Credo che sia un discorso del tipo "quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito". Si sta perdendo il focus generale, attaccandosi a questi discorsi per dare alibi alla proprietà che non rinnova mezzo giocatore importante. Un giocatore forte rinnova quando:
1) il club che gli offre il rinnovo ha un progetto che lui ritiene commisurato alle sue ambizioni;
2) gli viene offerto uno stipendio che lo soddisfa.
Quanto più un club è deficitario sul punto 1) tanto maggiore sarà la richiesta di stipendio. È il caso di El Shaarawy che va a giocare in Cina: c'è andato, ma a cifre molto alte di ingaggio, che lo soddisfacevano talmente tanto da fargli mettere in secondo piano il progetto tecnico. E, sempre in casa Roma, posso citarti pure Totti: avrebbe potuto vincere di più altrove, ma lo stipendio offertogli e la centralità nel progetto per tutti quegli anni lo hanno convinto a restare.
Capitolo Kessiè, Donnarumma e Calhanoglu e del perché non hanno rinnovato: non hanno rinnovato perché le ambizioni del club non corrispondevano alle loro e lo stipendio offerto loro non era sufficiente a convincerli a sposare un progetto scadente dal punto di vista tecnico. Alla base dei rifiuti c'è la totale mancanza di volontà da parte di Elliott a costruire una squadra competitiva. E questa convinzione deriva dal fatto che non è il singolo giocatore a fare i capricci, ma stiamo assistendo a una vera e propria diaspora. Pertanto è un problema la proprietà, perché con questa proprietà stiamo perdendo i pochi buoni che abbiamo senza guadagnarci un centesimo.