Cardinale:"Non vendo il Milan. Pioli? Non licenzio. Lo stadio...".

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Jerry Cardinale al CorSera in edicola: rinfrancato dalla vittoria del suo Milan in Europa League («Sono molto soddisfatto di quello che ho visto, partite così danno ai giocatori tanta fiducia, ci voleva. Malgrado i molti nuovi innesti il gruppo sta facendo progressi»),

Gerry Cardinale è già in procinto di ripartire. Tra le prossime tappe, anche il Medio Oriente: «Ho un ufficio a Dubai, uno ad Abu Dhabi, ne sto aprendo uno a Riad. RedBird ha molti interessi in questi Paesi». Durante un suo precedente tour nell’area, aveva preso forza la voce della vendita del Milan a fondi sauditi.

Argomento che rischia di fargli perdere il buon umore acquisito con la vittoria sul Rennes. «Voglio essere categorico: è completamente falso. Sono qui per starci a lungo, ho un lavoro da fare. Mi sono impegnato a riportare il Milan in vetta alla serie A e all’Europa e non mi fermerò prima di aver raggiunto questi risultati. E quando li avremo raggiunti, vorrò raggiungerli ancora». A 18 mesi dall’acquisizione del Milan, forse la cosa che lo disturba di più è proprio l’incertezza sul futuro che queste voci creano. «È per i tifosi che mi dispiace, perché vengono indotti a pensare a un’instabilità che non c’è ventilando cambiamenti non veritieri nella struttura societaria. Io non mi lascio distrarre e resto concentrato sulle cose da fare. Prenda ad esempio anche la storia del vendor loan sottoscritto con Elliott; sono io che l’ho voluto, perché Elliott ha fatto un grande lavoro. Nessuno mi ha messo una pistola alla tempia. Si può non essere d’accordo con le mie strategie, ma non inventarle. Sono un esperto di corporate finance: supporre che a 18 mesi da queste scelte io stia incontrando difficoltà è privo di fondamento. Sarebbe meglio stimolare dibattiti su come riportare la serie A a essere un campionato di riferimento, o sull’importanza per i club di stadi moderni».

Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

Altre news di giornata



—) Zola:"Loftus da 10 gol. Con lui fai salto di qualità".


—) Milan: Jovic col Monza. La formazione.


—) Cardinale:"Non vendo il Milan. Pioli? Non licenzio. Lo stadio...".


—) Pioli può scegliere. Thiaw, poi Tomori e Kalulu. I rientri.


—) Milan: c'è Di Gregorio. Maignan: le richieste...


—) Braida:"Milan, tieniti stretto Pioli. Puoi vincere l'EL".


—) Loftus: leader che segna come un 9. A -3 dal record di 10 gol


—) Leao: PSG pronto. Via per offerte folli.

 

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Jerry Cardinale al CorSera in edicola: rinfrancato dalla vittoria del suo Milan in Europa League («Sono molto soddisfatto di quello che ho visto, partite così danno ai giocatori tanta fiducia, ci voleva. Malgrado i molti nuovi innesti il gruppo sta facendo progressi»),

Gerry Cardinale è già in procinto di ripartire. Tra le prossime tappe, anche il Medio Oriente: «Ho un ufficio a Dubai, uno ad Abu Dhabi, ne sto aprendo uno a Riad. RedBird ha molti interessi in questi Paesi». Durante un suo precedente tour nell’area, aveva preso forza la voce della vendita del Milan a fondi sauditi.

Argomento che rischia di fargli perdere il buon umore acquisito con la vittoria sul Rennes. «Voglio essere categorico: è completamente falso. Sono qui per starci a lungo, ho un lavoro da fare. Mi sono impegnato a riportare il Milan in vetta alla serie A e all’Europa e non mi fermerò prima di aver raggiunto questi risultati. E quando li avremo raggiunti, vorrò raggiungerli ancora». A 18 mesi dall’acquisizione del Milan, forse la cosa che lo disturba di più è proprio l’incertezza sul futuro che queste voci creano. «È per i tifosi che mi dispiace, perché vengono indotti a pensare a un’instabilità che non c’è ventilando cambiamenti non veritieri nella struttura societaria. Io non mi lascio distrarre e resto concentrato sulle cose da fare. Prenda ad esempio anche la storia del vendor loan sottoscritto con Elliott; sono io che l’ho voluto, perché Elliott ha fatto un grande lavoro. Nessuno mi ha messo una pistola alla tempia. Si può non essere d’accordo con le mie strategie, ma non inventarle. Sono un esperto di corporate finance: supporre che a 18 mesi da queste scelte io stia incontrando difficoltà è privo di fondamento. Sarebbe meglio stimolare dibattiti su come riportare la serie A a essere un campionato di riferimento, o sull’importanza per i club di stadi moderni».

Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

Sempre da mani nei capelli.

E occhio a San Siro "Ristuccato" come ripeto da tempo.
 

Gekyn

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Jerry Cardinale al CorSera in edicola: rinfrancato dalla vittoria del suo Milan in Europa League («Sono molto soddisfatto di quello che ho visto, partite così danno ai giocatori tanta fiducia, ci voleva. Malgrado i molti nuovi innesti il gruppo sta facendo progressi»),

Gerry Cardinale è già in procinto di ripartire. Tra le prossime tappe, anche il Medio Oriente: «Ho un ufficio a Dubai, uno ad Abu Dhabi, ne sto aprendo uno a Riad. RedBird ha molti interessi in questi Paesi». Durante un suo precedente tour nell’area, aveva preso forza la voce della vendita del Milan a fondi sauditi.

Argomento che rischia di fargli perdere il buon umore acquisito con la vittoria sul Rennes. «Voglio essere categorico: è completamente falso. Sono qui per starci a lungo, ho un lavoro da fare. Mi sono impegnato a riportare il Milan in vetta alla serie A e all’Europa e non mi fermerò prima di aver raggiunto questi risultati. E quando li avremo raggiunti, vorrò raggiungerli ancora». A 18 mesi dall’acquisizione del Milan, forse la cosa che lo disturba di più è proprio l’incertezza sul futuro che queste voci creano. «È per i tifosi che mi dispiace, perché vengono indotti a pensare a un’instabilità che non c’è ventilando cambiamenti non veritieri nella struttura societaria. Io non mi lascio distrarre e resto concentrato sulle cose da fare. Prenda ad esempio anche la storia del vendor loan sottoscritto con Elliott; sono io che l’ho voluto, perché Elliott ha fatto un grande lavoro. Nessuno mi ha messo una pistola alla tempia. Si può non essere d’accordo con le mie strategie, ma non inventarle. Sono un esperto di corporate finance: supporre che a 18 mesi da queste scelte io stia incontrando difficoltà è privo di fondamento. Sarebbe meglio stimolare dibattiti su come riportare la serie A a essere un campionato di riferimento, o sull’importanza per i club di stadi moderni».

Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

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Vai Gerry sei tutti noi......
 
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Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

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non fare il fenomeno Jerry...non hai la piu pallida idea di come saldare il debito con Elliott se non vendendo tutto il pacchetto...cosa che tu non vuoi fare e sei in cerca del solito socio di minoranza che paga per non comandare... :asd:
 

iceman.

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Jerry Cardinale al CorSera in edicola: rinfrancato dalla vittoria del suo Milan in Europa League («Sono molto soddisfatto di quello che ho visto, partite così danno ai giocatori tanta fiducia, ci voleva. Malgrado i molti nuovi innesti il gruppo sta facendo progressi»),

Gerry Cardinale è già in procinto di ripartire. Tra le prossime tappe, anche il Medio Oriente: «Ho un ufficio a Dubai, uno ad Abu Dhabi, ne sto aprendo uno a Riad. RedBird ha molti interessi in questi Paesi». Durante un suo precedente tour nell’area, aveva preso forza la voce della vendita del Milan a fondi sauditi.

Argomento che rischia di fargli perdere il buon umore acquisito con la vittoria sul Rennes. «Voglio essere categorico: è completamente falso. Sono qui per starci a lungo, ho un lavoro da fare. Mi sono impegnato a riportare il Milan in vetta alla serie A e all’Europa e non mi fermerò prima di aver raggiunto questi risultati. E quando li avremo raggiunti, vorrò raggiungerli ancora». A 18 mesi dall’acquisizione del Milan, forse la cosa che lo disturba di più è proprio l’incertezza sul futuro che queste voci creano. «È per i tifosi che mi dispiace, perché vengono indotti a pensare a un’instabilità che non c’è ventilando cambiamenti non veritieri nella struttura societaria. Io non mi lascio distrarre e resto concentrato sulle cose da fare. Prenda ad esempio anche la storia del vendor loan sottoscritto con Elliott; sono io che l’ho voluto, perché Elliott ha fatto un grande lavoro. Nessuno mi ha messo una pistola alla tempia. Si può non essere d’accordo con le mie strategie, ma non inventarle. Sono un esperto di corporate finance: supporre che a 18 mesi da queste scelte io stia incontrando difficoltà è privo di fondamento. Sarebbe meglio stimolare dibattiti su come riportare la serie A a essere un campionato di riferimento, o sull’importanza per i club di stadi moderni».

Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

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Uno che parla di vittorie e di voler vincere e poi conferma Paperino e Pioli che con le vittorie c'entrano zero vuol dire solo una cosa...ci prende per il sedere.
Vuole vincere ?
Prendi Conte.
Rinnova Maignan
Tieni Leao
Tieni Theo
Compra campioni.

Non ci vuole la scienza, il calcio è roba semplice, se hai una rosa di campioni vincere è più facile.
 

Giangy

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Jerry Cardinale al CorSera in edicola: rinfrancato dalla vittoria del suo Milan in Europa League («Sono molto soddisfatto di quello che ho visto, partite così danno ai giocatori tanta fiducia, ci voleva. Malgrado i molti nuovi innesti il gruppo sta facendo progressi»),

Gerry Cardinale è già in procinto di ripartire. Tra le prossime tappe, anche il Medio Oriente: «Ho un ufficio a Dubai, uno ad Abu Dhabi, ne sto aprendo uno a Riad. RedBird ha molti interessi in questi Paesi». Durante un suo precedente tour nell’area, aveva preso forza la voce della vendita del Milan a fondi sauditi.

Argomento che rischia di fargli perdere il buon umore acquisito con la vittoria sul Rennes. «Voglio essere categorico: è completamente falso. Sono qui per starci a lungo, ho un lavoro da fare. Mi sono impegnato a riportare il Milan in vetta alla serie A e all’Europa e non mi fermerò prima di aver raggiunto questi risultati. E quando li avremo raggiunti, vorrò raggiungerli ancora». A 18 mesi dall’acquisizione del Milan, forse la cosa che lo disturba di più è proprio l’incertezza sul futuro che queste voci creano. «È per i tifosi che mi dispiace, perché vengono indotti a pensare a un’instabilità che non c’è ventilando cambiamenti non veritieri nella struttura societaria. Io non mi lascio distrarre e resto concentrato sulle cose da fare. Prenda ad esempio anche la storia del vendor loan sottoscritto con Elliott; sono io che l’ho voluto, perché Elliott ha fatto un grande lavoro. Nessuno mi ha messo una pistola alla tempia. Si può non essere d’accordo con le mie strategie, ma non inventarle. Sono un esperto di corporate finance: supporre che a 18 mesi da queste scelte io stia incontrando difficoltà è privo di fondamento. Sarebbe meglio stimolare dibattiti su come riportare la serie A a essere un campionato di riferimento, o sull’importanza per i club di stadi moderni».

Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

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Confermare il papero e Pinoli sarebbe desolante.
 

Solo

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Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

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Dichiarazioni ok direi.

- A giugno quindi forse riusciamo finalmente ad evitare l'ennesimo ribaltone dirigenziale e programmare un mercato in tempi decenti
- Avanti con San Donato
- Problema infortuni evidenziato
- Stagione non ok anche se stiamo parzialmente recuperando
- Su Pioli che non sarebbe stato cacciato a stagione in corso ci era stato detto in tutte le lingue... Vediamo se a fine stagione arriva la colazione di lavoro anche per lui... Al momento ha la gran cassa mediatica dalla sua, ma voglio vedere dopo il derby di ritorno e l'uscita dalla EL...
 
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Gerry Cardinale è già in procinto di ripartire. Tra le prossime tappe, anche il Medio Oriente: «Ho un ufficio a Dubai, uno ad Abu Dhabi, ne sto aprendo uno a Riad. RedBird ha molti interessi in questi Paesi». Durante un suo precedente tour nell’area, aveva preso forza la voce della vendita del Milan a fondi sauditi.

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Ecco, il nuovo stadio. Il Milan ha acquistato i terreni di San Donato, il progetto prosegue, mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole incontrare i club per riconsiderare la permanenza a San Siro. Possibile? «Sono molto soddisfatto dei progressi che stiamo facendo, decisamente tanti in 18 mesi, per arrivare a costruire il primo nuovo stadio in Italia dal 2011, con 70.000 posti. Riconsiderare San Siro? Non credo a questo punto, ma ogni opzione merita attenzione».

I tifosi, va detto, sono più interessati ai risultati sportivi. Il gap con l’Inter capolista e l’uscita dalla Champions hanno creato malumori, Stefano Pioli non è più on fire da tempo, almeno nel gradimento di una parte della tifoseria. Cardinale ne è al corrente, ma invita alla calma. È così che ragiona da quando ha comprato il club e continuerà a farlo. «Abbiamo cambiato tanto e ci vuole tempo per creare un team coeso. Siamo comunque in crescita, vicini al secondo posto, e di questo va dato merito a giocatori, staff, allenatore». Qualche tempo fa lei però aveva detto di non essere contento della stagione: «Lo sarò quando vinceremo la Champions. Ma non essere contento in un certa fase non si traduce necessariamente nel licenziare l’allenatore. Credo che Pioli stia facendo un buon lavoro in una situazione non facile, con una squadra molto rinnovata, non cedo alla tentazione di “licenziare” qualcuno tanto per cambiare qualcosa. Io dico: il campionato è ancora lungo, può succedere di tutto, stiamo a vedere. Dobbiamo migliorare in tante cose, con gli infortuni per esempio. Tutti, a partire da me, devono fare un lavoro migliore. Ma io non mi licenzierò, sarò qui per tanto tempo. Nessuno vuole vincere più di me».

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