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Repubblica: la procura di Torino ha pronta la richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli e altre dodici persone, mentre la Juventus si difende. In una nota il club scrive: «Le contestazioni non paiono fondate, né allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022». La società bianconera precisa di essere giunta a questa conclusione, «sulla base di un solido set di pareri di primari professionisti legali e contabili». Nel merito, il comunicato sottolinea: «La procura afferma l’artificialità di plusvalenze e la fittizietà delle rinunce stipendi, mentre Consob contesta un valore considerevolmente minore di plusvalenze, senza menzione di falso in bilancio, e non contesta l’efficacia giuridica delle rinunce stipendi»
Gravina, presidente della Federcalcio smorza i toni: “Stiamo calmi, no ai linciaggi in piazza” mentre John Elkann esclude la ricapitalizzazione
INTERCETTAZIONI L’ispezione della Consob aveva destato scompiglio alla Juventus. Tutti ne parlavano, ma nessuno pensava di essere davvero nei guai. «Tanto la Consob li supercazzoliamo», dicevano tra di loro i dirigenti, come fossero in “Amici miei”. Invece poco prima la procura di Torino aveva iniziato ad ascoltare le loro conversazioni con il sospetto che i bilanci della società di calcio fossero truccati. «Io una situazione così brutta non me la ricordo. Faccio solo un nome: calciopoli. Anzi peggio perché calciopoli ave- vamo tutti quelli che ci davano addosso. Qui ce la siamo creata noi», si lascia andare il 23 luglio 2021 il dirigente bianconero Stefano Bertola durante una cena di quattro ore, in un elegante ristorante nel centro di Torino, in via Bellini. Il 13 luglio era iniziata la verifica della Consob e proprio il giorno dopo la guardia di finanza aveva cominciato ad ascoltare i dialoghi bollenti. L’interpretazione che Bertola, difeso dall’avvocato Luigi Chiappero, potrebbe fornire, è che quello sfogo sia attribuibile alla difficoltà nel gestire una situazione identica a quella vissuta subito dopo lo scandalo del 2006.
Cherubini su Paratici:"Con Fabio non si poteva ragionare. Finché c’è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera. Fabio si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente. Io gliel’ho detto più volte: qui stiamo esagerando. Cioè è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui rispondeva: a noi non importa. O fai 4 o fai 10, nessuno ti può dire nulla"
il dirigente finanziario Stefano Cerrato il 26 ottobre 2021 torna a usare quell’espressione da Conte Mascetti: «Posso io supercazzolarli in un modo un po’ più raffinato?». Sta chiedendo un consiglio al revisore dei conti Roberto Grossi di Ernst & Young su cosa rispondere alla Consob a proposito dello scambio Pjanic-Arthur: «Sarebbe opportuno dargli un riferimento più o meno di principio contabile o qualcosa del genere», gli spiegava Cerrato. E il revisore, che avrebbe dovuto essere un controllore indipendente, gli dava dei suggerimenti: «Non usare il termine “aleatorietà” che è troppo forte, meglio usare “soggettività”». E poi: «Non dite che non usate Transfermarkt, dite che qualche volta lo usate». Una linea comune, secondo la procura, quella tra revisori e società.
Del resto i manager finanziari avevano persino inviato la loro memoria ai revisori: «Te la mandiamo così mi dici se è in linea con quello che avete scritto voi e per condividerla».
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Cherubini su Paratici:"Con Fabio non si poteva ragionare. Finché c’è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera. Fabio si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente. Io gliel’ho detto più volte: qui stiamo esagerando. Cioè è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui rispondeva: a noi non importa. O fai 4 o fai 10, nessuno ti può dire nulla"
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Del resto i manager finanziari avevano persino inviato la loro memoria ai revisori: «Te la mandiamo così mi dici se è in linea con quello che avete scritto voi e per condividerla».

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