Ambro intervista Ibra. Tutte le dichiarazioni dello svedese.

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Massimo Ambrosini intervista Zlatan Ibrahimovic. Tutte le dichiarazioni dello svedese

Ibra:"Che effetto mi fa Milanello? Mi sento a casa. Quando sono qua faccio tutto quello che bisogna fare. Prendo tempo, faccio le mie cose. E' casa mia. Ero qui già 10 anni fa, con voi grandi giocatori. Il primo giorno a Milanello? Ricordo i record di forza fatti registrare. La settimana prima c'era Barcellona -Milan poi ero con voi. Galliani era carico. Era venuto a casa mia a Barcellona. Ha tolto la giacca ed ha detto non mi muovo da qui finchè non vieni con noi. Mia mia moglie diceva "Ma chi è questo qui". Uno importante. Ero contento. A Barcellona era un momento così. Non si capiva quale fosse il vero problema lì. Se il Milan ti chiede di venire, è normale che ti stimola. Tanti stimoli. Ho detto, firmo per il Milan, sapevo che avremmo fatto qualcosa. Quando la gente parla mi carica. Mi dà adrenalina per dimostrare che non è come dicono. Dicevano che la squadra non poteva vincere. Si dimostra in campo. Ho detto, se ho vinto con Juve e Inter vinco anche col Mila. n".

"Quella di oggi è un'altra sfida. Sono sfide che mi piacciono e mi caricano. E' una sfida più grande rispetto ad una squadra top. Qui devi portare al top e far capire ai giocatori cosa sia il top. Paura? No. E' la stessa situazione dello United, quando tutti dicevano che la Premier fosse difficile. Faccio il contrario di quello che dicono".

"Sono diverso oggi? Prima andavo a duemila. Ero un altro tipo di giocatore. Dieci anni fa andavo basso per portare il pallone. Oggi non lo faccio, perchè perdo energia. Vado in area. Dieci anni fa c'era un'alta qualità e un altro tipo di giocatori. Oggi mi sono messo a disposizione. Dieci anni fa c'erano personaggi con più status, personalità e carattere. Ma oggi faccio lo stesso e forse ancora di più. Se noto che uno non ce la fa, allora cambio strategia. Prima non era così. trattavo tutti allo stesso modo. La persona deve essere se stessa. Quando sei più giovane sei più rock'n'roll. Oggi capisco più le situazioni. Ma metto ancora pressioni. Non accetto il passaggio passaggio sbagliato. Chiedo tanto e ti dico qualcosa se non ti alleni bene. Come ti alleni è come giochi. Con voi era un'altra esperienza. Eravate il top. Avevate vinto tutto, io volevo vincere ancora. Bisognava portare l'ultima adrenalina. Seedorf era un grande personaggio, con carattere. Uno che ti risponde. Non dico sempre di aver ragione. Poi magari qualcuno dice altro. Quante volte ho perso contro di te in partitella? Vincevo sempre io al 90-95% (Ambro non è d'accordo)".

"Sono più grosso di prima? Mi sto allenando tanto. Più vai avanti e più sei debole fisicamente. Ma oggi sono meglio di prima. Lo dico anche io. Più passano gli anni e più il giocatore cambia. Mi piace come giochiamo ora? Sì. Pioli ha trovato il modo per far uscire il massimo da me. Mi mette nelle condizioni per aiutare la squadra. Mi chiede, parla. Come chiede a tutti gli altri. Io voglio giocare sempre. Lui magari mi dice di giocare 45 minuti in Europa e poi uscire. Sento tanto la responsabilità, e mi piace".

"Dove può arrivare il Milan? La squadra ha tanta fame e voglia. Non ci sono sogni e obiettivi. Giochiamo una partita alla voglia. Io ho il mio obiettivo. La squadra deve fare meglio dell'anno passato. Ovvio. Ma una partita alla volta. La squadra non ha il feeling della vittoria. Non bisogna rilassarsi. Lì entro io. Nessuno si ricorda dell'ultima partita. Bisogna vincere sempre. Non siamo come l'Inter e la Juve con tanti giocatori. Siamo giovani. Magari a qualche giocatore manca qualcosa. Bisogna vincere per arrivare a degli obiettivi. E non sono abituati. Vincere per forza è stato il momento quando abbiamo giocato per entrare in Europa. C'è stata pressione. Non sono abituati. Il Milan può puntare alla Champions? Penso di sì. Sono qui da otto mesi, penso di sì. Però è anche il sacrificio che conta. I dettagli che fanno la differenza".

"Non mi piace chi mi dice sempre sì. Non sono un boss. Sono me stesso. Di discute. E' bello vedere chi esprime le proprie opinioni. Il confronto è importante. Last Dance? Mi piace. Mi hanno detto che è difficile giocare con me. Quando è uscito Last Dance, è stato l'esempio perfetto. Mentalità vincente. Il modo di lavorare. Fare le cose per vincere. Io non vado in giro a baciare tutti. Metto pressioni. Non accetto palloni sbagliati a questi livelli. Al Milan bisogna vincere. Io faccio tutto per vincere. Quando fai un bel passaggio è normale. Esagerare nel pretendere qualcosa dai compagni? Sono ancora qui ed ho vinto tanto. Non sono tanti quelli che riescono a stare al top a lungo. C'è chi la prende male. Ma a questi livelli o mangi o ti mangiano. Io ho scelto di mangiare.".

"Cosa vorrei fare quando smetto? Vediamo. Coi miei figli metto disciplina. Devono capire come funzionano le cose. Io allenatore in futuro? Non penso. E' stressante. No dico no o sì. Ma è stressanti. Fino a quando giocherò? Fino a quando starò bene. Se stai bene fisicamente ce la fai. Come Totti. No è che manca qualità. Se uno è in condizione, ce la fai. E' impossibile perdere qualità. Dipende dal fisico. Poi chi non accetta di essere finito, è questione di ego. Pensi ancora che ce la fai. Io non ho questo ego. Sono realista. Sono andato in Usa perchè pensavo di non poter più fare certe cose. Ho detto a Mou di no convocarmi più. Ma mi sentivo vivo e sono tornato in Europa. Inizialmente ho firmato per sei mesi per vedere se ce la facevo. Non bisogna farsi influenzare dai commenti da fuori".

"Quando sono tornato al Milan il campionato era finito da due mesi. E' dura entrare nel ritmo. A fine campionato, lo scorso anno, avevo detto basta. La famiglia è più importante. Ero qui da solo. Ho detto no a Pioli. Lui mi ha detto che non era così semplice. Tu devi restare. Se non resti qui, sarà un'altra cosa. Allora ho detto, ho deciso poi vediamo. I contratti a questa età non sono importanti. Mi serve il rispetto e i valori. ".


Ambro:"L'ultima volta che sono stato a Milanello? Un paio di anni fa. Questa volta mi ha fatto più sensazione. Mi ha emozionato. Quel posto lì è magico. Volevo partire in un modo, poi abbiamo cambiato. Il record di Ibra a Milanello il primo giorno? E' vero, senza riscaldamento ha spaccato la macchina. Oggi è cambiato. Ha sempre viaggiato sul filo della provocazione. Oggi è un uomo più maturo ma sempre coraggioso. Rivendendo l'intervista, è che lui fosse davvero molto sincero. Lui crede molto in questa squadra, anche per lo scudetto. Ma forse ha anche un pò paura di alzare l'asticella".

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mandraghe

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Massimo Ambrosini intervista Zlatan Ibrahimovic. Tutte le dichiarazioni dello svedese

Ibra:"Che effetto mi fa Milanello? Mi sento a casa. Quando sono qua faccio tutto quello che bisogna fare. Prendo tempo, faccio le mie cose. E' casa mia. Ero qui già 10 anni fa, con voi grandi giocatori. Il primo giorno a Milanello? Ricordo i record di forza fatti registrare. La settimana prima c'era Barcellona -Milan poi ero con voi. Galliani era carico. Era venuto a casa mia a Barcellona. Ha tolto la giacca ed ha detto non mi muovo da qui finchè non vieni con noi. Mia mia moglie diceva "Ma chi è questo qui". Uno importante. Ero contento. A Barcellona era un momento così. Non si capiva quale fosse il vero problema lì. Se il Milan ti chiede di venire, è normale che ti stimola. Tanti stimoli. Ho detto, firmo per il Milan, sapevo che avremmo fatto qualcosa. Quando la gente parla mi carica. Mi dà adrenalina per dimostrare che non è come dicono. Dicevano che la squadra non poteva vincere. Si dimostra in campo. Ho detto, se ho vinto con Juve e Inter vinco anche col Mila. n".

"Quella di oggi è un'altra sfida. Sono sfide che mi piacciono e mi caricano. E' una sfida più grande rispetto ad una squadra top. Qui devi portare al top e far capire ai giocatori cosa sia il top. Paura? No. E' la stessa situazione dello United, quando tutti dicevano che la Premier fosse difficile. Faccio il contrario di quello che dicono".

"Sono diverso oggi? Prima andavo a duemila. Ero un altro tipo di giocatore. Dieci anni fa andavo basso per portare il pallone. Oggi non lo faccio, perchè perdo energia. Vado in area. Dieci anni fa c'era un'alta qualità e un altro tipo di giocatori. Oggi mi sono messo a disposizione. Dieci anni fa c'erano personaggi con più status, personalità e carattere. Ma oggi faccio lo stesso e forse ancora di più. Se noto che uno non ce la fa, allora cambio strategia. Prima non era così. trattavo tutti allo stesso modo. La persona deve essere se stessa. Quando sei più giovane sei più rock'n'roll. Oggi capisco più le situazioni. Ma metto ancora pressioni. Non accetto il passaggio passaggio sbagliato. Chiedo tanto e ti dico qualcosa se non ti alleni bene. Come ti alleni è come giochi. Con voi era un'altra esperienza. Eravate il top. Avevate vinto tutto, io volevo vincere ancora. Bisognava portare l'ultima adrenalina. Seedorf era un grande personaggio, con carattere. Uno che ti risponde. Non dico sempre di aver ragione. Poi magari qualcuno dice altro. Quante volte ho perso contro di te in partitella? Vincevo sempre io al 90-95% (Ambro non è d'accordo)".

"Sono più grosso di prima? Mi sto allenando tanto. Più vai avanti e più sei debole fisicamente. Ma oggi sono meglio di prima. Lo dico anche io. Più passano gli anni e più il giocatore cambia. Mi piace come giochiamo ora? Sì. Pioli ha trovato il modo per far uscire il massimo da me. Mi mette nelle condizioni per aiutare la squadra. Mi chiede, parla. Come chiede a tutti gli altri. Io voglio giocare sempre. Lui magari mi dice di giocare 45 minuti in Europa e poi uscire. Sento tanto la responsabilità, e mi piace".

"Dove può arrivare il Milan? La squadra ha tanta fame e voglia. Non ci sono sogni e obiettivi. Giochiamo una partita alla voglia. Io ho il mio obiettivo. La squadra deve fare meglio dell'anno passato. Ovvio. Ma una partita alla volta. La squadra non ha il feeling della vittoria. Non bisogna rilassarsi. Lì entro io. Nessuno si ricorda dell'ultima partita. Bisogna vincere sempre. Non siamo come l'Inter e la Juve con tanti giocatori. Siamo giovani. Magari a qualche giocatore manca qualcosa. Bisogna vincere per arrivare a degli obiettivi. E non sono abituati. Vincere per forza è stato il momento quando abbiamo giocato per entrare in Europa. C'è stata pressione. Non sono abituati. Il Milan può puntare alla Champions? Penso di sì. Sono qui da otto mesi, penso di sì. Però è anche il sacrificio che conta. I dettagli che fanno la differenza".

"Non mi piace chi mi dice sempre sì. Non sono un boss. Sono me stesso. Di discute. E' bello vedere chi esprime le proprie opinioni. Il confronto è importante. Last Dance? Mi piace. Mi hanno detto che è difficile giocare con me. Quando è uscito Last Dance, è stato l'esempio perfetto. Mentalità vincente. Il modo di lavorare. Fare le cose per vincere. Io non vado in giro a baciare tutti. Metto pressioni. Non accetto palloni sbagliati a questi livelli. Al Milan bisogna vincere. Io faccio tutto per vincere. Quando fai un bel passaggio è normale. Esagerare nel pretendere qualcosa dai compagni? Sono ancora qui ed ho vinto tanto. Non sono tanti quelli che riescono a stare al top a lungo. C'è chi la prende male. Ma a questi livelli o mangi o ti mangiano. Io ho scelto di mangiare.".

"Cosa vorrei fare quando smetto? Vediamo. Coi miei figli metto disciplina. Devono capire come funzionano le cose. Io allenatore in futuro? Non penso. E' stressante. No dico no o sì. Ma è stressanti. Fino a quando giocherò? Fino a quando starò bene. Se stai bene fisicamente ce la fai. Come Totti. No è che manca qualità. Se uno è in condizione, ce la fai. E' impossibile perdere qualità. Dipende dal fisico. Poi chi non accetta di essere finito, è questione di ego. Pensi ancora che ce la fai. Io non ho questo ego. Sono realista. Sono andato in Usa perchè pensavo di non poter più fare certe cose. Ho detto a Mou di no convocarmi più. Ma mi sentivo vivo e sono tornato in Europa. Inizialmente ho firmato per sei mesi per vedere se ce la facevo. Non bisogna farsi influenzare dai commenti da fuori".

"Quando sono tornato al Milan il campionato era finito da due mesi. E' dura entrare nel ritmo".


Ambro:"L'ultima volta che sono stato a Milanello? Un paio di anni fa. Questa volta mi ha fatto più sensazione. Mi ha emozionato. Quel posto lì è magico. Volevo partire in un modo, poi abbiamo cambiato. Il record di Ibra a Milanello il primo giorno? E' vero, senza riscaldamento ha spaccato la macchina. Oggi è cambiato. Ha sempre viaggiato sul filo della provocazione. Oggi è un uomo più maturo ma sempre coraggioso. Rivendendo l'intervista, è che lui fosse davvero molto sincero. Lui crede molto in questa squadra, anche per lo scudetto. Ma forse ha anche un pò paura di alzare l'asticella".

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Speriamo che il cinghiale sudafricano la guardi. Magari impara qualcosa. E soprattutto impara cosa vuol dire essere vincenti, perché mi pare che in materia l’AD del Milan sia un “pochino” deficitario.
 

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Massimo Ambrosini intervista Zlatan Ibrahimovic. Tutte le dichiarazioni dello svedese

Ibra:"Che effetto mi fa Milanello? Mi sento a casa. Quando sono qua faccio tutto quello che bisogna fare. Prendo tempo, faccio le mie cose. E' casa mia. Ero qui già 10 anni fa, con voi grandi giocatori. Il primo giorno a Milanello? Ricordo i record di forza fatti registrare. La settimana prima c'era Barcellona -Milan poi ero con voi. Galliani era carico. Era venuto a casa mia a Barcellona. Ha tolto la giacca ed ha detto non mi muovo da qui finchè non vieni con noi. Mia mia moglie diceva "Ma chi è questo qui". Uno importante. Ero contento. A Barcellona era un momento così. Non si capiva quale fosse il vero problema lì. Se il Milan ti chiede di venire, è normale che ti stimola. Tanti stimoli. Ho detto, firmo per il Milan, sapevo che avremmo fatto qualcosa. Quando la gente parla mi carica. Mi dà adrenalina per dimostrare che non è come dicono. Dicevano che la squadra non poteva vincere. Si dimostra in campo. Ho detto, se ho vinto con Juve e Inter vinco anche col Mila. n".

"Quella di oggi è un'altra sfida. Sono sfide che mi piacciono e mi caricano. E' una sfida più grande rispetto ad una squadra top. Qui devi portare al top e far capire ai giocatori cosa sia il top. Paura? No. E' la stessa situazione dello United, quando tutti dicevano che la Premier fosse difficile. Faccio il contrario di quello che dicono".

"Sono diverso oggi? Prima andavo a duemila. Ero un altro tipo di giocatore. Dieci anni fa andavo basso per portare il pallone. Oggi non lo faccio, perchè perdo energia. Vado in area. Dieci anni fa c'era un'alta qualità e un altro tipo di giocatori. Oggi mi sono messo a disposizione. Dieci anni fa c'erano personaggi con più status, personalità e carattere. Ma oggi faccio lo stesso e forse ancora di più. Se noto che uno non ce la fa, allora cambio strategia. Prima non era così. trattavo tutti allo stesso modo. La persona deve essere se stessa. Quando sei più giovane sei più rock'n'roll. Oggi capisco più le situazioni. Ma metto ancora pressioni. Non accetto il passaggio passaggio sbagliato. Chiedo tanto e ti dico qualcosa se non ti alleni bene. Come ti alleni è come giochi. Con voi era un'altra esperienza. Eravate il top. Avevate vinto tutto, io volevo vincere ancora. Bisognava portare l'ultima adrenalina. Seedorf era un grande personaggio, con carattere. Uno che ti risponde. Non dico sempre di aver ragione. Poi magari qualcuno dice altro. Quante volte ho perso contro di te in partitella? Vincevo sempre io al 90-95% (Ambro non è d'accordo)".

"Sono più grosso di prima? Mi sto allenando tanto. Più vai avanti e più sei debole fisicamente. Ma oggi sono meglio di prima. Lo dico anche io. Più passano gli anni e più il giocatore cambia. Mi piace come giochiamo ora? Sì. Pioli ha trovato il modo per far uscire il massimo da me. Mi mette nelle condizioni per aiutare la squadra. Mi chiede, parla. Come chiede a tutti gli altri. Io voglio giocare sempre. Lui magari mi dice di giocare 45 minuti in Europa e poi uscire. Sento tanto la responsabilità, e mi piace".

"Dove può arrivare il Milan? La squadra ha tanta fame e voglia. Non ci sono sogni e obiettivi. Giochiamo una partita alla voglia. Io ho il mio obiettivo. La squadra deve fare meglio dell'anno passato. Ovvio. Ma una partita alla volta. La squadra non ha il feeling della vittoria. Non bisogna rilassarsi. Lì entro io. Nessuno si ricorda dell'ultima partita. Bisogna vincere sempre. Non siamo come l'Inter e la Juve con tanti giocatori. Siamo giovani. Magari a qualche giocatore manca qualcosa. Bisogna vincere per arrivare a degli obiettivi. E non sono abituati. Vincere per forza è stato il momento quando abbiamo giocato per entrare in Europa. C'è stata pressione. Non sono abituati. Il Milan può puntare alla Champions? Penso di sì. Sono qui da otto mesi, penso di sì. Però è anche il sacrificio che conta. I dettagli che fanno la differenza".

"Non mi piace chi mi dice sempre sì. Non sono un boss. Sono me stesso. Di discute. E' bello vedere chi esprime le proprie opinioni. Il confronto è importante. Last Dance? Mi piace. Mi hanno detto che è difficile giocare con me. Quando è uscito Last Dance, è stato l'esempio perfetto. Mentalità vincente. Il modo di lavorare. Fare le cose per vincere. Io non vado in giro a baciare tutti. Metto pressioni. Non accetto palloni sbagliati a questi livelli. Al Milan bisogna vincere. Io faccio tutto per vincere. Quando fai un bel passaggio è normale. Esagerare nel pretendere qualcosa dai compagni? Sono ancora qui ed ho vinto tanto. Non sono tanti quelli che riescono a stare al top a lungo. C'è chi la prende male. Ma a questi livelli o mangi o ti mangiano. Io ho scelto di mangiare.".

"Cosa vorrei fare quando smetto? Vediamo. Coi miei figli metto disciplina. Devono capire come funzionano le cose. Io allenatore in futuro? Non penso. E' stressante. No dico no o sì. Ma è stressanti. Fino a quando giocherò? Fino a quando starò bene. Se stai bene fisicamente ce la fai. Come Totti. No è che manca qualità. Se uno è in condizione, ce la fai. E' impossibile perdere qualità. Dipende dal fisico. Poi chi non accetta di essere finito, è questione di ego. Pensi ancora che ce la fai. Io non ho questo ego. Sono realista. Sono andato in Usa perchè pensavo di non poter più fare certe cose. Ho detto a Mou di no convocarmi più. Ma mi sentivo vivo e sono tornato in Europa. Inizialmente ho firmato per sei mesi per vedere se ce la facevo. Non bisogna farsi influenzare dai commenti da fuori".

"Quando sono tornato al Milan il campionato era finito da due mesi. E' dura entrare nel ritmo. A fine campionato, lo scorso anno, avevo detto basta. La famiglia è più importante. Ero qui da solo. Ho detto no a Pioli. Lui mi ha detto che non era così semplice. Tu devi restare. Se non resti qui, sarà un'altra cosa. Allora ho detto, ho deciso poi vediamo. I contratti a questa età non sono importanti. Mi serve il rispetto e i valori. Sono arrivato al momento in cui non volevo avere rimpianti di smettere. Allora ho chiamato il Milan ed ho detto, parlo con la mia famiglia e si va avanti".

"Allo United volevo smettere perchè ero al top. Ma dopo l'infortunio ho deciso di continuare per sentirmi vivo. Mi sono detto: senza calcio chi sono? Quando non fai più quello che hai fatto per 25 anni è difficile. Pronto a smettere? No. L'anno prossimo sarò qui? O chi o da un'altra parte, fino a che mi sento bene. Tra sei mesi non so come starò fisicamente. A Milano sto bene? Molto bene ma mi manca la famiglia. Non mi va bene. Ho degli obiettivi e punto ai miei obiettivi, anche con loro lontani. Qui si sta bene. Siamo in un momento particolare con Covid e lockdown. A gennaio Milano era meglio di 10 anni fa. Poi è entrato il Covid. Non avevo mai visto il Duomo? L'importante è che il Duomo vede me. Faccio io la storia. Non faccio altre storie".


Ambro:"L'ultima volta che sono stato a Milanello? Un paio di anni fa. Questa volta mi ha fatto più sensazione. Mi ha emozionato. Quel posto lì è magico. Volevo partire in un modo, poi abbiamo cambiato. Il record di Ibra a Milanello il primo giorno? E' vero, senza riscaldamento ha spaccato la macchina. Oggi è cambiato. Ha sempre viaggiato sul filo della provocazione. Oggi è un uomo più maturo ma sempre coraggioso. Rivendendo l'intervista, è che lui fosse davvero molto sincero. Lui crede molto in questa squadra, anche per lo scudetto. Ma forse ha anche un pò paura di alzare l'asticella".

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Madò...
 

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massimo ambrosini intervista zlatan ibrahimovic. Tutte le dichiarazioni dello svedese

ibra:"che effetto mi fa milanello? Mi sento a casa. Quando sono qua faccio tutto quello che bisogna fare. Prendo tempo, faccio le mie cose. E' casa mia. Ero qui già 10 anni fa, con voi grandi giocatori. Il primo giorno a milanello? Ricordo i record di forza fatti registrare. La settimana prima c'era barcellona -milan poi ero con voi. Galliani era carico. Era venuto a casa mia a barcellona. Ha tolto la giacca ed ha detto non mi muovo da qui finchè non vieni con noi. Mia mia moglie diceva "ma chi è questo qui". Uno importante. Ero contento. A barcellona era un momento così. Non si capiva quale fosse il vero problema lì. Se il milan ti chiede di venire, è normale che ti stimola. Tanti stimoli. Ho detto, firmo per il milan, sapevo che avremmo fatto qualcosa. Quando la gente parla mi carica. Mi dà adrenalina per dimostrare che non è come dicono. Dicevano che la squadra non poteva vincere. Si dimostra in campo. Ho detto, se ho vinto con juve e inter vinco anche col mila. N".

"quella di oggi è un'altra sfida. Sono sfide che mi piacciono e mi caricano. E' una sfida più grande rispetto ad una squadra top. Qui devi portare al top e far capire ai giocatori cosa sia il top. Paura? No. E' la stessa situazione dello united, quando tutti dicevano che la premier fosse difficile. Faccio il contrario di quello che dicono".

"sono diverso oggi? Prima andavo a duemila. Ero un altro tipo di giocatore. Dieci anni fa andavo basso per portare il pallone. Oggi non lo faccio, perchè perdo energia. Vado in area. Dieci anni fa c'era un'alta qualità e un altro tipo di giocatori. Oggi mi sono messo a disposizione. Dieci anni fa c'erano personaggi con più status, personalità e carattere. Ma oggi faccio lo stesso e forse ancora di più. Se noto che uno non ce la fa, allora cambio strategia. Prima non era così. Trattavo tutti allo stesso modo. La persona deve essere se stessa. Quando sei più giovane sei più rock'n'roll. Oggi capisco più le situazioni. Ma metto ancora pressioni. Non accetto il passaggio passaggio sbagliato. Chiedo tanto e ti dico qualcosa se non ti alleni bene. Come ti alleni è come giochi. Con voi era un'altra esperienza. Eravate il top. Avevate vinto tutto, io volevo vincere ancora. Bisognava portare l'ultima adrenalina. Seedorf era un grande personaggio, con carattere. Uno che ti risponde. Non dico sempre di aver ragione. Poi magari qualcuno dice altro. Quante volte ho perso contro di te in partitella? Vincevo sempre io al 90-95% (ambro non è d'accordo)".

"sono più grosso di prima? Mi sto allenando tanto. Più vai avanti e più sei debole fisicamente. Ma oggi sono meglio di prima. Lo dico anche io. Più passano gli anni e più il giocatore cambia. Mi piace come giochiamo ora? Sì. Pioli ha trovato il modo per far uscire il massimo da me. Mi mette nelle condizioni per aiutare la squadra. Mi chiede, parla. Come chiede a tutti gli altri. Io voglio giocare sempre. Lui magari mi dice di giocare 45 minuti in europa e poi uscire. Sento tanto la responsabilità, e mi piace".

"dove può arrivare il milan? La squadra ha tanta fame e voglia. Non ci sono sogni e obiettivi. Giochiamo una partita alla voglia. Io ho il mio obiettivo. La squadra deve fare meglio dell'anno passato. Ovvio. Ma una partita alla volta. La squadra non ha il feeling della vittoria. Non bisogna rilassarsi. Lì entro io. Nessuno si ricorda dell'ultima partita. Bisogna vincere sempre. Non siamo come l'inter e la juve con tanti giocatori. Siamo giovani. Magari a qualche giocatore manca qualcosa. Bisogna vincere per arrivare a degli obiettivi. E non sono abituati. Vincere per forza è stato il momento quando abbiamo giocato per entrare in europa. C'è stata pressione. Non sono abituati. Il milan può puntare alla champions? Penso di sì. Sono qui da otto mesi, penso di sì. Però è anche il sacrificio che conta. I dettagli che fanno la differenza".

"non mi piace chi mi dice sempre sì. Non sono un boss. Sono me stesso. Di discute. E' bello vedere chi esprime le proprie opinioni. Il confronto è importante. Last dance? Mi piace. Mi hanno detto che è difficile giocare con me. Quando è uscito last dance, è stato l'esempio perfetto. Mentalità vincente. Il modo di lavorare. Fare le cose per vincere. Io non vado in giro a baciare tutti. Metto pressioni. Non accetto palloni sbagliati a questi livelli. Al milan bisogna vincere. Io faccio tutto per vincere. Quando fai un bel passaggio è normale. Esagerare nel pretendere qualcosa dai compagni? Sono ancora qui ed ho vinto tanto. Non sono tanti quelli che riescono a stare al top a lungo. c'è chi la prende male. Ma a questi livelli o mangi o ti mangiano. Io ho scelto di mangiare.".

"cosa vorrei fare quando smetto? Vediamo. Coi miei figli metto disciplina. Devono capire come funzionano le cose. io allenatore in futuro? non penso. E' stressante. No dico no o sì. Ma è stressanti. fino a quando giocherò? fino a quando starò bene. Se stai bene fisicamente ce la fai. Come totti. No è che manca qualità. Se uno è in condizione, ce la fai. E' impossibile perdere qualità. Dipende dal fisico. Poi chi non accetta di essere finito, è questione di ego. Pensi ancora che ce la fai. Io non ho questo ego. Sono realista. Sono andato in usa perchè pensavo di non poter più fare certe cose. Ho detto a mou di no convocarmi più. Ma mi sentivo vivo e sono tornato in europa. Inizialmente ho firmato per sei mesi per vedere se ce la facevo. Non bisogna farsi influenzare dai commenti da fuori".

"quando sono tornato al milan il campionato era finito da due mesi. E' dura entrare nel ritmo. a fine campionato, lo scorso anno, avevo detto basta. la famiglia è più importante. Ero qui da solo. ho detto no a pioli. Lui mi ha detto che non era così semplice. Tu devi restare. Se non resti qui, sarà un'altra cosa. Allora ho detto, ho deciso poi vediamo. I contratti a questa età non sono importanti. Mi serve il rispetto e i valori. sono arrivato al momento in cui non volevo avere rimpianti di smettere. Allora ho chiamato il milan ed ho detto, parlo con la mia famiglia e si va avanti".

"allo united volevo smettere perchè ero al top. Ma dopo l'infortunio ho deciso di continuare per sentirmi vivo. Mi sono detto: Senza calcio chi sono? Quando non fai più quello che hai fatto per 25 anni è difficile. Pronto a smettere? No. l'anno prossimo sarò qui? O chi o da un'altra parte, fino a che mi sento bene. Tra sei mesi non so come starò fisicamente. a milano sto bene? Molto bene ma mi manca la famiglia. Non mi va bene. Ho degli obiettivi e punto ai miei obiettivi, anche con loro lontani. Qui si sta bene. Siamo in un momento particolare con covid e lockdown. A gennaio milano era meglio di 10 anni fa. Poi è entrato il covid. non avevo mai visto il duomo? L'importante è che il duomo vede me. Faccio io la storia. Non faccio altre storie".


Ambro:"l'ultima volta che sono stato a milanello? Un paio di anni fa. Questa volta mi ha fatto più sensazione. Mi ha emozionato. Quel posto lì è magico. Volevo partire in un modo, poi abbiamo cambiato. Il record di ibra a milanello il primo giorno? E' vero, senza riscaldamento ha spaccato la macchina. Oggi è cambiato. Ha sempre viaggiato sul filo della provocazione. Oggi è un uomo più maturo ma sempre coraggioso. Rivendendo l'intervista, è che lui fosse davvero molto sincero. Lui crede molto in questa squadra, anche per lo scudetto. Ma forse ha anche un pò paura di alzare l'asticella. Cosa farà ibra in futuro? Secondo me rimane. Ma quando parlava della famiglia era serio. Una cosa che peserà"-.


finita
 

hiei87

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Intervista fantastica, una delle cose migliori che abbia visto in tv da parecchio tempo. Quando sento parlare Ibra, capisco come possa cambiare tanto chi gli sta attorno. Verrebbe voglia di mettersi maglietta e pantaloncini e andarsi ad allenare.
 

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Massimo Ambrosini intervista Zlatan Ibrahimovic. Tutte le dichiarazioni dello svedese

Ibra:"Che effetto mi fa Milanello? Mi sento a casa. Quando sono qua faccio tutto quello che bisogna fare. Prendo tempo, faccio le mie cose. E' casa mia. Ero qui già 10 anni fa, con voi grandi giocatori. Il primo giorno a Milanello? Ricordo i record di forza fatti registrare. La settimana prima c'era Barcellona -Milan poi ero con voi. Galliani era carico. Era venuto a casa mia a Barcellona. Ha tolto la giacca ed ha detto non mi muovo da qui finchè non vieni con noi. Mia mia moglie diceva "Ma chi è questo qui". Uno importante. Ero contento. A Barcellona era un momento così. Non si capiva quale fosse il vero problema lì. Se il Milan ti chiede di venire, è normale che ti stimola. Tanti stimoli. Ho detto, firmo per il Milan, sapevo che avremmo fatto qualcosa. Quando la gente parla mi carica. Mi dà adrenalina per dimostrare che non è come dicono. Dicevano che la squadra non poteva vincere. Si dimostra in campo. Ho detto, se ho vinto con Juve e Inter vinco anche col Mila. n".

"Quella di oggi è un'altra sfida. Sono sfide che mi piacciono e mi caricano. E' una sfida più grande rispetto ad una squadra top. Qui devi portare al top e far capire ai giocatori cosa sia il top. Paura? No. E' la stessa situazione dello United, quando tutti dicevano che la Premier fosse difficile. Faccio il contrario di quello che dicono".

"Sono diverso oggi? Prima andavo a duemila. Ero un altro tipo di giocatore. Dieci anni fa andavo basso per portare il pallone. Oggi non lo faccio, perchè perdo energia. Vado in area. Dieci anni fa c'era un'alta qualità e un altro tipo di giocatori. Oggi mi sono messo a disposizione. Dieci anni fa c'erano personaggi con più status, personalità e carattere. Ma oggi faccio lo stesso e forse ancora di più. Se noto che uno non ce la fa, allora cambio strategia. Prima non era così. trattavo tutti allo stesso modo. La persona deve essere se stessa. Quando sei più giovane sei più rock'n'roll. Oggi capisco più le situazioni. Ma metto ancora pressioni. Non accetto il passaggio passaggio sbagliato. Chiedo tanto e ti dico qualcosa se non ti alleni bene. Come ti alleni è come giochi. Con voi era un'altra esperienza. Eravate il top. Avevate vinto tutto, io volevo vincere ancora. Bisognava portare l'ultima adrenalina. Seedorf era un grande personaggio, con carattere. Uno che ti risponde. Non dico sempre di aver ragione. Poi magari qualcuno dice altro. Quante volte ho perso contro di te in partitella? Vincevo sempre io al 90-95% (Ambro non è d'accordo)".

"Sono più grosso di prima? Mi sto allenando tanto. Più vai avanti e più sei debole fisicamente. Ma oggi sono meglio di prima. Lo dico anche io. Più passano gli anni e più il giocatore cambia. Mi piace come giochiamo ora? Sì. Pioli ha trovato il modo per far uscire il massimo da me. Mi mette nelle condizioni per aiutare la squadra. Mi chiede, parla. Come chiede a tutti gli altri. Io voglio giocare sempre. Lui magari mi dice di giocare 45 minuti in Europa e poi uscire. Sento tanto la responsabilità, e mi piace".

"Dove può arrivare il Milan? La squadra ha tanta fame e voglia. Non ci sono sogni e obiettivi. Giochiamo una partita alla voglia. Io ho il mio obiettivo. La squadra deve fare meglio dell'anno passato. Ovvio. Ma una partita alla volta. La squadra non ha il feeling della vittoria. Non bisogna rilassarsi. Lì entro io. Nessuno si ricorda dell'ultima partita. Bisogna vincere sempre. Non siamo come l'Inter e la Juve con tanti giocatori. Siamo giovani. Magari a qualche giocatore manca qualcosa. Bisogna vincere per arrivare a degli obiettivi. E non sono abituati. Vincere per forza è stato il momento quando abbiamo giocato per entrare in Europa. C'è stata pressione. Non sono abituati. Il Milan può puntare alla Champions? Penso di sì. Sono qui da otto mesi, penso di sì. Però è anche il sacrificio che conta. I dettagli che fanno la differenza".

"Non mi piace chi mi dice sempre sì. Non sono un boss. Sono me stesso. Di discute. E' bello vedere chi esprime le proprie opinioni. Il confronto è importante. Last Dance? Mi piace. Mi hanno detto che è difficile giocare con me. Quando è uscito Last Dance, è stato l'esempio perfetto. Mentalità vincente. Il modo di lavorare. Fare le cose per vincere. Io non vado in giro a baciare tutti. Metto pressioni. Non accetto palloni sbagliati a questi livelli. Al Milan bisogna vincere. Io faccio tutto per vincere. Quando fai un bel passaggio è normale. Esagerare nel pretendere qualcosa dai compagni? Sono ancora qui ed ho vinto tanto. Non sono tanti quelli che riescono a stare al top a lungo. C'è chi la prende male. Ma a questi livelli o mangi o ti mangiano. Io ho scelto di mangiare.".

"Cosa vorrei fare quando smetto? Vediamo. Coi miei figli metto disciplina. Devono capire come funzionano le cose. Io allenatore in futuro? Non penso. E' stressante. No dico no o sì. Ma è stressanti. Fino a quando giocherò? Fino a quando starò bene. Se stai bene fisicamente ce la fai. Come Totti. No è che manca qualità. Se uno è in condizione, ce la fai. E' impossibile perdere qualità. Dipende dal fisico. Poi chi non accetta di essere finito, è questione di ego. Pensi ancora che ce la fai. Io non ho questo ego. Sono realista. Sono andato in Usa perchè pensavo di non poter più fare certe cose. Ho detto a Mou di no convocarmi più. Ma mi sentivo vivo e sono tornato in Europa. Inizialmente ho firmato per sei mesi per vedere se ce la facevo. Non bisogna farsi influenzare dai commenti da fuori".

"Quando sono tornato al Milan il campionato era finito da due mesi. E' dura entrare nel ritmo. A fine campionato, lo scorso anno, avevo detto basta. La famiglia è più importante. Ero qui da solo. Ho detto no a Pioli. Lui mi ha detto che non era così semplice. Tu devi restare. Se non resti qui, sarà un'altra cosa. Allora ho detto, ho deciso poi vediamo. I contratti a questa età non sono importanti. Mi serve il rispetto e i valori. Sono arrivato al momento in cui non volevo avere rimpianti di smettere. Allora ho chiamato il Milan ed ho detto, parlo con la mia famiglia e si va avanti".

"Allo United volevo smettere perchè ero al top. Ma dopo l'infortunio ho deciso di continuare per sentirmi vivo. Mi sono detto: senza calcio chi sono? Quando non fai più quello che hai fatto per 25 anni è difficile. Pronto a smettere? No. L'anno prossimo sarò qui? O chi o da un'altra parte, fino a che mi sento bene. Tra sei mesi non so come starò fisicamente. A Milano sto bene? Molto bene ma mi manca la famiglia. Non mi va bene. Ho degli obiettivi e punto ai miei obiettivi, anche con loro lontani. Qui si sta bene. Siamo in un momento particolare con Covid e lockdown. A gennaio Milano era meglio di 10 anni fa. Poi è entrato il Covid. Non avevo mai visto il Duomo? L'importante è che il Duomo vede me. Faccio io la storia. Non faccio altre storie".


Ambro:"L'ultima volta che sono stato a Milanello? Un paio di anni fa. Questa volta mi ha fatto più sensazione. Mi ha emozionato. Quel posto lì è magico. Volevo partire in un modo, poi abbiamo cambiato. Il record di Ibra a Milanello il primo giorno? E' vero, senza riscaldamento ha spaccato la macchina. Oggi è cambiato. Ha sempre viaggiato sul filo della provocazione. Oggi è un uomo più maturo ma sempre coraggioso. Rivendendo l'intervista, è che lui fosse davvero molto sincero. Lui crede molto in questa squadra, anche per lo scudetto. Ma forse ha anche un pò paura di alzare l'asticella. Cosa farà Ibra in futuro? Secondo me rimane. Ma quando parlava della famiglia era serio. Una cosa che peserà"-.

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Super_Lollo

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La parte più importante e interessante è riferita a come andò la trattativa. Fu lui a rifiutare il rinnovo proposto subito dal Milan perché voleva smettere e dalle parole si intuisce che al 99% a fine anno lascerà perché non c’è qui la sua famiglia e la cosa gli pesa tantissimo.
Occorre correre subito ai ripari.
 

Rivera10

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La parte più importante è interessante è riferita a come andò la trattativa. Fu lui a rifiutare il rinnovo proposto subito dal Milan perché voleva smettere e dalle parole si intuisce che al 99% a fine anno lascerà perché non c’è qui l’ansia famiglia e la cosa gli pesa tantissimo.
Occorre correre subito ai ripari.

Dici?? Secondo me non vede l' ora di giocare la Champions con noi. Magari mi sbaglio, ma un altro anno con noi lo gioca, se non altro per riassaporare le notti nell' Europa che conta...
 
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