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E' anche una questione di cultura.Nel campionato di calcio italiano non giocano più italiani. In nazionale vengono convocati giocatori di squadre di bassa classifica e addirittura riserve nei loro club. Impensabile fino a una ventina di anni fa.
Gravina e i club non vogliono cambiare nulla e si è capito. A questo punto deve intervenire il governo: l'immigrazione é competenza del ministero degli interni, che ha tutti i mezzi per ridurre il numero di extracomunitari per squadra (2 nuovi ogni anno è decisamente troppo). Questo come inizio, che non risolve il problema ma almeno frena la slavina. Poi va aumentato il numero minimo di giocatori obbligatori provenienti dal vivaio, ma quello è un altro discorso.
A livello sociale la situazione in Spagna non è migliore dell'Italia, anzi, il tasso di immigrazione è pure piu alto.
La differenza è che in Spagna le società di calcio mantengono un legame molto forte con il territorio, hanno ancora un'identità radicata.
Le squadre basche in primis ovviamente (e l'attuale nazionale è piena di giocatori baschi infatti), ma anche Barcellona, Betis, Villarreal, Celta Vigo Valencia... le stesse Real e Atletico... sono tutte società con identità territoriali fortissime che lanciano continuamente giovani della cantera. Se guardi le rose, nella Liga ciascuna rosa ha oltre 10 giocatori spagnoli in media, dei quali la maggior parte cresciuti nella cantera.
Per non parlare della Liga 2, dove la media è molto piu alta, ci sono anche 15/20 giocatori spagnoli per squadra.
Uno dei vantaggi è che sono società sportive, non in mano a fondi o proprietà straniere, quindi hanno principi di gestione prima di tutto sportivi e sociali.
In questo modo il bacino per la nazionale è enorme, hanno già di partenza oltre 200 giocatori spagnoli che giocano regolarmente nella Liga (piu quelli all'estero).
La stessa cosa succede in Portogallo, con le big Porto Benfica e Sporting che ragionano allo stesso modo, anche loro espressione forte di identità territoriali (e dell'eterno dualismo tra Lisbona e Oporto) valorizzano e massimizzano i ragazzi del settore giovanile.
Quindi non è una questione di governo del paese, ma di governo del calcio casomai.
Poi secondo me le agevolazioni fiscali che ci sono state finora per giocatori stranieri in Italia ha peggiorato ulteriormente le cose, insieme all'infestazione di proprietà straniere ridicole che resta il problema principale da risolvere per salvare il calcio italiano.