dopo, ma occuparsi del price cap prima, prima del problema, legando il sostegno al pacchetto delle sanzioni al sostegno delle nostre economie.

A me sembra sbagliato non aver detto, in sede Nato, guardate: noi diamo tutto il sostegno possibile all’Ucraina, ma prima ci dite anche come si spartiscono i mali e i beni

Essere atlantici significa tutelare i paesi che fanno parte del Patto atlantico.
Non credo sia un’eresia dire che la tutela deve essere doppia. La tutela militare.
E la tutela delle nostre economie in tempi di guerra.
A meno di non voler considerare la tutela degli interessi nazionali come un lato secondario della difesa della democrazia

Dovevano essere i paesi europei più esposti a occuparsi del problema, non la Germania che alcuni problemi può risolverseli anche da sola
Ora siamo nei guai fino al collo.
E non sono sicuro che un eventuale price cap, tra l’altro, sia una soluzione che può cambiare le carte in tavola.
Immaginate: noi diciamo che il gas liquido, per esempio, non può essere pagato più di 100 euro a Megawattora, poi in Giappone ne offrono 110.
Secondo voi il mercato offre Gnl a chi paga di più o a chi paga di meno?
L’unico cap che avrebbe un senso è sul gas via tubo, applicato a quei paesi, come la Norvegia, come l’Algeria, come l’Azerbaigian, in teoria anche la Libia, che purtroppo esporta sempre meno, che il gas non possono che esportarlo da noi

La Russia, per l’Italia, per l’Europa, è stata a lungo ciò che il Texas ha rappresentato e rappresenta oggi per gli Stati Uniti: un fornitore di energia e di materie prime a basso costo, facilmente raggiungibile, facilmente collegabile, e con questo sistema l’Europa ha trovato una sua forma di equilibrio.
La Russia ci riforniva energia a prezzi bassi, che era quello di cui avevamo bisogno, e l’Europa offriva alla Russia quello che di cui avevano bisogno, ovvero tecnologia, innovazione.

Oggi siamo di fronte a una trasformazione epocale, doverosa ci mancherebbe, ma non sono sicuro che saremo in grado di vivere, a livello energetico, come abbiamo vissuto finora.
Ci saranno cambiamenti strutturali nei prossimi anni.
Cambieranno i consumi delle famiglie, che per pagare bollette più basse dovranno ridurre i consumi energetici.
Cambierà la geografia della distribuzione delle grandi imprese energivore, che è verosimile andranno fuori dall’Europa se il caro energia, come temo, resterà ancora a lungo con noi.
Cambierà, poi, anche il costo strutturale dell’energia che avremo, perché per quanto gas in più riusciremo a importare e per quante rinnovabili in più riusciremo ad avere non riusciremo mai a sostituire i 29 miliardi di metri cubi di gas russo con altro gas via tubo, e facciamo finta ovviamente di non ricordarci che il gas che arriva da paesi come l’Azerbaigian arriva seguendo logiche politiche non estranee dalle volontà russe.

Insomma, quel che succederà mi pare evidente.
Importeremo gas liquefatto e i costi di trasformazione molto alti di quel gas liquefatto andranno a ricadere sulle bollette

Finirà, temo, che il consumatore europeo pagherà la bolletta, elettrica e del gas, il doppio o il triplo del consumatore americano.

Ci sarebbero alternative, ovviamente, ma sono alternative molto costose, anche politicamente, se si pensa che l’unico paese vicino che potrebbe un giorno fornirci gli stessi quantitativi di gas che arrivavano fino a qualche tempo fa dalla Russia è l’Iran. E ho detto tutto.


Bisogna essere pragmatici per risolvere i problemi e se i problemi si nascondono sotto il tappeto non riusciremo a risolverli quando si ripresenteranno.
Sconsiglierei, per esempio, di non capire che la governance dell’Europa, per come è fatta, purtroppo non funziona come dovrebbe, e in situazioni come quelle di oggi, in cui si affronta tutto con lentezza, senza visione complessiva, non ci si può stupire se gli stati seguano vie nazionali per la risoluzione dei problemi

Obiettivo numero uno: lavorare come dei pazzi per intervenire sul prezzo del gas norvegese.

E chiedere una mano a livello Nato, agli Stati Uniti, per evitare che l’Europa sia l’unico continente a pagare il prezzo della sacrosanta difesa dell’Ucraina"


il nostro presidente ministro degli Esteri :unsure:
 
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lunga intervista di Scaroni a Il Foglio sul gas ma molto interessante:

"Abbiamo sbagliato, in sede Nato, a non costruire un patto, con tutti i paesi Nato, finalizzato a raggiungere uno scopo preciso.

Noi, insieme, diamo una mano all’Ucraina, per difendersi, come è giusto che sia, ma nessun paese Nato deve arricchirsi in questa situazione
Perchè Stati Uniti, Canada e Norvegia non danno una mano all'Italia ?

Penso a paesi che hanno tratto giovamento dall’aumento dei prezzi del gas, anche sul Gnl, come Stati Uniti e Canada, ma penso soprattutto e direi prima di ogni altra cosa alla Norvegia, che esporta ogni anno 120 miliardi di metri cubi di gas, in Europa, e che oggi, mentre noi soffriamo per le bollette, incassa sei volte in più rispetto a quello che incassava un anno fa

Non è il mercato: è la non lungimiranza
Della classe politica europea che ha scelto di non fare quello che avrebbe dovuto fare: non occuparsi del price cap dopo, ma occuparsi del price cap prima, prima del problema, legando il sostegno al pacchetto delle sanzioni al sostegno delle nostre economie.

A me sembra sbagliato non aver detto, in sede Nato, guardate: noi diamo tutto il sostegno possibile all’Ucraina, ma prima ci dite anche come si spartiscono i mali e i beni

Essere atlantici significa tutelare i paesi che fanno parte del Patto atlantico.
Non credo sia un’eresia dire che la tutela deve essere doppia. La tutela militare.
E la tutela delle nostre economie in tempi di guerra.
A meno di non voler considerare la tutela degli interessi nazionali come un lato secondario della difesa della democrazia

Dovevano essere i paesi europei più esposti a occuparsi del problema, non la Germania che alcuni problemi può risolverseli anche da sola
Ora siamo nei guai fino al collo.
E non sono sicuro che un eventuale price cap, tra l’altro, sia una soluzione che può cambiare le carte in tavola.
Immaginate: noi diciamo che il gas liquido, per esempio, non può essere pagato più di 100 euro a Megawattora, poi in Giappone ne offrono 110.
Secondo voi il mercato offre Gnl a chi paga di più o a chi paga di meno?
L’unico cap che avrebbe un senso è sul gas via tubo, applicato a quei paesi, come la Norvegia, come l’Algeria, come l’Azerbaigian, in teoria anche la Libia, che purtroppo esporta sempre meno, che il gas non possono che esportarlo da noi

La Russia, per l’Italia, per l’Europa, è stata a lungo ciò che il Texas ha rappresentato e rappresenta oggi per gli Stati Uniti: un fornitore di energia e di materie prime a basso costo, facilmente raggiungibile, facilmente collegabile, e con questo sistema l’Europa ha trovato una sua forma di equilibrio.
La Russia ci riforniva energia a prezzi bassi, che era quello di cui avevamo bisogno, e l’Europa offriva alla Russia quello che di cui avevano bisogno, ovvero tecnologia, innovazione.

Oggi siamo di fronte a una trasformazione epocale, doverosa ci mancherebbe, ma non sono sicuro che saremo in grado di vivere, a livello energetico, come abbiamo vissuto finora.
Ci saranno cambiamenti strutturali nei prossimi anni.
Cambieranno i consumi delle famiglie, che per pagare bollette più basse dovranno ridurre i consumi energetici.
Cambierà la geografia della distribuzione delle grandi imprese energivore, che è verosimile andranno fuori dall’Europa se il caro energia, come temo, resterà ancora a lungo con noi.
Cambierà, poi, anche il costo strutturale dell’energia che avremo, perché per quanto gas in più riusciremo a importare e per quante rinnovabili in più riusciremo ad avere non riusciremo mai a sostituire i 29 miliardi di metri cubi di gas russo con altro gas via tubo, e facciamo finta ovviamente di non ricordarci che il gas che arriva da paesi come l’Azerbaigian arriva seguendo logiche politiche non estranee dalle volontà russe.

Insomma, quel che succederà mi pare evidente.
Importeremo gas liquefatto e i costi di trasformazione molto alti di quel gas liquefatto andranno a ricadere sulle bollette

Finirà, temo, che il consumatore europeo pagherà la bolletta, elettrica e del gas, il doppio o il triplo del consumatore americano.

Ci sarebbero alternative, ovviamente, ma sono alternative molto costose, anche politicamente, se si pensa che l’unico paese vicino che potrebbe un giorno fornirci gli stessi quantitativi di gas che arrivavano fino a qualche tempo fa dalla Russia è l’Iran. E ho detto tutto.


Bisogna essere pragmatici per risolvere i problemi e se i problemi si nascondono sotto il tappeto non riusciremo a risolverli quando si ripresenteranno.
Sconsiglierei, per esempio, di non capire che la governance dell’Europa, per come è fatta, purtroppo non funziona come dovrebbe, e in situazioni come quelle di oggi, in cui si affronta tutto con lentezza, senza visione complessiva, non ci si può stupire se gli stati seguano vie nazionali per la risoluzione dei problemi

Obiettivo numero uno: lavorare come dei pazzi per intervenire sul prezzo del gas norvegese.

E chiedere una mano a livello Nato, agli Stati Uniti, per evitare che l’Europa sia l’unico continente a pagare il prezzo della sacrosanta difesa dell’Ucraina"


il nostro presidente ministro degli Esteri :unsure:
Da ignorante in materia, non c'è una virgola sbagliata.

Vedremo come finirà, situazione a dir poco ingarbugliata, ma voglio essere ottimista se Mady Vlady si placa un pò, e pure gli altri.

In qualche modo finirà, speriamo non male.
 

Swaitak

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lunga intervista di Scaroni a Il Foglio sul gas ma molto interessante:

"Abbiamo sbagliato, in sede Nato, a non costruire un patto, con tutti i paesi Nato, finalizzato a raggiungere uno scopo preciso.

Noi, insieme, diamo una mano all’Ucraina, per difendersi, come è giusto che sia, ma nessun paese Nato deve arricchirsi in questa situazione
Perchè Stati Uniti, Canada e Norvegia non danno una mano all'Italia ?

Penso a paesi che hanno tratto giovamento dall’aumento dei prezzi del gas, anche sul Gnl, come Stati Uniti e Canada, ma penso soprattutto e direi prima di ogni altra cosa alla Norvegia, che esporta ogni anno 120 miliardi di metri cubi di gas, in Europa, e che oggi, mentre noi soffriamo per le bollette, incassa sei volte in più rispetto a quello che incassava un anno fa

Non è il mercato: è la non lungimiranza
Della classe politica europea che ha scelto di non fare quello che avrebbe dovuto fare: non occuparsi del price cap dopo, ma occuparsi del price cap prima, prima del problema, legando il sostegno al pacchetto delle sanzioni al sostegno delle nostre economie.

A me sembra sbagliato non aver detto, in sede Nato, guardate: noi diamo tutto il sostegno possibile all’Ucraina, ma prima ci dite anche come si spartiscono i mali e i beni

Essere atlantici significa tutelare i paesi che fanno parte del Patto atlantico.
Non credo sia un’eresia dire che la tutela deve essere doppia. La tutela militare.
E la tutela delle nostre economie in tempi di guerra.
A meno di non voler considerare la tutela degli interessi nazionali come un lato secondario della difesa della democrazia

Dovevano essere i paesi europei più esposti a occuparsi del problema, non la Germania che alcuni problemi può risolverseli anche da sola
Ora siamo nei guai fino al collo.
E non sono sicuro che un eventuale price cap, tra l’altro, sia una soluzione che può cambiare le carte in tavola.
Immaginate: noi diciamo che il gas liquido, per esempio, non può essere pagato più di 100 euro a Megawattora, poi in Giappone ne offrono 110.
Secondo voi il mercato offre Gnl a chi paga di più o a chi paga di meno?
L’unico cap che avrebbe un senso è sul gas via tubo, applicato a quei paesi, come la Norvegia, come l’Algeria, come l’Azerbaigian, in teoria anche la Libia, che purtroppo esporta sempre meno, che il gas non possono che esportarlo da noi

La Russia, per l’Italia, per l’Europa, è stata a lungo ciò che il Texas ha rappresentato e rappresenta oggi per gli Stati Uniti: un fornitore di energia e di materie prime a basso costo, facilmente raggiungibile, facilmente collegabile, e con questo sistema l’Europa ha trovato una sua forma di equilibrio.
La Russia ci riforniva energia a prezzi bassi, che era quello di cui avevamo bisogno, e l’Europa offriva alla Russia quello che di cui avevano bisogno, ovvero tecnologia, innovazione.

Oggi siamo di fronte a una trasformazione epocale, doverosa ci mancherebbe, ma non sono sicuro che saremo in grado di vivere, a livello energetico, come abbiamo vissuto finora.
Ci saranno cambiamenti strutturali nei prossimi anni.
Cambieranno i consumi delle famiglie, che per pagare bollette più basse dovranno ridurre i consumi energetici.
Cambierà la geografia della distribuzione delle grandi imprese energivore, che è verosimile andranno fuori dall’Europa se il caro energia, come temo, resterà ancora a lungo con noi.
Cambierà, poi, anche il costo strutturale dell’energia che avremo, perché per quanto gas in più riusciremo a importare e per quante rinnovabili in più riusciremo ad avere non riusciremo mai a sostituire i 29 miliardi di metri cubi di gas russo con altro gas via tubo, e facciamo finta ovviamente di non ricordarci che il gas che arriva da paesi come l’Azerbaigian arriva seguendo logiche politiche non estranee dalle volontà russe.

Insomma, quel che succederà mi pare evidente.
Importeremo gas liquefatto e i costi di trasformazione molto alti di quel gas liquefatto andranno a ricadere sulle bollette

Finirà, temo, che il consumatore europeo pagherà la bolletta, elettrica e del gas, il doppio o il triplo del consumatore americano.

Ci sarebbero alternative, ovviamente, ma sono alternative molto costose, anche politicamente, se si pensa che l’unico paese vicino che potrebbe un giorno fornirci gli stessi quantitativi di gas che arrivavano fino a qualche tempo fa dalla Russia è l’Iran. E ho detto tutto.


Bisogna essere pragmatici per risolvere i problemi e se i problemi si nascondono sotto il tappeto non riusciremo a risolverli quando si ripresenteranno.
Sconsiglierei, per esempio, di non capire che la governance dell’Europa, per come è fatta, purtroppo non funziona come dovrebbe, e in situazioni come quelle di oggi, in cui si affronta tutto con lentezza, senza visione complessiva, non ci si può stupire se gli stati seguano vie nazionali per la risoluzione dei problemi

Obiettivo numero uno: lavorare come dei pazzi per intervenire sul prezzo del gas norvegese.

E chiedere una mano a livello Nato, agli Stati Uniti, per evitare che l’Europa sia l’unico continente a pagare il prezzo della sacrosanta difesa dell’Ucraina"


il nostro presidente ministro degli Esteri :unsure:
pari pari quello che penso da quando hanno inventato le sanzioni, ed io non sono un ex AD Eni.
Non è pessimismo, è capire che il problema esiste e non si affronta con l'arcobaleno sulla finestra.
Il dubbio più grosso è su come affronteremo l'inverno 2023-24.
Dovessimo consumare gran parte degli stoccaggi (ed ho motivo per pensarlo), la prossima estate sarà difficilissimo tornare ai livelli dell' 80-90% di riempimento, perchè un conto è avere il gas a portata di mano con un tubo un altro è dover aspettare le metaniere (con una quantità limitata) ogni 15 giorni.

Grande Scaroni, se il Milan fosse una compagnia petrolifera saresti perfetto.
 
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Andris

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secondo La Stampa c'è il rischio di "una pandemia energetica"

Sarebbero già in atto delle liste nere di cittadini e aziende, soprattutto da parte di fornitori di servizi energetici medio-piccoli che vanno in crisi di liquidità facilmente


Ecco i criteri:

-storico pagamenti

-quartiere di residenza


-utenti che hanno avuto problemi con mutuo, carta di credito e rate varie

Basta dunque che anni fa hai saltato una rata di un prodotto per avere il taglio di luce e gas oggi

Obiettivo dichiarato è tenere i clienti meno rischiosi ed evitare i morosi

Utilitalia, associazione di 450 piccole società di servizi, afferma che 70 associati sono a rischio fallimento
 

Raryof

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Intanto da me è saltata la luce per una ventina di minuti poco fa, casualità o sarà una roba normale?
 
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