Ragazzi i precursori del fpf sono stati gli agnelli ai tempi di moggi-giraudo-bettega, facciamocene una ragione.
Proprietà che immetteva zero ma aveva la pretesa che la dirigenza centrasse gli obiettivi sportivi portando il bilancio in pari.
Quella juve vinceva e pareggiava il bilancio, erano gli anni in cui moratti e berlusconi investivano più o meno pesantemente.
Dietro quella juve abbiamo scoperto nel tempo che razza di sistema ci fosse e che ramificazione a cupola celasse.
Gli agnelli prima di tutti fiutarono il business e lo sport fatto a scrocco delle piccole realtà.
Ieri la gea, oggi le plusvalenze.
Il controllo del calcio è totale.
Io da milanista mi incavolavo come una iena perchè vedevo che il gioco era truccato. Duellare con loro era logorante e i nervi cedevano.
Va bene a voi sportivi e tifosi di essere battuti da chi bara?? O da chi ha creato uno status quo sulle spalle degli altri?
Il fpf ha di fatto creato tutto ciò e ,per assurdo, se vuole entrarvi qualcuno e spendere non può farlo.
O si adatta alle regole e mangia quanto lecito o non può farlo.
Per questo e per altri motivi ho sempre preferito quel povero fesso di moratti ai ladri e mafiosi.
Occhio a city-real, nemmeno quotato che nel ritorno degli ottavi di champions vorranno buttare fuori gli 'infami', quelli che non stanno alle regole.
I gobbi con l’FPF (non dimentichiamo che è stato creato da un gobbo) sono riusciti a restaurare lo status quo pre-Berlusconi, l’ho già detto.
Dopo i successi delle Milanesi degli anni 50 e 60 (da non dimenticare mai il nostro splendido ciclo ventennale 1950-1973, per chi è convinto che l’unico Milan vincente a lungo sia stato quello berlusconiano), vi è stato un lungo predominio degli Agnelli nel calcio, proprio fino all'avvento di Berlusconi.
Per capirlo avresti dovuto viverlo (io lo feci a suo tempo per motivi anagrafici e lo sto rifacendo ora, tu lo stai facendo ora per la prima volta), la supremazia totale juventina nasceva, come oggi, dal potere "mafioso" della sua proprietà.
La Juve non contendeva i giocatori alle altre in Italia, semplicemente li sceglieva, nessuno osava opporsi, agli altri restavano solo le briciole.
Pensa, addirittura misero un uomo FIAT alla presidenza del Toro e per qualche stagione si dilettarono con quella apparente sfida, rendendo la cugina "torinese" la seconda squadra italiana. Ma era solo una dimostrazione di "potere", un messaggio: “attenzione noi Agnelli siamo l'Italia. Qui non solo vince, ma compete solo chi decidiamo noi”. Roba da Romania di Ceausescu. Sistema che oggi si ripropone in salsa diversa con l’esistenza delle succursali.
Gli unici a opporsi a tanta arroganza furono Virdis, che all'inizio rifiutò il trasferimento, ma alla fine dovette arrendersi, e la Fiorentina con Antognoni, assai desiderato dai bianconeri.
Immaginate la goduria per un Milanista l'avvento di Berlusconi che per chiarire subito come stavano le cose si reca nel vivaio Juventino, l'Atalanta, e gli sottrae con la forza Donadoni, una cosa impensabile ai tempi.
Oggi come allora, caduti i “Katechon” Berlusconi e Moratti, siamo sconfitti, umiliati, nella polvere. Arriverà una rivalsa anche stavolta? Speriamo perché non ne posso più.