Pioli punta rinnovo e Sacchi. Conte, Motta e Farioli...

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Tuttosport in edicola: il palmares è diverso e Stefano Pioli difficilmente - mai direi mai... - lo potrà eguagliare. Domenica sera a San Siro contro il Napoli, però, l’attuale tecnico del Milan raggiungerà le 220 panchine da allenatore rossonero affiancando alla stessa quota un mito della storia del Diavolo come Arrigo Sacchi. Un traguardo importante, una spilla - un’altra - da appuntarsi sul petto. Chiaramente non sarà qualcosa da festeggiare, Pioli ha in mente altri obiettivi, come la rincorsa in campionato dove il Milan ha guadagnato 3 punti sulla Juventus, portandosi a meno 4 dal secondo posto con la zona Champions, (quasi) blindata; o cercare di andare il più avanti possibile in Europa League con Calabria e compagni che inizieranno fra dieci giorni il loro percorso nella coppa con i sedicesimi contro il Rennes. Ma, sotto sotto, il pensiero di Pioli è un altro: quello di tenersi il Milan, al di là di un contratto che di per sé già lo certificherebbe fino al 2025. Come noto, da tempo i rumori attorno alla sua panchina si susseguono. La proprietà e il club gli hanno sempre ribadito grande fiducia, in fondo l’estate scorsa fu scelto lui nel “gioco della torre” con Maldini, ma i risultati dell’ultimo anno e mezzo, in particolare la discontinuità mostrata dalla squadra in diversi periodi, non ha pienamente soddisfatto, così come non è piaciuta la gestione fisica con tanti, troppi infortunati. I tifosi da tempo sono meno schierati dalla parte del partito “pro Pioli”, ma è ovvio che la scelta del club andrà oltre questi ragionamenti. Thiago Motta e Farioli sono in cima al pensiero di chi vorrebbe un tecnico emergente per rilanciare il progetto, Conte un’idea difficile che rimane però sullo sfondo. Chi lotta per tenersi il Milan però è proprio Pioli e da quanto filtra a livello societario, la partita non sembra ancora chiusa. Certo, ci vorrà un finale di stagione “da Milan”, ma guai a dare per finito il ciclo di Pioli.


SCALATA CONTINUA
Ciclo iniziato il 9 ottobre 2019 che lo vedrà, come detto, toccare le 220 panchine come Sacchi domenica sera a San Siro. I due, seppur lontani per trofei vinti - Arrigo ha vinto uno scudetto come Stefano, ma pure due Coppe dei Campioni e altrettante Supercoppe europee e Coppe Intercontinentali, oltre a una Supercoppa italiana -, sono idealmente legati. Innanzitutto entrambi sono nati in Emilia Romagna, anche se Pioli è emiliano, Sacchi romagnolo. Pioli di Parma, città dove Sacchi allenava quando fu scelto da Silvio Berlusconi per il suo primo vero Milan. E poi Arrigo conquistò il suo scudetto nell’annata ’87-88 vincendo una partita decisiva contro il Napoli di Maradona; Napoli che sarà l’avversario per la partita 220 da tecnico del Milan di Pioli. Stefano domenica diventerà così il sesto allenatore della storia rossonera per numero di presenze. Contro il Rennes giovedì 15 febbraio, sempre a San Siro, staccherà Sacchi e potrà iniziare l’inseguimento a Liedholm, quinto a 280. È evidente che per provare la scalata, Pioli dovrà rimanere. A completare l’Olimpo dei grandi allenatori del Milan, ci sono poi Capello a quota 300, Viani a 376, Ancelotti a 420 e Rocco a 459. Pioli, però, nelle sue cinque stagioni in rossonero ha saputo far meglio di molti di loro per quanto concerne la percentuale di vittoria. Solo Ancelotti, per ora, gli è davanti con il 56,67%; Pioli segue a 54,79%. Tutti gli altri seguono a distanza (Viani 53,99%, Capello 53,67%, Rocco 52,94%, Sacchi 51,36% e Liedholm 45,71%).

—) Milan: tutte le news del 6 febbraio 2024
 

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Tuttosport in edicola: il palmares è diverso e Stefano Pioli difficilmente - mai direi mai... - lo potrà eguagliare. Domenica sera a San Siro contro il Napoli, però, l’attuale tecnico del Milan raggiungerà le 220 panchine da allenatore rossonero affiancando alla stessa quota un mito della storia del Diavolo come Arrigo Sacchi. Un traguardo importante, una spilla - un’altra - da appuntarsi sul petto. Chiaramente non sarà qualcosa da festeggiare, Pioli ha in mente altri obiettivi, come la rincorsa in campionato dove il Milan ha guadagnato 3 punti sulla Juventus, portandosi a meno 4 dal secondo posto con la zona Champions, (quasi) blindata; o cercare di andare il più avanti possibile in Europa League con Calabria e compagni che inizieranno fra dieci giorni il loro percorso nella coppa con i sedicesimi contro il Rennes. Ma, sotto sotto, il pensiero di Pioli è un altro: quello di tenersi il Milan, al di là di un contratto che di per sé già lo certificherebbe fino al 2025. Come noto, da tempo i rumori attorno alla sua panchina si susseguono. La proprietà e il club gli hanno sempre ribadito grande fiducia, in fondo l’estate scorsa fu scelto lui nel “gioco della torre” con Maldini, ma i risultati dell’ultimo anno e mezzo, in particolare la discontinuità mostrata dalla squadra in diversi periodi, non ha pienamente soddisfatto, così come non è piaciuta la gestione fisica con tanti, troppi infortunati. I tifosi da tempo sono meno schierati dalla parte del partito “pro Pioli”, ma è ovvio che la scelta del club andrà oltre questi ragionamenti. Thiago Motta e Farioli sono in cima al pensiero di chi vorrebbe un tecnico emergente per rilanciare il progetto, Conte un’idea difficile che rimane però sullo sfondo. Chi lotta per tenersi il Milan però è proprio Pioli e da quanto filtra a livello societario, la partita non sembra ancora chiusa. Certo, ci vorrà un finale di stagione “da Milan”, ma guai a dare per finito il ciclo di Pioli.


SCALATA CONTINUA
Ciclo iniziato il 9 ottobre 2019 che lo vedrà, come detto, toccare le 220 panchine come Sacchi domenica sera a San Siro. I due, seppur lontani per trofei vinti - Arrigo ha vinto uno scudetto come Stefano, ma pure due Coppe dei Campioni e altrettante Supercoppe europee e Coppe Intercontinentali, oltre a una Supercoppa italiana -, sono idealmente legati. Innanzitutto entrambi sono nati in Emilia Romagna, anche se Pioli è emiliano, Sacchi romagnolo. Pioli di Parma, città dove Sacchi allenava quando fu scelto da Silvio Berlusconi per il suo primo vero Milan. E poi Arrigo conquistò il suo scudetto nell’annata ’87-88 vincendo una partita decisiva contro il Napoli di Maradona; Napoli che sarà l’avversario per la partita 220 da tecnico del Milan di Pioli. Stefano domenica diventerà così il sesto allenatore della storia rossonera per numero di presenze. Contro il Rennes giovedì 15 febbraio, sempre a San Siro, staccherà Sacchi e potrà iniziare l’inseguimento a Liedholm, quinto a 280. È evidente che per provare la scalata, Pioli dovrà rimanere. A completare l’Olimpo dei grandi allenatori del Milan, ci sono poi Capello a quota 300, Viani a 376, Ancelotti a 420 e Rocco a 459. Pioli, però, nelle sue cinque stagioni in rossonero ha saputo far meglio di molti di loro per quanto concerne la percentuale di vittoria. Solo Ancelotti, per ora, gli è davanti con il 56,67%; Pioli segue a 54,79%. Tutti gli altri seguono a distanza (Viani 53,99%, Capello 53,67%, Rocco 52,94%, Sacchi 51,36% e Liedholm 45,71%).
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Commodore06

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Attenzione che stanno preparando il suppostone, da mesi, grazie alla collaborazione dei tanti amici zoomati

Per il battesimo finale, aspetto di vederlo invitato a qualche conferenza pro gender
Se rinnovano il Piollo e fanno un'altra campagna acquisti da algoritmo mi gioco il Milan fuori da tutto a fine ottobre.
 

Swaitak

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SCALATA CONTINUA
Ciclo iniziato il 9 ottobre 2019 che lo vedrà, come detto, toccare le 220 panchine come Sacchi domenica sera a San Siro. I due, seppur lontani per trofei vinti - Arrigo ha vinto uno scudetto come Stefano, ma pure due Coppe dei Campioni e altrettante Supercoppe europee e Coppe Intercontinentali, oltre a una Supercoppa italiana -, sono idealmente legati. Innanzitutto entrambi sono nati in Emilia Romagna, anche se Pioli è emiliano, Sacchi romagnolo. Pioli di Parma, città dove Sacchi allenava quando fu scelto da Silvio Berlusconi per il suo primo vero Milan. E poi Arrigo conquistò il suo scudetto nell’annata ’87-88 vincendo una partita decisiva contro il Napoli di Maradona; Napoli che sarà l’avversario per la partita 220 da tecnico del Milan di Pioli. Stefano domenica diventerà così il sesto allenatore della storia rossonera per numero di presenze. Contro il Rennes giovedì 15 febbraio, sempre a San Siro, staccherà Sacchi e potrà iniziare l’inseguimento a Liedholm, quinto a 280. È evidente che per provare la scalata, Pioli dovrà rimanere. A completare l’Olimpo dei grandi allenatori del Milan, ci sono poi Capello a quota 300, Viani a 376, Ancelotti a 420 e Rocco a 459. Pioli, però, nelle sue cinque stagioni in rossonero ha saputo far meglio di molti di loro per quanto concerne la percentuale di vittoria. Solo Ancelotti, per ora, gli è davanti con il 56,67%; Pioli segue a 54,79%. Tutti gli altri seguono a distanza (Viani 53,99%, Capello 53,67%, Rocco 52,94%, Sacchi 51,36% e Liedholm 45,71%).
io stacco le partite prima del fischio finale, se lo rinnovano significa che posso smettere col calcio
 

malos

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Ma no impossibile. Era solo colpa di Maldini il rinnovo precedente.
 
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DavMilan

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solo un tunnel Pioliano può (forse) salvarci da un rinnovo.
 
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Ciclo iniziato il 9 ottobre 2019 che lo vedrà, come detto, toccare le 220 panchine come Sacchi domenica sera a San Siro. I due, seppur lontani per trofei vinti - Arrigo ha vinto uno scudetto come Stefano, ma pure due Coppe dei Campioni e altrettante Supercoppe europee e Coppe Intercontinentali, oltre a una Supercoppa italiana -, sono idealmente legati. Innanzitutto entrambi sono nati in Emilia Romagna, anche se Pioli è emiliano, Sacchi romagnolo. Pioli di Parma, città dove Sacchi allenava quando fu scelto da Silvio Berlusconi per il suo primo vero Milan. E poi Arrigo conquistò il suo scudetto nell’annata ’87-88 vincendo una partita decisiva contro il Napoli di Maradona; Napoli che sarà l’avversario per la partita 220 da tecnico del Milan di Pioli. Stefano domenica diventerà così il sesto allenatore della storia rossonera per numero di presenze. Contro il Rennes giovedì 15 febbraio, sempre a San Siro, staccherà Sacchi e potrà iniziare l’inseguimento a Liedholm, quinto a 280. È evidente che per provare la scalata, Pioli dovrà rimanere. A completare l’Olimpo dei grandi allenatori del Milan, ci sono poi Capello a quota 300, Viani a 376, Ancelotti a 420 e Rocco a 459. Pioli, però, nelle sue cinque stagioni in rossonero ha saputo far meglio di molti di loro per quanto concerne la percentuale di vittoria. Solo Ancelotti, per ora, gli è davanti con il 56,67%; Pioli segue a 54,79%. Tutti gli altri seguono a distanza (Viani 53,99%, Capello 53,67%, Rocco 52,94%, Sacchi 51,36% e Liedholm 45,71%).

—) Milan: tutte le news del 6 febbraio 2024
assurdo.ci meritiamo tutto questo
 
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Ciclo iniziato il 9 ottobre 2019 che lo vedrà, come detto, toccare le 220 panchine come Sacchi domenica sera a San Siro. I due, seppur lontani per trofei vinti - Arrigo ha vinto uno scudetto come Stefano, ma pure due Coppe dei Campioni e altrettante Supercoppe europee e Coppe Intercontinentali, oltre a una Supercoppa italiana -, sono idealmente legati. Innanzitutto entrambi sono nati in Emilia Romagna, anche se Pioli è emiliano, Sacchi romagnolo. Pioli di Parma, città dove Sacchi allenava quando fu scelto da Silvio Berlusconi per il suo primo vero Milan. E poi Arrigo conquistò il suo scudetto nell’annata ’87-88 vincendo una partita decisiva contro il Napoli di Maradona; Napoli che sarà l’avversario per la partita 220 da tecnico del Milan di Pioli. Stefano domenica diventerà così il sesto allenatore della storia rossonera per numero di presenze. Contro il Rennes giovedì 15 febbraio, sempre a San Siro, staccherà Sacchi e potrà iniziare l’inseguimento a Liedholm, quinto a 280. È evidente che per provare la scalata, Pioli dovrà rimanere. A completare l’Olimpo dei grandi allenatori del Milan, ci sono poi Capello a quota 300, Viani a 376, Ancelotti a 420 e Rocco a 459. Pioli, però, nelle sue cinque stagioni in rossonero ha saputo far meglio di molti di loro per quanto concerne la percentuale di vittoria. Solo Ancelotti, per ora, gli è davanti con il 56,67%; Pioli segue a 54,79%. Tutti gli altri seguono a distanza (Viani 53,99%, Capello 53,67%, Rocco 52,94%, Sacchi 51,36% e Liedholm 45,71%).

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Stanno preparando una bella supposta.
 
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