La differenza è che oggi non c’è un modo per stabilire oggettivamente il più forte d’Europa (anche se si presume che una squadra che domina in Champions lo sia, poi è chiaro che il bello della Champions è anche la sua imprevedibilità) cosa che con un girone unico ci sarebbe. Oggi, da un certo punto di vista, si parte tutti sullo stesso piano, ma che chi ha dimostrato sul campo di essere il più forte in un girone unico debba vedersi sottratto il titolo da una sculata in un playoff per me è fuori da ogni logica.
Senza contare che toglierebbe ogni valore alla vittoria, perché chiunque capisca di calcio considererebbe come veritiero il risultato della regular season e guarderebbe gli upset dei playoff per quello che sono, un premietto di consolazione.
Si fa molto presto a capirlo eh, non servono grandi viaggi mentali, immaginate la Premier di quest’anno col titolo vinto dal Chelsea (-34 dal Liverpool primo in classifica).
Sono sicurissimo che ogni singolo appassionato di calcio considerebbe vera vincitrice la squadra di Klopp.
In un certo senso è un sistema che scontenterebbe tutti (a meno che il primo classificato in regular season non riesca a confermarsi anche nei playoff): il Liverpool sarebbe scontento perchè pur avendo dimostrato INEQUIVOCABILMENTE di essere la squadra più forte d’Inghilterra non si vedrebbe riconosciuto un trofeo; il Chelsea sarebbe scontento perché a considerarli campioni d’Europa sarebbe solo qualche (nemmeno tutti) loro tifoso, mentre tutti gli altri appassionati darebbero a questo “scudetto” vinto dal Chelsea un valore pressoché nullo. E un titolo, una vittoria, che non ti è riconosciuta da nessun avversario e che nemmeno tu tifoso ti riconosci (il dramma di molti juventini, che sanno di rubare anche se non lo ammettono e sanno che se nessuno riconosce gran parte delle loro vittorie un motivo c’è), non ha senso di esistere.
Un sistema che rischia concretamente di scontentare tutti e di lasciare solo un grande amaro in bocca sia ai vincitori che ai vinti, anzi, un sistema che non permetta nemmeno di identificare con precisione CHI debba considerarsi vincitore e chi vinto (perché ci sarebbero molte stagioni dove il VERO vincitore, quello che avrebbe dimostrato di essere il più forte in girone unico, alla fine sarebbe “perdente”, mentre il perdente vero, quello che ha preso 10/15/20 punti risulterebbe “vincente” ma un vincente talmente farlocco che nemmeno lui, in molti casi, si considererebbe tale) per me è da bocciare assolutamente, tanto più nella più grande competizione di calcio per club, fintanto che si parla di calcio a 5 ok, ma con tutto il rispetto la Champions è altra roba.
Guarda, ti dirò, una roba del genere già farebbe molta fatica a passare nei campionati nazionali, ma nella massima competizione europea, anzi mondiale (perché da sempre, tranne alcune parentesi di parità con le squadre sudamericane negli anni ‘60 e ‘90, la Coppa Campioni/Champions è la più grande competizione mondiale per club dove si scontrano tutte le squadre più forti del globo, anche se si gioca solo in Europa), per club, non credo proprio che passerebbe, cioè nei campionati forse, anche perché ormai gliene frega poco alla maggioranza della gente, ma fare una roba del genere in Champions beh, ti dico, questa cosa riuscirebbe in un’impresa nella quale perfino il glorioso fine impero Bellucconiano e l’interregno di Idiott hanno fallito: farmi mollare il calcio per club definitivamente e farmi seguire solo le nazionali.
Infatti anche quando leggevo i piani per la nuova Champions del 2024 non ho mai letto (grazie a Dio) nessun piano di girone unico e robe del genere, il piano più accreditato è quello di passare da otto gironi a quattro squadre a quattro gironi da otto squadre, e poi l’eliminazione diretta.
Quello avrebbe un senso, così aumenti le partite europee (e ovviamente dovresti diminuire quelle di campionato, cioè tornare ai campionati a 16) che è quello che vogliono tutti.
Il progetto della nuova Champions infatti è questo:
1. Iscritte 32 squadre con un peso al ranking storico.
2. Garantito un maggior numero di partite dal momento che le partecipanti sarebbero divise in quattro gironi da otto così da avere per ogni partecipante alla nuova Champions un minimo di quattordici partite europee stagionali, con impatto evidente sul valore dei diritti televisivi.
3. La fase ad eliminazione diretta resterebbe identica a quella di oggi, con ottavi, quarti, semifinali e finale per decidere la vincitrice.
4. Oltre al calendario cambierebbe il metodo d’accesso, nel senso che non sarà più garantito attraverso il piazzamento nel campionato nazionale. Infatti 24 delle 32 iscritte si garantirebbero l’accesso alla successiva Champions classificandosi nelle prime sei posizioni del girone. Dei vacanti 8 posti per la successiva superchampions, 4 sarebbero riempiti dalle semifinalisti di Europa League (che tornerebbe ad avere un valore) e altri 4 saranno destinati ad un sistema aperto che prenda in considerazione i risultati dei campionati nazionali.
Ecco, questo sarebbe un cambiamento assennato, che modificherebbe si la Champions in relazione ai tempi che cambiano ma non ne cambierebbe l’anima, l’identità. Istituire un girone unico e lasciare l’eliminazione diretta solo come appendice finale (per decretare cosa? Un più forte, un campione, già abbondantemente decretato dal girone unico?) invece sarebbe uno stravolgimento che non avrebbe alcuna continuità con ciò che è stata la CL fin da metà anni ‘50, e ne ucciderebbe gran parte dell’attrattiva.