Vendere per fare una grande squadra non ha mai fatto parte delle filosofia di questo club, perché da noi vendere o meglio svendere qualche giocatore ha sempre e soltato dato il via ad un ridimensionamento generale che a qualcuno è pure sfuggito di mano, sì il famoso piccolo ridimensionamento post 2012 finito abbastanza male e gestito, diciamo, più da gestori di una casa di riposo che da una squadra con un blasone immenso, con stimoli importanti e risorse da destinare nei giusti reparti.
Da quel che ho visto 'sto Mendy del Real è davvero una sciagura, la tipologia di terzino simile ad Abidal ma molto più ignorante calcisticamente parlando, di quei francesini che piacciono sempre perché hanno gran corsa e gran birra ma poi alla fine della fiera durano pochi anni e si spengono nel nulla, uno di quei casi in cui il colore della pelle frega quando non sei capace di valutare i profili al di fuori della pura potenza o qualche sgambata in una mediocrissima squadra francese (dove si prendono anche tanti pipponi mica male salvati pure loro dal colore della pelle).
Perfetto Rary, tutto giusto quanto hai scritto, e aggiungo che il 2012 fu proprio l’esempio perfetto di quanto dici, ma l’opera di snaturanento era iniziata già prima, con Allegri, che io apprezzo come allenatore ma che aveva in qualche modo cominciato l’opera di demilanizzazione del Milan, dando la preferenza ai suoi amati fabbri. Poi lo smantellamento del 2012 ha fatto il resto.
Come dici tu, svendere o vendere per fare una grande squadra non ha mai fatto parte della nostra filosofia, come non faceva parte della nostra filosofia il “credo dei fabbri” allegriano, ma non è nulla di nuovo, persino Chiellini ha capito il concetto del dna dei club, facendo l’esempio della Juve e paragonandola a club come Milan e Real Madrid, queste le sue parole nel 2016: “Avete già vinto il campionato e in Europa siete come il Barcellona". Qualcuno inconsciamente abbassa un po' la tensione,
non è la storia della Juve.
La stessa storia che dice che il Real Madrid può vincere 6-2, il Milan di Ronaldinho poteva farlo 5-2, noi 1-0 o 2-0: la storia di questa società è questa e si parla di decenni. Un concetto che l'allenatore sta inculcando ai nuovi e ai vecchi, perchè è sempre bene tenere la retta via. Questo non vuol dire che non bisogna provare a vincere 3-0. Dobbiamo migliorare, però,
non siamo il Real Madrid né mai lo saremo”.
Ma pure Max, appunto, disse una cosa molto simile, quando nel 2019 disse “Milan e Juventus
sono due società con due dna diversi, i contesti sono completamente diversi. L’errore che facciamo in Italia
è quello di scimmiottare.”.
E se non rimani fedele al tuo dna, a ciò che tu sei, sei destinato a fallire (come la Juve del Maldestro), non a caso stiamo facendo un campionato importante per la prima volta dopo tanti anni andando per la NOSTRA strada, quella del gioco propositivo e offensivo, dopo aver costruito una rosa adatta allo scopo.
Ed essere fedeli alla propria filosofia è importante sia nel campo che sul mercato, anche in fase di gestione acquisti e vendite, se non sei mai stato un club che diventava grande col mercato del pesce non lo diventi nel 2021, perché “non sei tu”, non è quello che sei, così come la Juve di converso è sempre stato un club dalla filosofia, sia di gioco che di mercato, diversa, filosofia rispecchiata anche nel diverso palmares.
Il Milan deve “fare il Milan”.