Come riporta il Times oggi pomeriggio, dopo mesi in cui non si è trovata mezza prova dalle indagini sulla auto-sabotaggio russo è chiaro che il responsabile sia da cercare altrove.
Mentre ufficialmente continua l'indagine del procuratore generale tedesco (la scorsa settimana ha affermato che possa essere stato un paese occidentale, ndr), con la collaborazione di Svezia e Danimarca enza però la Russia clamorosamente che è la prima interessata detenendo la proprietà maggioritaria dei gasdotti, ora si espone uno dei giornalisti più accreditati in ambito geopolitico e militare già premio Pulitzer per le sue inchieste su Vietnam e Iraq.
Seymour Hersh ha avuto una fonte diretta che assicura mesi di riunioni riservate a pochi negli Stati Uniti in cui sostanzialmente era già sicuro colpire i gasdotti, l'oggetto di discussione era solamente la modalità migliore per non risultare incastrati dalle indagini.
Gli Stati Uniti, che già non vedevano di buon occhio la penetrazione energetica russa in Europa così come le posizioni di Macron e Scholtz per una maggiore indipendenza europea dagli Stati Uniti a fine 2021, temevano che Putin potesse usare i gasdotti per avere il vecchio continente più malleabile alle sue azioni.
A giugno dei subacquei qualificati della Marina, formati nella sede di Panama City, hanno piazzato esplosivi attivabili a distanza durante un'operazione nota della NATO chiamata Baltic Operations 22
C'è un motivo chiaro anche per aver usato loro e non le forze speciali, ovvero che queste ultime devono riferire tutto al Congresso e a un consiglio ristretto in primis presidenze di Camera e Senato.
All'inizio l'idea era farli esplodere entro 48 ore, poi la Casa Bianca ha voluto invece tardare tergiversando per un'operazione a distanza più avanti quando opportuno infatti a così poca distanza da un'operazione NATO chiaramente tutti gli occhi del mondo sarebbero stati innanzitutto sull'alleanza atlantica.
La Norvegia non è stata scelta per casualità ma per motivi specifici: negli ultimi anni la presenza americana in Norvegia si è espansa parecchio, la Marina norvegese è valida, i servizi segreti norvegesi sapevano che bloccare Nord Stream avrebbe significato anche diventare fornitore dell'Europa in misura maggiore oltre che far aumentare il prezzo energetico di cui sono esportatori.
A marzo gli americani responsabili dell'operazione si recano in Norvegia, insieme agli alleati norvegesi decidono la posizione dove piazzare le cariche di esplosivo: a largo di Bornholm è la posizione migliore.
Il 26 settembre un volo all'apparenza di monitoraggio della Marina norvegese rilascia il segnale sonar che innesca le cariche degli esplosivi C4 ad alta potenza.
L'esplosione non è stata causata casualmente in qualsiasi momento da navi, trivellazioni, onde sismiche presenti nel trafficato Baltico perchè la tecnologia è stata modificata affinchè solo un certo tipo di onde avrebbero innescato la carica.