Milan al collasso: situazione critica

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Il Milan è profondamente cambiato da una vita, da quasi tre lustri. Non avremo più l’identità milanista manco con un’altra proprietà. Escludere però il “tema Paolo” è un giochino fine a se stesso, perché verrebbe meno il senso del topic stesso (con il capitano non avrebbe senso l’argomento…). Peraltro nessuna proprietà ha più oramai radici storiche, solo che quelle che vincono sono giustificate ed il “fine giustifica i mezzi”, mentre chi non raggiunge gli scopi si attacca. Poi come ha detto qualcuno siamo figli del tempo che viviamo.
"Quel mondo li" non tornerà MAI PIÙ.

Magari qualcosa di simile si, ma in altra forma.

Ma è normale essere arrabbiati/delusi, ci passa ogni generazione (penso) che ha vissuto un periodo di ascesa del popolo in questione
 
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"Quel mondo li" non tornerà MAI PIÙ.

Magari qualcosa di simile si, ma in altra forma.

Ma è normale essere arrabbiati/delusi, ci passa ogni generazione (penso) che ha vissuto un periodo di ascesa del popolo in questione
Il bayern Monaco ha saputo cogliere il cambiamento senza però mai perdere valori e radici.
Si sono anzi aggrappati a quelli per stare ai vertici europei e mondiali.

Il problema io credo sia del paese, del movimento calcistico e culturale nazionale prima che del Milan.

Gli investitori stranieri avremmo dovuto farli entrare noi nei tempi e nei modi più idonei e invece sono loro a far fuori noi perché incapaci di ridisegnare il nostro calcio e siamo dei nemici della modernità, diciamolo senza arrossire.
Ma del resto siamo sempre il paese di guelfi e ghibellini e dell'arte di arrangiarsi fottendo il prossimo.

L'inter oggi è l'emblema del vecchio che non vuole cedere il passo, altro che club modello di sta minkia.
Il padrino al comando del sistema invece di modernizzare lega e figc.
 
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C'era un motivo se il Garante si chiamava tale.
Ed era proprio perché garantiva quel minimo di competitività e tradizione, almeno negli intenti.
Ma c'era chi lo reputava incompetente e senza palle.
parafrasando un vecchio detto: "Beata la tifoseria che non ha bisogno di garanti"
 

gabri65

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Il Milan è profondamente cambiato da una vita, da quasi tre lustri. Non avremo più l’identità milanista manco con un’altra proprietà. Escludere però il “tema Paolo” è un giochino fine a se stesso, perché verrebbe meno il senso del topic stesso (con il capitano non avrebbe senso l’argomento…). Peraltro nessuna proprietà ha più oramai radici storiche, solo che quelle che vincono sono giustificate ed il “fine giustifica i mezzi”, mentre chi non raggiunge gli scopi si attacca. Poi come ha detto qualcuno siamo figli del tempo che viviamo.

Amico Andrea, dipende.

A parte il discorso con l'amico @Sam, che aveva una connotazione politica e distopica, si tratta si capire come concepiamo il Milan. Il tifo è una cosa soggettiva, dipende dal carattere di una persona, i suoi sogni, etc etc.

L'AC Milan 1899 è uno dei più antichi club di calcio, e siamo stati, bene o male, sempre protagonisti sui palcoscenici nazionali e internazionali. Fino al 2007 siamo stati il club più glorioso del pianeta, e abbiamo allestito LA SQUADRA, il Milan di Sacchi.

Berlusconi o meno.

Come pregato, lasciamo perdere Maldini, altrimenti il topic si intasa di frecciate o insulti (e io sono sostanzialmente un "Maldiniano", eh).

Compatibilmente con l'ambiente del paese degradato che ci circonda, si tratta di capire cosa intendi per Milan.

Dove vuoi far fermare le lancette dell'orologio ? Agli anni '60, dove abbiamo vinto 2 CL, oppure ai mediocri anni '70, oppure alle 2 serie B, oppure ai trionfi anni '80 e '90 ? Oppure le fermi a cosa siamo ora ?

Si tratta di riflettere verso cosa stiamo andando.

La piega che sta prendendo il Milan a me non piace per niente. Diciamo che mi fa proprio vomitare.

Se è inevitabile, per le ragioni che abbiamo discusso, cioè causa politiche nazionali mafiose, ammerigani e sport capitalistico, amen, ne farò a meno. Io ho solo sollevato il problema per chi condivide la mia sensibilità.

Voglio solo rammentare che teoricamente esistono club di calcio a noi affini, come RM o Bayern, che comunque riescono a mantenere una certa linea dignitaria di successi e condotta societaria. Sicuramente l'ambiente nazionale nel quale prosperano è molto più confortevole, certo.

Altrimenti, come tifosi, abbiamo preso un grande e lungo abbaglio, e basta, e faremmo bene a cominiciare a pensare come pensa il tifoso dell'Atalanta.
 
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Il bayern Monaco ha saputo cogliere il cambiamento senza però mai perdere valori e radici.
Si sono anzi aggrappati a quelli per stare ai vertici europei e mondiali.

Il problema io credo sia del paese, del movimento calcistico e culturale nazionale prima che del Milan.

Gli investitori stranieri avremmo dovuto farli entrare noi nei tempi e nei modi più idonei e invece sono loro a far fuori noi perché incapaci di ridisegnare il nostro calcio e siamo dei nemici della modernità, diciamolo senza arrossire.
Ma del resto siamo sempre il paese di guelfi e ghibellini e dell'arte di arrangiarsi fottendo il prossimo.

L'inter oggi è l'emblema del vecchio che non vuole cedere il passo, altro che club modello di sta minkia.
Il padrino al comando del sistema invece di modernizzare lega e figc.
Ormai in germania la metà dei tedeschi che fa il calciatore sono mulatti.

Non è più come prima nemmeno li
 
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Il problema Gabri è che il male che sta colpendo il Milan, ovvero il male del capitalismo applicato al calcio, è nato con Berlusconi.
Colui che ha cambiato le regole del mondo del calcio è stato proprio lui.

Berlusconi trasformò il Milan da un club ad una società che doveva produrre spettacolo. Il Milan è stato un mezzo con cui Berlusconi ha fatto politica, televisione e quant'altro.

Naturalmente la situazione tragica in cui versa questo Paese, che è un problema più grande dello stesso Milan, ha fatto sì che la bolla speculativa scoppiasse negli anni 2000, portando la Serie A al disastro che conosciamo.
In sostanza, ci si è ritorto contro un mostro che noi stessi abbiamo contribuito a creare.
Aggiungici che le ultime politiche sportive SERIE in questo Paese sono state fatte in epoca fascista, e che dopo lo sport è diventato un qualcosa di mera speculazione (vedasi Italia 90), ed il quadro desolante è quasi completo.
Basta vedere la data degli impianti sportivi, per farsene un'idea.

Per completare il quadro, la sentenza Bosman ha messo gli ultimi chiodi sulla bara, poiché ha trasformato gli atleti in macchine da soldi, in aziende vere e proprie che firmano contratti con altre aziende macchine da soldi (i club) con lo stesso livello di interesse con cui firmano con gli sponsor delle scarpe.

Il resto è mera speculazione fatta da avvoltoi vari su un settore che di sportivo non ha più nulla.
ma il capitalismo applicato al calcio, qualsiasi cosa voglia dire, è conseguenza del comportamento di noi tifosi, piaccia o no la benzina nel motore di questa sistema la mettiamo noi
 
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Il problema Gabri è che il male che sta colpendo il Milan, ovvero il male del capitalismo applicato al calcio, è nato con Berlusconi.
Colui che ha cambiato le regole del mondo del calcio è stato proprio lui.
Secondo me, la trasformazione del calcio in business non è dipesa da Berlusconi.
La causa è da ricercare nell’avvento delle pay tv coi soldi portati direttamente da loro e indirettamente dagli sponsor grazie alla crescita esponenziale della visibilità che il calcio ha assunto. Il tutto poi ulteriormente amplificato dalle nuove tecnologie che hanno creato un mondo fortemente interconnesso, fino alla definitiva esplosione con internet alla portata di tutti, i social eccetera.
Berlusconi era solo uno che pompava soldi nel Milan perché gli serviva per altro.

A ogni modo, anche all’interno di una visione del calcio come business, vediamo tutti i top club fare molta leva sulla Storia e la tradizione del club e coccolare i propri tifosi. Quello che stiamo vedendo da noi, con la sistematica messa da parte della nostra Storia e della nostra tradizione e la concezione del tifoso non più come tale ma come mero cliente, è assolutamente un unicum persino nel calcio-business di oggi.
 

Jino

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Spero che ognuno che ha un minimo di autentica passione Milan abbia capito quello che sta succedendo, seppure con molta fatica.

La situazione è molto peggiore di una banter-era.

Ormai è evidente la trasformazione di questo glorioso club in un fantoccio pseudo-commerciale, mutando un DNA che sembrava andare oltre qualsiasi attacco.

Quello che è preoccupante non è tanto la questione allenatore, il bilancio e la assoluta inconsistenza dei risultati, ma lo sradicamento dei valori.

La dirigenza sicuramente ha fatto, o sta facendo, piazza pulita a livello umano, interrompendo la trasmissione della passione di generazione in generazione. Sicuramente stanno rimpiazzando tutto, da magazzinieri a semplici impiegati, prendendo gente a basso prezzo e che nulla ha a che fare con il Milan. Una vera sostituzione etnica, che in più porta a minori spese e maggiori introiti per dirigenti e managers. Quando a Milanello non ci sarà più una atmosfera familiare e calda, perché saremo pieni di, esempio, cingalesi sottopagati, allora sì che il Milan si può dire finito. Quella è l'anima Milan, non il tifoso casuale che va ogni tanto allo stadio oppure fa sparate su un forum.

Sono quel tipo di macerie sulle quali non puoi più ricostruire. Già avevamo preso una bella botta con Fassone/Mirabelli, che avevano raso al suolo i quadri milanisti rimpiazzandoli con gli amichetti indaisti.

Attenzione perché si sta andando verso una trasformazione irreversibile. E sta succedendo adesso.

Ormai siamo una macchina commerciale, una macchina da business e basta. E vogliono perfino farci credere che vincere non conta più nulla, che i risultati nemmeno...quello che conta è andare allo stadio con i verdoni, passare una giornata con le bandierine a mangiare hotdog e divertirsi.

Qui non siamo negli USA...lo sport, il calcio in particolare, qui non funziona cosi.
 
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