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Confondi contagio con sviluppo della patologia associata. A parità di condizioni, e cioè stesso tempo trascorso a contatto con un positivo alla stessa distanza e nello stesso luogo, avrai lo stesso risultato nel 99,9%(giusto perché in medicina il 100% non esiste) . Che poi alcuni sviluppino i sintomi e altri no è un altro discorso. Quello dipende dall’efficienza del sistema immunitario, dalla memoria immunitaria relativa allo specifico patogeno, dalla cross protection derivante dall’essere venuti in contatto in passato con patogeni simili ecc.non è assolutamente vero e non solo per il covid19.
se tu esponi tot. persone alle medesime condizioni non avrai mai il 100% di reazione simile dal campione.
e l'ennesima prova l'hai anche per tale coronavirus.
a parità di tempo e azioni trascorse con un contagiato c'è chi prende il coronavirus e chi no.
poi che sia per questioni genetiche,di salute,di alimentazione etc è da studiare.
su questo puoi discutere,non sulla differenza tra le persone.
ci sono persone che da tanti anni non prendono alcuna malattia,nonostante siano esposte insieme ad altri alle medesime occasioni.
e chi ha parlato dell'aperto ?
io sto parlando in generale delle regole alquanto opinabili.
a parte che alcuni pasdaran della "cautela" hanno messo l'obbligo prescindendo dal distanziamento sociale pure all'aperto,addirittura c'è chi ha imposto il coprifuoco
Ma se hai a che fare con un virus che, tra le sue caratteristiche, ha anche quella di essere contagioso anche in assenza di sintomi, mi sembra inevitabile prestare molta più attenzione.
Per quanto riguarda le regole, l’ho scritto diverse volte: ci sono evidenti contraddizioni. E, anzi, alcune regole, soprattutto quelle imposte durante l’emergenza, erano ai limiti dell’anti-scientifico se non oltre. Ma il punto era che gli esempi che hai citato erano, a mio parere, poco calzanti.