Ancora con questi esempi dei furti? Il mondo digitale è diverso. Se proprio voleste fare un paragone, bisognerebbe dire che si duplica la Mercedes, e di fatto quella in concessionaria rimane lì.
Ma a parte questo, ci sono ormai esempi di anni ed anni che la pirateria non uccide l’industria. Guardate la musica e i videogiochi: hanno dovuto inventarsi nuovi modelli di business (streaming e gioco online) e la pirateria è crollata in questi settori.
Bloccare a caso servizi come Google per ore, offrendo un servizio scadente per la visione delle partite ad un prezzo elevato, di certo non disincentiva la pirateria, anzi.
Sicuramente è vero che la pirateria non è tecnicamente furto.
D’altro canto, però, il concetto di fondo è lo stesso: in entrambi i casi si raggira la legge per un mero vezzo personale.
Guardare il calcio non lo prescrive il dottore, quindi se non si hanno i mezzi economici o tecnici per vederlo, non è giustificabile la pirateria.
Questo, a prescindere da come l’industria ne abbia seriamente approfittato imponendo i DRM, che hanno creato vere e proprie ingiustizie.
Vedasi l’attuale DRM Widevine, usato da tutte le piattaforme streaming, che non può essere usato liberamente, in quanto legato a specifiche configurazioni di browser e sistema operativo, tagliando fuori potenziali clienti paganti.
O basti vedere il disastro dei Blu Ray, con casi di chiavi di cifratura scadute sui lettori che hanno impedito la corretta riproduzione a chi aveva regolarmente acquistato un prodotto in quel formato.
Il miglior modo di combattere questo sistema malato è smettere di pagarlo e ignorarlo completamente, non piratarlo.