Gli anni scorsi c'era entusiasmo un po' perchè eravamo tornati competitivi dopo anni bui, un po' perchè le prospettive per il futuro apparivano radiose: rosa giovane, bilancio sano, avversarie in declino e alle prese con problemi economici. Fino a un anno e mezzo fa sembrava che ci fossero tutti i presupposti per instaurare un ciclo vincente, almeno in patria, senza nemmeno il bisogno di fare follie sul mercato.
Poi tutto è andato a rotoli. La proprietà ha mostrato di non avere alcuna ambizione sportiva, quelli che prima erano giovani promesse o hanno raggiunto un buon livello, e difficilmente resteranno a lungo, o si sono involuti o sono andati via, il progetto stadio è una barzelletta e viene data fiducia incondizionata a un allenatore che ha palesemente concluso il suo ciclo e che forse ha rotto con parte dello spogliatoio. In tutto questo le avversarie si sono riprese, hanno una situazione economica migliore di allora e ci stanno davanti in classifica.
Per cosa dovremmo emozionarci? Fino a 3 anni fa potevamo esaltarci per un 4° posto, anche perchè ci raccontavano da tempo che con la qualificazione Champions tutto sarebbe cambiato e avremmo potuto permetterci di acquistare grandi calciatori. Ora che abbiamo assaporato la gioia di uno scudetto (capitato per caso e mai stato nei programmi societari), per cosa dovremmo esaltarci?
Prima la narrazione era che dovevamo arrivare in Champions, adesso c'è la scusa dello stadio, che ovviamente non verrà mai costruito. La verità è che alla proprietà di ciò che accade in campo non può fregare di meno.