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Non si può dire che tu dica cose sbagliate. L'unico problema è quello menzionato dall'utente che ha scritto sopra, cioè il decidere sulla scorta di un mese giocato in condizioni totalmente anomale. Anche se devo dire che io vedevo dei cambiamenti nell'atteggiamento della squadra rispetto all'anno prima già a dicembre, prima dell'arrivo di Ibra. Anche la storia della "crisi del secondo anno" per me c'entra poco in effetti. Pioli, dopo il terzo posto con la Lazio, è uno che è sempre stato lì lì per raggiungere il livello di uno Spalletti ma non c'è mai riuscito. Non è la sicurezza di cui avevamo bisogno ma è ovviamente molto meglio degli ultimi allenatori, basti vedere come ha migliorato il rendimento di certi giocatori rispetto ai due precedenti allenatori. Ora, dato che il merito su questi giocatori è in buona parte suo, anche per aver azzeccato la preparazione e per la serenità che ha dato all'ambiente, sono concorde sul mercato: non dobbiamo farci ingannare dal momento e fare un mercato che risolva i nostri punti deboli atavici. Perché se no questi torneranno a galla al primo calo di condizione.
In parole povere, per me avremmo bisogno da anni della classica sicurezza alla Spalletti, ma se l'alternativa era Rangnick, la conferma di Pioli, che almeno una volta in carriera in Champions è arrivato a differenza degli ultimi nostri allenatori, è sacrosanta.
Tutto condivisibile salvo una cosa permettimi.
Questa assoluta certezza di successo con Spalletti io non la vedo, bastava lui allora che abbiamo preso a fare Ibra?
Quando Spalletti ha avuto materiale e società dietro ha fatto bene, quando non ce l'ha avuta no.
Poi anche qua conta la casualità.
Voglio dire, l'Inter di Spalletti quest'anno non si sarebbe certo qualificata in CL.