Juve: 442 col Milan? Chiesa cauto ottimismo

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Tuttosport in edicola: resta la speranza di poter sfidare il Milan a San Siro con Vlahovic e (almeno in panchina) Chiesa, a Massimiliano Allegri e alla Juventus. Quella di vedere Danilo guidare la fila dei bianconeri all’ingresso in campo al Meazza, invece, già appesa a un filo dopo l’uscita del capitano al 42’ di Brasile-Venezuela di venerdì per un problema muscolare, è evaporata del tutto. « Lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia sinistra » , il verdetto degli esami strumentali svolti ieri al J Medical, dove il brasiliano ha anche iniziato il percorso riabilitativo: almeno 20 i giorni di stop, che contando i quattro già trascorsi scadrebbero il 2 novembre, a 72 ore da Fiorentina-Juventus. Essere in campo al Franchi sarà dunque l’obiettivo di Danilo, per una partita sempre speciale. « Mi raccomando mister, per noi gobbi vale 6 punti » , ha ricordato scherzando ieri il Vescovo di Livorno Simone Giusti ad Allegri, durante la presentazione dell’Emporio Solidale nel quartiere Corea, che il tecnico bianconero sosterrà a livello di immagine ed economico: « È una struttura fatta col cuore, sono emozionato a essere qui » .
Prima di pensare alla Fiorentina, però, Allegri deve pensare a come sostituire Danilo. Compito difficile non solo per il valore del brasiliano, ma anche perché con Alex Sandro a sua volta out almeno fino a novembre non ha nessun difensore a proprio agio sul centro sinistra della difesa a tre. Rugani, Gatti e Bremer sono tutti destri, nessuno in possesso della tecnica che permette a Danilo (destro anche lui) di giocare a sinistra anche da terzino, nessuno abituato a giocare da “braccetto” a sinistra. Nel caso Rugani, il più esperto, sarebbe il primo candidato. Remota l’ipotesi Dean Huijsen, destro ma come Danilo a proprio agio sul centrosinistra: tecnico e società credono tanto nel diciottenne olandese, ma farlo debuttare in prima squadra in casa del Milan e da titolare sarebbe probabilmente un azzardo.
C’è però anche un’altra soluzione a cui Allegri sta pensando: ovvero eliminarlo, il problema del “braccetto” di sinistra, passando al 4-4-2. Anche in questo caso uno tra Rugani, Bremer e Gatti dovrebbe adattarsi a giocare sul centro sinistra, ma in una posizione nettamente meno defilata grazie alla presenza di un compagno più a sinistra sulla stessa linea: anche in questo caso il candidato centrale di sinistra sarebbe Rugani, oppure Bremer se Allegri scegliesse di giocare con il brasiliano e Gatti centrali. Nel primo caso l’ex Frosinone agirebbe invece da terzino destro particolarmente difensivo, come nel derby quando la Juve è passata dal 3-5-2 al 4-4-2 dopo una ventina di minuti. È la soluzione più probabile in caso di 4-4-2 (con Cambiaso terzino sinistro) perché opporrebbe a Leao un difensore puro come Gatti e non uno che il ruolo lo sta studiando come Weah. La linea di centrocampo sarebbe composta da McKennie (o Weah), Locatelli, Rabiot e Kostic. La controindicazione in questo caso è rappresentata dal rischio di cambiare un modulo - il 3-5-2 - che la squadra ha ormai fatto proprio, per giunta con poco tempo per provare visto che i nazionali si alleneranno solo da giovedì. Il 4-4-2 però è un assetto che i bianconeri ogni tanto provano e la citata adozione a partita in corso nel derby ha rappresentato una prova generale soddisfacente.

LE CONDIZIONI DI CHIESA: scatterà quest’oggi, alla Continassa, la missione San Siro. Con chi è rimasto a Torino durante la sosta, con chi è già rientrato dagli impegni con la propria Nazionale. Categorie cui appartengono Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, i due elementi della Juventus più attesi in vista dello scontro al vertice contro il Milan. A patto che ci siano, naturalmente. Il serbo è stato “sconvocato” dal ct Stojkovic a causa di problemi di lombalgia, l’azzurro invece ha risposto alla chiamata di Spalletti, ma in seguito è stato costretto a rientrare “a casa” per via del fastidio muscolare che già l’aveva estromesso dal derby con il Torino. Dopo quattro reti nei primi cinque turni e dopo sette gare da titolare su sette, infatti, la seconda punta bianconera era stata costretta al forfait alla vigilia della stracittadina per una leggera noia muscolare. Leggera quanto? Abbastanza da non mostrare evidenze negli esami svolti all’indomani del problema insorto all’altezza della coscia. Ma non così tanto da dissolversi senza conseguenze nei giorni a venire.
Una sorta di punto della situazione sull’infermeria, nella giornata di domenica, l’aveva fatto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli: «Dusan ha già fatto qualcosa con la squadra, penso che potremo schierarlo. Federico, invece, non so come stia davvero». Una frase che tradiva ottimismo sul fronte Vlahovic, ma anche un po’ di apprensione intorno a Chiesa. Già a poche ore dalla sfida al Torino, infatti, Allegri aveva lasciato intendere come la decisione fosse stata presa sulla base delle sensazioni avvertite dal giocatore. E così è avvenuto anche in Nazionale, con Spalletti che l’aveva convocato poiché convinto di poterlo avere a disposizione almeno contro l’Inghilterra. Nulla di tutto ciò. Il numero 7 bianconero ha fatto ritorno alla Continassa e ora si appresta a cominciare il conto alla rovescia per esserci almeno domenica sera. Nessun ulteriore esame nelle scorse ore, dato che non si registrano lesioni di alcun tipo. Ma con ogni probabilità, oltre al fastidio in questione, anche qualche timore latente nella testa del ragazzo, reduce da un gravissimo infortunio e da fisiologici guai conseguenti alla lunga inattività. All’interno dello staff tecnico e dello staff medico, però, a prevalere è in questo momento l’ottimismo: il lavoro dei prossimi giorni sarà finalizzato a recuperare appieno l’ex viola. Per averlo a disposizione in uno snodo stagionale delicato come quello contro il Milan, e non per forza soltanto in panchina.
 
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Tuttosport in edicola: resta la speranza di poter sfidare il Milan a San Siro con Vlahovic e (almeno in panchina) Chiesa, a Massimiliano Allegri e alla Juventus. Quella di vedere Danilo guidare la fila dei bianconeri all’ingresso in campo al Meazza, invece, già appesa a un filo dopo l’uscita del capitano al 42’ di Brasile-Venezuela di venerdì per un problema muscolare, è evaporata del tutto. « Lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia sinistra » , il verdetto degli esami strumentali svolti ieri al J Medical, dove il brasiliano ha anche iniziato il percorso riabilitativo: almeno 20 i giorni di stop, che contando i quattro già trascorsi scadrebbero il 2 novembre, a 72 ore da Fiorentina-Juventus. Essere in campo al Franchi sarà dunque l’obiettivo di Danilo, per una partita sempre speciale. « Mi raccomando mister, per noi gobbi vale 6 punti » , ha ricordato scherzando ieri il Vescovo di Livorno Simone Giusti ad Allegri, durante la presentazione dell’Emporio Solidale nel quartiere Corea, che il tecnico bianconero sosterrà a livello di immagine ed economico: « È una struttura fatta col cuore, sono emozionato a essere qui » .
Prima di pensare alla Fiorentina, però, Allegri deve pensare a come sostituire Danilo. Compito difficile non solo per il valore del brasiliano, ma anche perché con Alex Sandro a sua volta out almeno fino a novembre non ha nessun difensore a proprio agio sul centro sinistra della difesa a tre. Rugani, Gatti e Bremer sono tutti destri, nessuno in possesso della tecnica che permette a Danilo (destro anche lui) di giocare a sinistra anche da terzino, nessuno abituato a giocare da “braccetto” a sinistra. Nel caso Rugani, il più esperto, sarebbe il primo candidato. Remota l’ipotesi Dean Huijsen, destro ma come Danilo a proprio agio sul centrosinistra: tecnico e società credono tanto nel diciottenne olandese, ma farlo debuttare in prima squadra in casa del Milan e da titolare sarebbe probabilmente un azzardo.
C’è però anche un’altra soluzione a cui Allegri sta pensando: ovvero eliminarlo, il problema del “braccetto” di sinistra, passando al 4-4-2. Anche in questo caso uno tra Rugani, Bremer e Gatti dovrebbe adattarsi a giocare sul centro sinistra, ma in una posizione nettamente meno defilata grazie alla presenza di un compagno più a sinistra sulla stessa linea: anche in questo caso il candidato centrale di sinistra sarebbe Rugani, oppure Bremer se Allegri scegliesse di giocare con il brasiliano e Gatti centrali. Nel primo caso l’ex Frosinone agirebbe invece da terzino destro particolarmente difensivo, come nel derby quando la Juve è passata dal 3-5-2 al 4-4-2 dopo una ventina di minuti. È la soluzione più probabile in caso di 4-4-2 (con Cambiaso terzino sinistro) perché opporrebbe a Leao un difensore puro come Gatti e non uno che il ruolo lo sta studiando come Weah. La linea di centrocampo sarebbe composta da McKennie (o Weah), Locatelli, Rabiot e Kostic. La controindicazione in questo caso è rappresentata dal rischio di cambiare un modulo - il 3-5-2 - che la squadra ha ormai fatto proprio, per giunta con poco tempo per provare visto che i nazionali si alleneranno solo da giovedì. Il 4-4-2 però è un assetto che i bianconeri ogni tanto provano e la citata adozione a partita in corso nel derby ha rappresentato una prova generale soddisfacente.

LE CONDIZIONI DI CHIESA: scatterà quest’oggi, alla Continassa, la missione San Siro. Con chi è rimasto a Torino durante la sosta, con chi è già rientrato dagli impegni con la propria Nazionale. Categorie cui appartengono Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, i due elementi della Juventus più attesi in vista dello scontro al vertice contro il Milan. A patto che ci siano, naturalmente. Il serbo è stato “sconvocato” dal ct Stojkovic a causa di problemi di lombalgia, l’azzurro invece ha risposto alla chiamata di Spalletti, ma in seguito è stato costretto a rientrare “a casa” per via del fastidio muscolare che già l’aveva estromesso dal derby con il Torino. Dopo quattro reti nei primi cinque turni e dopo sette gare da titolare su sette, infatti, la seconda punta bianconera era stata costretta al forfait alla vigilia della stracittadina per una leggera noia muscolare. Leggera quanto? Abbastanza da non mostrare evidenze negli esami svolti all’indomani del problema insorto all’altezza della coscia. Ma non così tanto da dissolversi senza conseguenze nei giorni a venire.
Una sorta di punto della situazione sull’infermeria, nella giornata di domenica, l’aveva fatto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli: «Dusan ha già fatto qualcosa con la squadra, penso che potremo schierarlo. Federico, invece, non so come stia davvero». Una frase che tradiva ottimismo sul fronte Vlahovic, ma anche un po’ di apprensione intorno a Chiesa. Già a poche ore dalla sfida al Torino, infatti, Allegri aveva lasciato intendere come la decisione fosse stata presa sulla base delle sensazioni avvertite dal giocatore. E così è avvenuto anche in Nazionale, con Spalletti che l’aveva convocato poiché convinto di poterlo avere a disposizione almeno contro l’Inghilterra. Nulla di tutto ciò. Il numero 7 bianconero ha fatto ritorno alla Continassa e ora si appresta a cominciare il conto alla rovescia per esserci almeno domenica sera. Nessun ulteriore esame nelle scorse ore, dato che non si registrano lesioni di alcun tipo. Ma con ogni probabilità, oltre al fastidio in questione, anche qualche timore latente nella testa del ragazzo, reduce da un gravissimo infortunio e da fisiologici guai conseguenti alla lunga inattività. All’interno dello staff tecnico e dello staff medico, però, a prevalere è in questo momento l’ottimismo: il lavoro dei prossimi giorni sarà finalizzato a recuperare appieno l’ex viola. Per averlo a disposizione in uno snodo stagionale delicato come quello contro il Milan, e non per forza soltanto in panchina.
L'unica cosa certa è che allegri vuole sporcare e imbruttire la partita.
 

Dexter

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Tuttosport in edicola: resta la speranza di poter sfidare il Milan a San Siro con Vlahovic e (almeno in panchina) Chiesa, a Massimiliano Allegri e alla Juventus. Quella di vedere Danilo guidare la fila dei bianconeri all’ingresso in campo al Meazza, invece, già appesa a un filo dopo l’uscita del capitano al 42’ di Brasile-Venezuela di venerdì per un problema muscolare, è evaporata del tutto. « Lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia sinistra » , il verdetto degli esami strumentali svolti ieri al J Medical, dove il brasiliano ha anche iniziato il percorso riabilitativo: almeno 20 i giorni di stop, che contando i quattro già trascorsi scadrebbero il 2 novembre, a 72 ore da Fiorentina-Juventus. Essere in campo al Franchi sarà dunque l’obiettivo di Danilo, per una partita sempre speciale. « Mi raccomando mister, per noi gobbi vale 6 punti » , ha ricordato scherzando ieri il Vescovo di Livorno Simone Giusti ad Allegri, durante la presentazione dell’Emporio Solidale nel quartiere Corea, che il tecnico bianconero sosterrà a livello di immagine ed economico: « È una struttura fatta col cuore, sono emozionato a essere qui » .
Prima di pensare alla Fiorentina, però, Allegri deve pensare a come sostituire Danilo. Compito difficile non solo per il valore del brasiliano, ma anche perché con Alex Sandro a sua volta out almeno fino a novembre non ha nessun difensore a proprio agio sul centro sinistra della difesa a tre. Rugani, Gatti e Bremer sono tutti destri, nessuno in possesso della tecnica che permette a Danilo (destro anche lui) di giocare a sinistra anche da terzino, nessuno abituato a giocare da “braccetto” a sinistra. Nel caso Rugani, il più esperto, sarebbe il primo candidato. Remota l’ipotesi Dean Huijsen, destro ma come Danilo a proprio agio sul centrosinistra: tecnico e società credono tanto nel diciottenne olandese, ma farlo debuttare in prima squadra in casa del Milan e da titolare sarebbe probabilmente un azzardo.
C’è però anche un’altra soluzione a cui Allegri sta pensando: ovvero eliminarlo, il problema del “braccetto” di sinistra, passando al 4-4-2. Anche in questo caso uno tra Rugani, Bremer e Gatti dovrebbe adattarsi a giocare sul centro sinistra, ma in una posizione nettamente meno defilata grazie alla presenza di un compagno più a sinistra sulla stessa linea: anche in questo caso il candidato centrale di sinistra sarebbe Rugani, oppure Bremer se Allegri scegliesse di giocare con il brasiliano e Gatti centrali. Nel primo caso l’ex Frosinone agirebbe invece da terzino destro particolarmente difensivo, come nel derby quando la Juve è passata dal 3-5-2 al 4-4-2 dopo una ventina di minuti. È la soluzione più probabile in caso di 4-4-2 (con Cambiaso terzino sinistro) perché opporrebbe a Leao un difensore puro come Gatti e non uno che il ruolo lo sta studiando come Weah. La linea di centrocampo sarebbe composta da McKennie (o Weah), Locatelli, Rabiot e Kostic. La controindicazione in questo caso è rappresentata dal rischio di cambiare un modulo - il 3-5-2 - che la squadra ha ormai fatto proprio, per giunta con poco tempo per provare visto che i nazionali si alleneranno solo da giovedì. Il 4-4-2 però è un assetto che i bianconeri ogni tanto provano e la citata adozione a partita in corso nel derby ha rappresentato una prova generale soddisfacente.

LE CONDIZIONI DI CHIESA: scatterà quest’oggi, alla Continassa, la missione San Siro. Con chi è rimasto a Torino durante la sosta, con chi è già rientrato dagli impegni con la propria Nazionale. Categorie cui appartengono Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, i due elementi della Juventus più attesi in vista dello scontro al vertice contro il Milan. A patto che ci siano, naturalmente. Il serbo è stato “sconvocato” dal ct Stojkovic a causa di problemi di lombalgia, l’azzurro invece ha risposto alla chiamata di Spalletti, ma in seguito è stato costretto a rientrare “a casa” per via del fastidio muscolare che già l’aveva estromesso dal derby con il Torino. Dopo quattro reti nei primi cinque turni e dopo sette gare da titolare su sette, infatti, la seconda punta bianconera era stata costretta al forfait alla vigilia della stracittadina per una leggera noia muscolare. Leggera quanto? Abbastanza da non mostrare evidenze negli esami svolti all’indomani del problema insorto all’altezza della coscia. Ma non così tanto da dissolversi senza conseguenze nei giorni a venire.
Una sorta di punto della situazione sull’infermeria, nella giornata di domenica, l’aveva fatto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli: «Dusan ha già fatto qualcosa con la squadra, penso che potremo schierarlo. Federico, invece, non so come stia davvero». Una frase che tradiva ottimismo sul fronte Vlahovic, ma anche un po’ di apprensione intorno a Chiesa. Già a poche ore dalla sfida al Torino, infatti, Allegri aveva lasciato intendere come la decisione fosse stata presa sulla base delle sensazioni avvertite dal giocatore. E così è avvenuto anche in Nazionale, con Spalletti che l’aveva convocato poiché convinto di poterlo avere a disposizione almeno contro l’Inghilterra. Nulla di tutto ciò. Il numero 7 bianconero ha fatto ritorno alla Continassa e ora si appresta a cominciare il conto alla rovescia per esserci almeno domenica sera. Nessun ulteriore esame nelle scorse ore, dato che non si registrano lesioni di alcun tipo. Ma con ogni probabilità, oltre al fastidio in questione, anche qualche timore latente nella testa del ragazzo, reduce da un gravissimo infortunio e da fisiologici guai conseguenti alla lunga inattività. All’interno dello staff tecnico e dello staff medico, però, a prevalere è in questo momento l’ottimismo: il lavoro dei prossimi giorni sarà finalizzato a recuperare appieno l’ex viola. Per averlo a disposizione in uno snodo stagionale delicato come quello contro il Milan, e non per forza soltanto in panchina.
Partiranno titolari sia Chiesa che Vlahovic, pretattica. Faccio il tifo per il crociato dell' italiano, una delle personalità più patetiche della nazionale
 

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Prima di pensare alla Fiorentina, però, Allegri deve pensare a come sostituire Danilo. Compito difficile non solo per il valore del brasiliano, ma anche perché con Alex Sandro a sua volta out almeno fino a novembre non ha nessun difensore a proprio agio sul centro sinistra della difesa a tre. Rugani, Gatti e Bremer sono tutti destri, nessuno in possesso della tecnica che permette a Danilo (destro anche lui) di giocare a sinistra anche da terzino, nessuno abituato a giocare da “braccetto” a sinistra. Nel caso Rugani, il più esperto, sarebbe il primo candidato. Remota l’ipotesi Dean Huijsen, destro ma come Danilo a proprio agio sul centrosinistra: tecnico e società credono tanto nel diciottenne olandese, ma farlo debuttare in prima squadra in casa del Milan e da titolare sarebbe probabilmente un azzardo.
C’è però anche un’altra soluzione a cui Allegri sta pensando: ovvero eliminarlo, il problema del “braccetto” di sinistra, passando al 4-4-2. Anche in questo caso uno tra Rugani, Bremer e Gatti dovrebbe adattarsi a giocare sul centro sinistra, ma in una posizione nettamente meno defilata grazie alla presenza di un compagno più a sinistra sulla stessa linea: anche in questo caso il candidato centrale di sinistra sarebbe Rugani, oppure Bremer se Allegri scegliesse di giocare con il brasiliano e Gatti centrali. Nel primo caso l’ex Frosinone agirebbe invece da terzino destro particolarmente difensivo, come nel derby quando la Juve è passata dal 3-5-2 al 4-4-2 dopo una ventina di minuti. È la soluzione più probabile in caso di 4-4-2 (con Cambiaso terzino sinistro) perché opporrebbe a Leao un difensore puro come Gatti e non uno che il ruolo lo sta studiando come Weah. La linea di centrocampo sarebbe composta da McKennie (o Weah), Locatelli, Rabiot e Kostic. La controindicazione in questo caso è rappresentata dal rischio di cambiare un modulo - il 3-5-2 - che la squadra ha ormai fatto proprio, per giunta con poco tempo per provare visto che i nazionali si alleneranno solo da giovedì. Il 4-4-2 però è un assetto che i bianconeri ogni tanto provano e la citata adozione a partita in corso nel derby ha rappresentato una prova generale soddisfacente.

LE CONDIZIONI DI CHIESA: scatterà quest’oggi, alla Continassa, la missione San Siro. Con chi è rimasto a Torino durante la sosta, con chi è già rientrato dagli impegni con la propria Nazionale. Categorie cui appartengono Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, i due elementi della Juventus più attesi in vista dello scontro al vertice contro il Milan. A patto che ci siano, naturalmente. Il serbo è stato “sconvocato” dal ct Stojkovic a causa di problemi di lombalgia, l’azzurro invece ha risposto alla chiamata di Spalletti, ma in seguito è stato costretto a rientrare “a casa” per via del fastidio muscolare che già l’aveva estromesso dal derby con il Torino. Dopo quattro reti nei primi cinque turni e dopo sette gare da titolare su sette, infatti, la seconda punta bianconera era stata costretta al forfait alla vigilia della stracittadina per una leggera noia muscolare. Leggera quanto? Abbastanza da non mostrare evidenze negli esami svolti all’indomani del problema insorto all’altezza della coscia. Ma non così tanto da dissolversi senza conseguenze nei giorni a venire.
Una sorta di punto della situazione sull’infermeria, nella giornata di domenica, l’aveva fatto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli: «Dusan ha già fatto qualcosa con la squadra, penso che potremo schierarlo. Federico, invece, non so come stia davvero». Una frase che tradiva ottimismo sul fronte Vlahovic, ma anche un po’ di apprensione intorno a Chiesa. Già a poche ore dalla sfida al Torino, infatti, Allegri aveva lasciato intendere come la decisione fosse stata presa sulla base delle sensazioni avvertite dal giocatore. E così è avvenuto anche in Nazionale, con Spalletti che l’aveva convocato poiché convinto di poterlo avere a disposizione almeno contro l’Inghilterra. Nulla di tutto ciò. Il numero 7 bianconero ha fatto ritorno alla Continassa e ora si appresta a cominciare il conto alla rovescia per esserci almeno domenica sera. Nessun ulteriore esame nelle scorse ore, dato che non si registrano lesioni di alcun tipo. Ma con ogni probabilità, oltre al fastidio in questione, anche qualche timore latente nella testa del ragazzo, reduce da un gravissimo infortunio e da fisiologici guai conseguenti alla lunga inattività. All’interno dello staff tecnico e dello staff medico, però, a prevalere è in questo momento l’ottimismo: il lavoro dei prossimi giorni sarà finalizzato a recuperare appieno l’ex viola. Per averlo a disposizione in uno snodo stagionale delicato come quello contro il Milan, e non per forza soltanto in panchina.
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Tuttosport in edicola: resta la speranza di poter sfidare il Milan a San Siro con Vlahovic e (almeno in panchina) Chiesa, a Massimiliano Allegri e alla Juventus. Quella di vedere Danilo guidare la fila dei bianconeri all’ingresso in campo al Meazza, invece, già appesa a un filo dopo l’uscita del capitano al 42’ di Brasile-Venezuela di venerdì per un problema muscolare, è evaporata del tutto. « Lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia sinistra » , il verdetto degli esami strumentali svolti ieri al J Medical, dove il brasiliano ha anche iniziato il percorso riabilitativo: almeno 20 i giorni di stop, che contando i quattro già trascorsi scadrebbero il 2 novembre, a 72 ore da Fiorentina-Juventus. Essere in campo al Franchi sarà dunque l’obiettivo di Danilo, per una partita sempre speciale. « Mi raccomando mister, per noi gobbi vale 6 punti » , ha ricordato scherzando ieri il Vescovo di Livorno Simone Giusti ad Allegri, durante la presentazione dell’Emporio Solidale nel quartiere Corea, che il tecnico bianconero sosterrà a livello di immagine ed economico: « È una struttura fatta col cuore, sono emozionato a essere qui » .
Prima di pensare alla Fiorentina, però, Allegri deve pensare a come sostituire Danilo. Compito difficile non solo per il valore del brasiliano, ma anche perché con Alex Sandro a sua volta out almeno fino a novembre non ha nessun difensore a proprio agio sul centro sinistra della difesa a tre. Rugani, Gatti e Bremer sono tutti destri, nessuno in possesso della tecnica che permette a Danilo (destro anche lui) di giocare a sinistra anche da terzino, nessuno abituato a giocare da “braccetto” a sinistra. Nel caso Rugani, il più esperto, sarebbe il primo candidato. Remota l’ipotesi Dean Huijsen, destro ma come Danilo a proprio agio sul centrosinistra: tecnico e società credono tanto nel diciottenne olandese, ma farlo debuttare in prima squadra in casa del Milan e da titolare sarebbe probabilmente un azzardo.
C’è però anche un’altra soluzione a cui Allegri sta pensando: ovvero eliminarlo, il problema del “braccetto” di sinistra, passando al 4-4-2. Anche in questo caso uno tra Rugani, Bremer e Gatti dovrebbe adattarsi a giocare sul centro sinistra, ma in una posizione nettamente meno defilata grazie alla presenza di un compagno più a sinistra sulla stessa linea: anche in questo caso il candidato centrale di sinistra sarebbe Rugani, oppure Bremer se Allegri scegliesse di giocare con il brasiliano e Gatti centrali. Nel primo caso l’ex Frosinone agirebbe invece da terzino destro particolarmente difensivo, come nel derby quando la Juve è passata dal 3-5-2 al 4-4-2 dopo una ventina di minuti. È la soluzione più probabile in caso di 4-4-2 (con Cambiaso terzino sinistro) perché opporrebbe a Leao un difensore puro come Gatti e non uno che il ruolo lo sta studiando come Weah. La linea di centrocampo sarebbe composta da McKennie (o Weah), Locatelli, Rabiot e Kostic. La controindicazione in questo caso è rappresentata dal rischio di cambiare un modulo - il 3-5-2 - che la squadra ha ormai fatto proprio, per giunta con poco tempo per provare visto che i nazionali si alleneranno solo da giovedì. Il 4-4-2 però è un assetto che i bianconeri ogni tanto provano e la citata adozione a partita in corso nel derby ha rappresentato una prova generale soddisfacente.

LE CONDIZIONI DI CHIESA: scatterà quest’oggi, alla Continassa, la missione San Siro. Con chi è rimasto a Torino durante la sosta, con chi è già rientrato dagli impegni con la propria Nazionale. Categorie cui appartengono Dusan Vlahovic e Federico Chiesa, i due elementi della Juventus più attesi in vista dello scontro al vertice contro il Milan. A patto che ci siano, naturalmente. Il serbo è stato “sconvocato” dal ct Stojkovic a causa di problemi di lombalgia, l’azzurro invece ha risposto alla chiamata di Spalletti, ma in seguito è stato costretto a rientrare “a casa” per via del fastidio muscolare che già l’aveva estromesso dal derby con il Torino. Dopo quattro reti nei primi cinque turni e dopo sette gare da titolare su sette, infatti, la seconda punta bianconera era stata costretta al forfait alla vigilia della stracittadina per una leggera noia muscolare. Leggera quanto? Abbastanza da non mostrare evidenze negli esami svolti all’indomani del problema insorto all’altezza della coscia. Ma non così tanto da dissolversi senza conseguenze nei giorni a venire.
Una sorta di punto della situazione sull’infermeria, nella giornata di domenica, l’aveva fatto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli: «Dusan ha già fatto qualcosa con la squadra, penso che potremo schierarlo. Federico, invece, non so come stia davvero». Una frase che tradiva ottimismo sul fronte Vlahovic, ma anche un po’ di apprensione intorno a Chiesa. Già a poche ore dalla sfida al Torino, infatti, Allegri aveva lasciato intendere come la decisione fosse stata presa sulla base delle sensazioni avvertite dal giocatore. E così è avvenuto anche in Nazionale, con Spalletti che l’aveva convocato poiché convinto di poterlo avere a disposizione almeno contro l’Inghilterra. Nulla di tutto ciò. Il numero 7 bianconero ha fatto ritorno alla Continassa e ora si appresta a cominciare il conto alla rovescia per esserci almeno domenica sera. Nessun ulteriore esame nelle scorse ore, dato che non si registrano lesioni di alcun tipo. Ma con ogni probabilità, oltre al fastidio in questione, anche qualche timore latente nella testa del ragazzo, reduce da un gravissimo infortunio e da fisiologici guai conseguenti alla lunga inattività. All’interno dello staff tecnico e dello staff medico, però, a prevalere è in questo momento l’ottimismo: il lavoro dei prossimi giorni sarà finalizzato a recuperare appieno l’ex viola. Per averlo a disposizione in uno snodo stagionale delicato come quello contro il Milan, e non per forza soltanto in panchina.
Giocheranno tutti e due. E aggiungo chissenefrega. Verranno comunque a Milano per lo 0-0.

Noi dobbiamo puntare solo a vincere.
 
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