Scusami Sam ma hai citato due conflitti asimmetrici per eccellenza (di cui uno, ricordo, è stato chiuso in poche settimane con la cacciata dei Talebani da Kandahar, poi è iniziata la guerriglia)
Ma come fai a dire che il conflitto si è chiuso, quando il paese non l'hanno pacificato sebbene avessero dispiegato mezzi e uomini infinitamente superiori, hanno subito una guerriglia di 20 anni e dopo essersene scappati con la coda fra le gambe, sono tornate al potere le stesse persone che si sono combattute.
L'Afghanistan è stata una sconfitta di portata pari al Vietnam.
e la guerra di Corea che si è conclusa come si è conclusa solo perchè si stava raggiungendo il punto di non ritorno (proposta di MacArthur di usare le atomiche sui cinesi) e che sul lungo periodo avrebbe visto i cinesi ben piu in difficoltà degli americani, che avevano in quel periodo risorse economiche e materiali praticamente inesauribili, non paragonabili di certo ad una cina appena uscita da un secolo di malversazioni corruzione e rivolte.
Quando si parla di conflitto convenzionale, gli americani arrivano, spianano, vincono in pochissimo tempo. Per fermarli in Corea ci sono voluti centinaia di migliaia di poveracci cinesi buttati nel tritacarne.
La Guerra di Corea l'hanno "persa" (in realtà è un nulla di fatto) perché di fronte ad una resistenza finanziata e con superpotenze ad armi pari (i Sovietici avevano anch'essi l'atomica in quegli anni), si è vista tutta la vera forza degli americani, così come in seguito.
Emblematico è il caso iracheno, shock and awe al suo culmine, uno spettacolo per qualsiasi appassionato di tattica militare.
Si è attaccato un paese che non aveva nemmeno le scarpe per combattere e non ha avuto una resistenza finanziata da nessuno.
Beh, sì, una dimostrazione di forza niente male.
Sulla WW2, al netto di fisiologici inciampi, hanno comunque gestito alla grande un'opera logistica titanica come il D-Day e campagna seguente.
La campagna fu costruita sul fatto che bisognava arrivare al Reno e oltre cercando di minimizzare le perdite contro le riserve tedesche, è normale che sia stata gestita così.
Che storia romanzata. Gli americani hanno dovuto aspettare il 1944 per sbarcare nel nord della Francia, perché prima non erano in grado di sfondare una linea che fosse una.
I tedeschi hanno tenuto ferme le linee anglo-americane per tutta la durata del conflitto, al punto che nemmeno dopo il massacro di Dresda si è riusciti ad ottenere la resa della Germania.
Se ne stavano scappando dalla Sicilia perché non riuscivano a conquistarla e hanno usato la mafia e la corruzione per cercare di guadagnare consenso e territorio.
Hanno dovuto sfruttare la casa di Acquarone per cercare di far cadere dall'interno il governo Mussolini e mettere gente di fiducia che fosse subito pronta alla resa.
E nonostante quello, e nonostante aver pagato gente chiusa in carcere per stupri e assassinii facendogli fare la guerriglia e chiamandoli partigiani, ci hanno messo due anni a conquistare il Paese, e con una fatica enorme.
Riguardo il Giappone, invece, il discorso è infinitamente piu complesso. I nipponici non sarebbero arretrati di un centimetro (per molte ragioni che meriterebbero un topic a se per essere discusse adeguatamente), e il calcolo strategico USA di utilizzare le atomiche (per quanto moralmente riprovevole) fu perfettamente centrato
Cercati "purple medal" insignita dall'esercito USA ai caduti di guerra: ancora oggi vengono assegnate quelle che furono preparate per l'invasione mai avvenuta del giappone, piu di un milione
Il Giappone non sarebbe arretrato di un centimetro perché dal punto di vista strategico e militare erano molto più forti degli americani.
L'unica differenza era che gli americani avevano fatto affari fino alla loro entrata in guerra con armi e prestiti, ed avevano accesso alle risorse petrolifere che avevano bloccato al Giappone ben prima dell'attacco a Pearl Harbor. Quindi erano messi meglio economicamente, e potevano investire in armi, quando ormai nessun'altro poteva più farlo.
E nonostante quello, ripeto, hanno dovuto sganciare due atomiche per cercare una via per la vittoria.