Guarda, io non so come siano andati i fatti realmente e posso solo provare a immaginare.
Non sono nemmeno del settore ma spesso ho avuto a che fare con bambini di genitori separati e conosco un po le logiche e le dinamiche.
Innanzitutto secondo me in questo caso parliamo di due genitori separati e magari con una conflittualità non banale.
Sicuramente il giudice vigila sulla crescita dei figli in questione e lo fa con l'ausilio delle assistenti sociali che riportano al giudice come va la quotidianità e la crescita fisica , morale e psicologia.
Sono arrivato a questa conclusione perché è chiaro che in condizioni normali a decidere se un bambino/ragazzo si debba vaccinare sono i genitori e non di certo un giudice.
In questo caso presumo i genitori ,nonostante la mediazione delle assistenti sociali e dello psicologo, non siano arrivati a una decisione e così è stato interpellato il giudice.
Però secondo me il tribunale ha sbagliato clamorosamente a indirizzare i genitori verso il si visto che non parliamo di un passo che è oggettivamente obbligatorio e utile, come può essere la frequenza a scuola o il vaccino per il tetano, per dire, ma parliamo di un piano di vaccinazione dettato da una condizione di emergenza.
Con questo 'si' ,sempre mio parere personale da profano , il tribunale ha creato un precedente pericoloso.
Escludo infine possa essere stato interpellato il minore per una decisione così importante, visto che non parliamo di scuola anziché sport da praticare.