Milan a San Donato. Come sarà. Tutto sul nuovo stadio.

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La GDS in edicola conferma le news di ieri sul terreno acquistato per 40 mln di euro a San Donato e svela tutte le caratteristiche dell'impianto: dalla capienza, a Casa Milan, agli store, hotel, intrattenimento e vasche per la crioterapia. Di seguito gli articoli completi:

Firmi qui, prego. Fatto. Il Milan F giovedì ha completato, attraverso Sportlifecity, l’acquisto dell’area in cui dovrebbe sorgere il suo stadio a San Donato: un rogito, esperienza che hanno vissuto anche alcuni suoi tifosi. Ecco, nessuno ha mai fatto un rogito da 40 milioni e il particolare fa capire come il Milan stia facendo sul serio per il suo impianto di proprietà. Quei 40 milioni sono la somma messa a bilancio da RedBird e comprendono le spese di progettazione, le spese amministrative, il costo dei professionisti... Il Milan a questo punto è padrone del suo destino. Ovviamente non tutto è fatto - e tutto, da tradizione italiana, può sempre cambiare - ma il club è proprietario dell’area e fa un passo importante. Nonostante le recenti parole di Sala, l’ipotesi di stare a Milano è sempre meno probabile. Costo totale stimato: almeno un miliardo. I prossimi passi Già, che sviluppi ci saranno ora? Un passo indietro: la Giunta comunale di San Donato a gennaio ha approvato la proposta di variante urbanistica, A fine febbraio il sindaco Francesco Squeri comunicherà al Consiglio comunale la partenza dell’accordo di programma, il tavolo con Regione Lombardia, Città Metropolitana, comuni limitrofi, Ferrovie, Parco Sud Milano che dovrà valutare e risolvere tutte le problematiche. Prima, martedì, Squeri incontrerà i cittadini in un dibattito inevitabilmente teso, con polemiche annunciate con la fazione dei contrari. Il Consiglio voterà ma il passaggio è politico, non dirimente. Parla Furlani Il piano del Milan è chiaro. Un anno e mezzo per l’accordo di programma, periodo nel quale sarà definito il progetto dello stadio. A quel punto, via ai lavori, con l’idea di giocare la prima partita a San Donato nel 2028 o nel 2029. Improbabile, quasi impossibile, la scadenza 2028. Molto più raggiungibile l’obiettivo 2029, anno del 130esimo compleanno del club. Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, ieri sul tema ha detto frasi non banali a Fortune Italia: «Gli imprenditori stranieri sono disposti a investire per fare nuovi stadi ma c’è un’impossibilità di fatto a livello burocratico e amministrativo. Fra 24 mesi San Siro compie 100 anni? Bene, forse ne occorre uno nuovo. È fondamentale per il futuro del club. Il Milan ha necessità di avere lo stadio più bello, moderno e funzionale del mondo. Noi vogliamo essere un’icona globale. È certo che RedBird vuole offrire ai tifosi un’esperienza e una casa all’altezza dello status di questo grande club. Abbiamo in cantiere un grande progetto di stadio a San Donato. Faremo ogni sforzo per arrivare al risultato, nonostante i diversi ostacoli di sistema». Come sarà A questo punto, è il caso di capire come è stato pensato il nuovo stadio. Un impianto da 70mila spettatori con orientamento nordovest-sudest, due anelli, posti premium e hospitality, speciali posti a bordo campo, i più grandi maxischermi d’Italia, ristoranti all’interno come negli impianti moderni, posti a sedere più larghi rispetto alle abitudini degli stadi italiani, aree dedicate alle famiglie. All’interno - novità - spogliatoi da mille metri quadri, palestra, vasche per la crioterapia. Niente tetto da stadio coperto e niente campo retrattile come al Tottenham Stadium, che pure resta un grande modello. Lo sviluppo dell’area ovviamente non si limiterà allo stadio. Ci saranno la nuova sede, un museo da 3.000 metri quadrati, un Milan store, un hotel, un distretto per l’intrattenimento con arenaauditorium da 3.000 posti, un energy center per la produzione di energia elettrica per avere l’impianto più sostenibile d’Italia. La zona L’impatto sulla zona sarebbe ovviamente notevole. Restano incognite su infrastrutture, viabilità e sicurezza ma di certo la stazione che ospita il passante ferroviario si allagherebbe, ospiterebbe 4 linee ferroviarie (non più due) e la portata passerebbe da 8.000 a quasi 20.000 persone all’ora. Il Milan pianifica 230mila metri quadri di verde e 5 chilometri di piste ciclabili in un’area stretta tra l’autostrada e la tangenziale Est, meno affascinante, meno bella delle altre zone considerate ma strategica, molto visibile da chiunque entri in città da Sud. Lo stadio avrà led per colorarsi di partita in partita e, quando giocherà il Milan, sarà una grande luce rossa: il benvenuto della città a chi passerà a trovarla.

Il progetto di Manica
: il Milan ha scelto un’eccellenza del settore per realizzare il suo stadio. Il Design Architect del nuovo impianto di San Donato è Manica, tra i più importanti studi di architettura al mondo. È stato preferito ad altri 12 competitor e scelto personalmente da Gerry Cardinale, che nella sua carriera ha fatto business con molti impianti sportivi negli Stati Uniti. Manica ha due sedi, una a Kansas City, una a Londra, ed è stata fondata dall’archistar David Manica - da solo - nel 2007. Il sito dello studio racconta di un’ascesa verticale, rapida. Anno 2008: design di tre arene modello-Nba in Cina. Anno 2010: VTB Arena Park a Mosca. Anno 2014: nuovi uffici e soprattutto progetto della nuova arena dei Golden State Warriors a San Francisco. Anno 2015: lavoro su LA Football Stadium e ruolo da consulente per il nuovo Camp Nou a Barcellona. Anno 2016: grande impegno con il bellissimo Allegiant Stadium di Las Vegas, dove giocano i Raiders e il Milan è passato in estate per giocare l’amichevole con il Barcellona. Anno 2017: partecipazione al progetto del nuovo stadio di Cagliari. Anno 2020: impianti dell’Inter Miami, la squadra di Leo Messi. Anno 2022: progetto del nuovo stadio dei Tennessee Titans. Un gigante che non costruisce solo stadi ma anche aree residenziali e commerciali, convention center, distretti dell’intrattenimento. Emirates Manica ovviamente non lavora da solo. Nella squadra che si occupa del nuovo stadio ci sono anche CAA Icon, leader a livello mondiale nella consulenza strategica del management dello sport per la costruzione dei nuovi impianti... e non solo. L’uomo a cui il Milan ha affidato le chiavi del progetto a Tim Romani, ex numero 1 di CAA Icon che lasciato l’azienda dopo lunga carriera per occuparsi dell’impianto del Milan. Ed è attivissimo Nicholas Gancikoff, vicino a diventare a.d. del Milan nel 2016, esperto di stadi. Nella fase esecutiva, se tutto procederà per il meglio, saranno affiancati da studi, architetti e ingegneri italiani per aspetti tecnici. In attesa di vedere le prime immagini del progetto, si può dire che lo stadio avrà forma rettangolare con le curve arrotondate. Come si chiamerà? Presto per dirlo ma Emirates, sponsor del Milan, è il primo, grande candidato

Modello Allianz Arena di Monaco: l'Allianz Arena è il tempio del Bayern Monaco. Lo stadio è stato inaugurato nel 2005 e sta quindi per compiere vent’anni ma resta uno degli impianti più moderni e belli d’Europa. Nella partite di campionato ha una capienza di 75.024 posti (13.342 in piedi) ed è sempre sold-out: trovare biglietti è praticamente impossibile. L’Arena dispone di 106 logge che possono ospitare 1.371 persone. Ogni loggia può essere utilizzata 365 giorni all’anno per eventi e meeting. Costi? Secondo un articolo un po’ datato della Süddeutsche Zeitung si parte da 90 mila euro e si arriva a 240 mila annui. L’inflazione ha sicuramente fatto rivedere al rialzo il listino prezzi. Altri numeri? Complessivamente si contano 28 chioschi, 2 ristoranti da 1.000 posti ciascuno, cui si devono aggiungere i 400 di un bistrot. Attenzione: all’interno dello stadio e nei parcheggi non si può pagare in contanti. Regola che vale anche nel Megastore (1.000 mq), aperto dalle 10 alle 18 anche nei giorni in cui non si gioca. Tutto l’anno è visitabile il museo con la Hall of Fame e l’esposizione dei tanti trofei vinti. Proprietà Prima della costruzione dell’Allianz Arena il Bayern e il Monaco 1860 (oggi vivacchia in terza divisione ma allora era in Bundesliga) giocavano nell’Olympiastadion, sede delle finali del Mondiale 1974 e dell’Europeo 1988 ma anche delle olimpiadi del 1972. Era dotato di pista di atletica e solo la tribuna principale era interamente coperta. I due club volevano uno stadio di proprietà ma il Comune si opponeva alla costruzione di nuovi impianti, volendo rammodernare l’Olympiastadion. Nel gennaio del 2001 Bayern e Monaco 1860 decisero di andare avanti con l’idea dello stadio di proprietà ma il Comune doveva prima individuare l’area apposita. Nel luglio dello stesso anno fu scelta l’area di Fröttmaning (c’erano quattro alternative) ed il 21 ottobre del 2021 la parola passò ai cittadini. Votò il 37,5% degli aventi diritto

Il Giornale in edicola sul Milan a San Donato e su San Siro che può restare all'Inter: da giovedì il Milan è una squadra di San Donato. Il primo passo ufficiale è stato fatto, la costruzione del nuovo stadio alle porte di Milano si fa sempre più concreta. Il club rossonero ha perfezionato mediante atto notarile l'acquisizione dei terreni dove dovrebbe sorgere l’impianto. Si tratta di circa 256mila metri quadri su cui SportLifeCity, società acquisita dal Milan in estate, aveva già un preliminare di accordo. Ignote le cifre della compravendita, si vocifera di una somma di poco inferiore ai 20 milioni di euro, quel che è certo è che la spesa sostenuta è parte dei 40 milioni di euro versati a giugno dall’azionista Red Bird nelle casse del club per spese di sviluppo del progetto. Da qui in avanti la corsa contro il tempo, posa della prima pietra a inizio 2026, inaugurazione nel 2028, l’obiettivo è festeggiare i 130 anni dalla fondazione nella «nuova casa». Già martedì prossimo è previsto un altro passaggio molto importante, quando il sindaco del Comune di San Donato incontrerà la città, per rispondere agli interrogativi sul progetto. Interrogativi, però, che non sono solamente quelli della città che dovrà ospitare il nuovo stadio. In queste ore si intrecciano questioni politiche, pratiche e «di cuore». Innanzitutto: che ne sarà del Meazza e del progetto di ristrutturazione presentato dal sindaco Sala pochi giorni fa? Sul punto, l’opposizione cittadina di centrodestra ha già trovato il varco per involarsi in gol: «Incredibile occasione persa per l’inerzia, l’incapacità e l’indecisione pluriennale del sindaco Beppe Sala e della sinistra che non governa Milano», scrive la Lega in una nota. E l’Inter? Resterà nel «nuovo» Meazza come unico padrone di casa o, come pare, resta concentrata sull’operazione Rozzano? Domande al momento senza risposte chiare, che mal celano un rimpallo continuo tra i tre contendenti: Comune di Milano, Milan e Inter. Le malelingue vogliono addirittura che nell’immediato momento in cui l’Inter dovesse decidere di rimanere a San Siro, anche il Milan sarebbe pronto a fare altrettanto. Non a caso, riportava Calcio&Finanza, all’atto di acquisto del 90% di SportLifeCity, i rossoneri si sono già messi al riparo, con una exit strategy messa nero su bianco qualora il progetto dello stadio non si dovesse concretizzare. E da qui si arriva all’ultima scelta: far vincere il business o il cuore. Il nuovo stadio avrà 70mila posti, due livelli di parcheggi per 3.500 posti, un albergo, ristorazione, uffici, uno store del Milan, un museo, una grande piazza e un auditorium. «È fondamentale per il futuro del club, per tornare con continuità nell’élite internazionale», ha spiegato l’ad rossonero Giorgio Furlani. Ma il vecchio Meazza può diventare esclusivamente nerazzurro? I tifosi rossoneri sono pronti a tornare a S. Siro da ospiti? Un tempio che ha visto lacrime di gioia e di dolore, palcoscenico di attori in rossonero che hanno corso, sudato, emozionato e tante volte vinto. Insomma, anche uno stadio ha un’anima. E il popolo milanista lo sa. Se il calcio è un atto d’amore non ci sarebbe partita. Ma, forse, non è più tempo per questi calcoli

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