è esattamente quello che intendo con l'appiattimento culturale della gente di sinistra, incapace di una critica oggettiva e personale ma assoggettata involontariamente ad un credo anche musicale..e gli artisti lo sanno bene..
Non è statisticamente possibile che chiunque si professi di sinistra apprezzi SEMPRE TUTTA sta roba...e i loro epigoni moderni tipo caparezza, samuele bersani, daniele silvestri etc..
Io di quelli lì apprezzo alcune canzoni, di certo non mi farei una full della loro discografia, invece uno di sinistra che mi dice "a me de Gregori fa schifo" non lo trovo manco se lo cerco un anno...com'è possibile? Eppure sono certo che se cerco in generale uno a cui non piace che so, ramazzotti, lo trovo subito..
Questo per me dimostra la mancanza di critica oggettiva perfino nei gusti musicali..
Poi tu facevi un bel discorso sugli artisti e l'orientamento politico, in realtà (molti) degli artisti sono sempre andati dietro a quello che l'arte imponeva..oggi l'arte impone di essere così, perché se sei e dici cose di sinistra ti ascoltano sia da sinistra che da destra (che se ne fregano)..se invece dici il contrario vieni esiliato fisicamente dal mondo (appunto il caso di un Povia che si è schierato apertamente contro l'UE e la lobby LGBT con una canzone intelligentissima ovviamente distrutta senza essere capita)
Ma guarda che è sempre stato così, nel '500 gli artisti credi fossero tutti ferventi religiosi? col c.... ma la chiesa era quella che pagava meglio e allora la più grande opera artistica della storia la puoi ammirare dentro una chiesa, dipinta da un omosessuale che però ha dipinto la più grande scena biblica di sempre..
Dov'erano gli artisti quando c'era la tratta degli schiavi? Erano a scrivere poesie d'amore o sulla natura..altro che critica a quell'abominio..
Arte e sensibilità non sono sempre legate..l'arte è talento
L'hai detto tu nella risposta prima, che ti piace la musica più delle parole. Anche per me è così in alcuni generi, soprattutto in un età in cui il mio inglese era ancora indegno e non mi fregava di cosa stesse dicendo Kurt Cobain o Axel Roses, mi esaltavano le chitarre e le batterie.
Ma se a uno della musica piacciono più le parole, le storie, indipendentemente da dove sta politicamente, è chiaro che il filone sia quello, De Andrè è incontestabile ti riporta in 4 minuti netti in una trincea degli anni 40 o in un paesino di contadini o alla corte di Carlo Martello.
E per apprezzare la genialità un genere non deve per forza piacere, non amo il pop ma M Jackson è inarrivabile, anche se non apprezzi il rap capisci che "i messaggeri della dopa" è un album unico come metrica, o che il jazz di Miles Davis è tecnicamente avanti anniluce.
Non per rafforzare i miei argomenti, ma faccio musica da tanto e la mia compagna è insegnante di musica e musicista professionista, penso di aver parlato di questi argomenti il 40% del mio tempo negli ultimi 5 anni
l'obiezione sulla storia dell'arte negli altri secoli invece è molto pertinente, io penso si muova pari passo con la concezione di libertà di espressione, e dopo le conquiste da quel punto di vista dopo la seconda guerra mondiale l'arte si è poi mossa quasi solo in quel senso (parliamo degli ultimi 60 anni, non 5). Prima ci volevano più palle, ma non era raro comunque, contro Hitler si sono espressi in tantissimi (Picasso, Nash, Levi ecc)