Fossi un cittadino statunitense, il mio voto andrebbe a Bernie Sanders, con serietà parlando; tuttavia, chiamato Sanders contro Clinton alle primarie del Partito Democratico e sconfitto dalla stessa Hillary, per le presidenziali degli USA avrei sicuramente scelto Trump.
La Clinton, come è già stato detto, avrebbe dato continuità alla politica economica ed estera di Obama, di Bush prima di lui e del marito prima ancora; insomma, la Clinton avrebbe rappresentato consolidamento dello status quo e dell'establishment nordamericano.
Tutto ciò non accadrà anche con Trump? Non è detto, perché Trump non è un rivoluzionario e non è il salvatore della patria, ma soltanto un ignorante ultra-reazionario di destra; quindi, perché votare Trump? Perché Trump in politica non c'è mai stato e, per lo meno, ti lascia il beneficio del dubbio sul fatto che possa fare non dico cose buone, ma cose non peggiori della Clinton.
Questo discorso non vuole sostenere Trump, perché, come detto sopra, se fossi un cittadino statunitense il mio voto andrebbe a Sanders e mai e poi mai mi sognerei di votare Trump; tuttavia, alle presidenziali s'è dovuto dar conto ad una scelta paradossale: da un lato, un personaggio politicamente imbarazzante e poco credibile, cioè Trump; dall'altro, un personaggio, secondo me, ancora peggiore, in quanto rappresentante dello stesso establishment che ha mandato, appena otto anni fa, il mondo occidentale sottosopra, cioè la Clinton.
Dunque, non definirei una vittoria quella di Trump, perché sono ben lungi da un personaggio come lui, ma se la sconfitta è Hillary non può farmi che piacere.
La mia speranza è che Trump possa non fare troppi danni in politica interna (qualcuno ha citato l'Obamacare) e in politica estera (magari con un minimo di distensione in Siria).