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Enrico Currò su Repubblica in edicola conferma le indiscrezioni di ieri de IS24ORE e aggiunge: l’indiscrezione del Sole 24 Ore sul suo incontro in Bahrain con i rappresentanti del fondo Investcorp ha raggiunto in Florida un Gerry Cardinale più ineffabile del solito. Sabato scorso Repubblica aveva anticipato che l’azionista di controllo Usa del Milan, con l’ad Furlani, era stato in Medio Oriente prima della partita del 28 novembre col Dortmund, per incontrare investitori in vista di un riassetto societario. Le puntualizzazioni sono ufficiose e dicono che nessun incontro con rappresentanti di Investcorp c’è stato o è in programma (ma si tratta di veline inviate a tutti gli zoomati, aggiungiamo NDR). Il tema resta scabroso: l’eventuale appuntamento sarebbe una clamorosa marcia indietro.
Investcorp è infatti il fondo arabo con sede in Bahrain che dal novembre 2021 al maggio 2022, insieme alla piattaforma di investimento MFO Multi Family Office Equity Partners (base a New York e presenza della famiglia reale saudita tra gli investitori, con Saudi Crown MFO), trattò l’acquisizione del club dal fondo Elliott della famiglia Singer per una cifra superiore al miliardo di euro, senza prestiti. La trattativa saltò poi in dirittura d’arrivo e fu la società di investimento newyorchese RedBird Capital di Cardinale a chiudere a sorpresa l’affare per 1,2 miliardi di euro, poco meno della metà dei quali (550) da un vendor loan, prestito da restituire in 3 anni a un tasso d’interesse mai ufficializzato (tra i 40 e i 60 milioni l’anno, a seconda delle versioni).
L’entità del debito che RedBird dovrà pagare al fondo Elliott nel 2025 non è l’unico segreto di un passaggio di proprietà sul quale indaga da gennaio anche la polizia valutaria della Guardia di Finanza. Ma la domanda che i tifosi milanisti si stanno facendo in queste ore è se Cardinale sia a caccia di soci o addirittura di acquirenti. Se, cioè, sia alle viste un nuovo cambio di assetto societario per un club che dall’aprile 2017, data della tortuosa cessione dalla Fininvest di Berlusconi al misterioso cinese Yonghong Li, è abituato alle metamorfosi: nel 2018 dall’insolvente debitore Li al fondo Elliott e nel 2022, appunto, a RedBird. Oggi, dopo le frequenti modifiche di un Cda i cui punti fermi sono dal 2018 il presi- dente Scaroni e l’attuale ad Furlani (manager di Elliott ora in quota RedBird) e dal 2021 Gordon Singer vertice di Elliott, la possibile eliminazione dalla Champions il 13 dicembre a Newcastle (con potenziali mancati ricavi per 150 milioni, Mondiale per club 2025 incluso) rischia di indebolire il marchio Milan, al netto del bilancio in attivo di 6 milioni e del piano stadio a San Donato, che ne alzerebbe il valore (1,5 miliardi la stima).
VISNADI SU IL GIORNALE: MILANO DERBY ARABO
Investcorp è infatti il fondo arabo con sede in Bahrain che dal novembre 2021 al maggio 2022, insieme alla piattaforma di investimento MFO Multi Family Office Equity Partners (base a New York e presenza della famiglia reale saudita tra gli investitori, con Saudi Crown MFO), trattò l’acquisizione del club dal fondo Elliott della famiglia Singer per una cifra superiore al miliardo di euro, senza prestiti. La trattativa saltò poi in dirittura d’arrivo e fu la società di investimento newyorchese RedBird Capital di Cardinale a chiudere a sorpresa l’affare per 1,2 miliardi di euro, poco meno della metà dei quali (550) da un vendor loan, prestito da restituire in 3 anni a un tasso d’interesse mai ufficializzato (tra i 40 e i 60 milioni l’anno, a seconda delle versioni).
L’entità del debito che RedBird dovrà pagare al fondo Elliott nel 2025 non è l’unico segreto di un passaggio di proprietà sul quale indaga da gennaio anche la polizia valutaria della Guardia di Finanza. Ma la domanda che i tifosi milanisti si stanno facendo in queste ore è se Cardinale sia a caccia di soci o addirittura di acquirenti. Se, cioè, sia alle viste un nuovo cambio di assetto societario per un club che dall’aprile 2017, data della tortuosa cessione dalla Fininvest di Berlusconi al misterioso cinese Yonghong Li, è abituato alle metamorfosi: nel 2018 dall’insolvente debitore Li al fondo Elliott e nel 2022, appunto, a RedBird. Oggi, dopo le frequenti modifiche di un Cda i cui punti fermi sono dal 2018 il presi- dente Scaroni e l’attuale ad Furlani (manager di Elliott ora in quota RedBird) e dal 2021 Gordon Singer vertice di Elliott, la possibile eliminazione dalla Champions il 13 dicembre a Newcastle (con potenziali mancati ricavi per 150 milioni, Mondiale per club 2025 incluso) rischia di indebolire il marchio Milan, al netto del bilancio in attivo di 6 milioni e del piano stadio a San Donato, che ne alzerebbe il valore (1,5 miliardi la stima).
VISNADI SU IL GIORNALE: MILANO DERBY ARABO

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