Russia avvisa Italia: "Via sanzioni, o conseguenze irreversibili."

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siete persone intelligenti, e non mi pare difficile da capire che siamo parte dell'Unione Europea, del mondo occidentale e della NATO. Non è che puoi fare il democristiano e mettere un piede di qui e un piede di là. Senza considerare l'opinione pubblica mondiale, fattore nuovo nelle sanzioni, di fatti mezze società mondiali sono uscite dalla Russia "volontariamente".

Volevi scegliere l'1% Russo? certo una scelta suicida, fortunatamente non abbiamo i Salvini a governare in questo momento
Italia!? Dici di no !?
Affari India quindi si sono presi sberle in faccia con i marò.. affari Egitto.. e anche qui in una scarpa accusiamo il paese straniero e nell'altro gli vendiamo la nostra roba.. proprio Italia non è doppiogiochista? cioè siamo i migliori nel dire una cosa e farne un'altra ehhhh
 
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siete persone intelligenti, e non mi pare difficile da capire che siamo parte dell'Unione Europea, del mondo occidentale e della NATO. Non è che puoi fare il democristiano e mettere un piede di qui e un piede di là. Senza considerare l'opinione pubblica mondiale, fattore nuovo nelle sanzioni, di fatti mezze società mondiali sono uscite dalla Russia "volontariamente".

Volevi scegliere l'1% Russo? certo una scelta suicida, fortunatamente non abbiamo i Salvini a governare in questo momento
Concordo.
Aggiungo solo che non capisco perché lo stesso “fatalismo rassegnato” che molti vorrebbero venisse usato dagli ucraini sulla questione neutralità e sulla loro(presunta o meno)impossibilità storico-geopolitica di entrare nella NATO non venga usato da una parte dell’opinione pubblica italiana anche in relazione alla nostra condizione geopolitica. L’Italia per motivi storici, politici, culturali, economici, geopolitici e chi più ne ha più ne metta è saldata al mondo occidentale/europeo e alle istituzioni che ne sono espressione(UE, NATO ecc). A ‘na certa bisognerebbe farsene una ragione.
 

gabri65

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Concordo.
Aggiungo solo che non capisco perché lo stesso “fatalismo rassegnato” che molti vorrebbero venisse usato dagli ucraini sulla questione neutralità e sulla loro(presunta o meno)impossibilità storico-geopolitica di entrare nella NATO non venga usato da una parte dell’opinione pubblica italiana anche in relazione alla nostra condizione geopolitica. L’Italia per motivi storici, politici, culturali, economici, geopolitici e chi più ne ha più ne metta è saldata al mondo occidentale/europeo e alle istituzioni che ne sono espressione(UE, NATO ecc). A ‘na certa bisognerebbe farsene una ragione.

Il vero, enorme, problema è che non si riesce a distaccarsi dal filone ideologico. Quello del pensiero unico, visto che è stato tirato in ballo.

Non si riesce a fare lo step mentale e separare due aspetti fondamentalmente differenti in tale questione, accorpandoli in un minestrone ingestibile e facilmente preda di posizioni poco convincenti.

Una cosa è l'aspetto emotivo, quello di sentirsi vicino al popolo ucraino in quanto vittima della guerra, e condannarne l'aggressione. L'altro aspetto è quello di salvaguardare i nostri interessi. Applicare sanzioni significa affrancarsi ad una certa linea di politica estera che poi ha pesanti ripercussioni economiche su di noi. Fossimo messi bene, un piccolo obolo in nome dell'Ucraina potrebbe anche starci,

E così impossibile dissociarsi pubblicamente dalle azioni della Russia ed aiutare l'Ucraina, ma contemporaneamente non mettere a rischio le poche opportunità di commercio che ci rimangono da sfruttare?

Meno sentimentalismo melodrammatico, e più pragmatismo.

Il sentimentalismo a nostro danno non ce lo possiamo permettere in questo momento.
 

Mauricio

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Allora aggiungo solo un dato, che qui è stato completamente riportato errato: l’export dell’Italia verso Russia pesa solo 7 miliardi, non 25. Ovvero lo 0,4% del pil. Penso che un blocco totale quindi sia ampiamente sopportabile.
 

Albijol

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I MEMBRI DELL'AMBASCIATA BIELORUSSA IN UKRAINA LASCIANO IL PAESE. Lukashenko entra in guerra?
 
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Il vero, enorme, problema è che non si riesce a distaccarsi dal filone ideologico. Quello del pensiero unico, visto che è stato tirato in ballo.

Non si riesce a fare lo step mentale e separare due aspetti fondamentalmente differenti in tale questione, accorpandoli in un minestrone ingestibile e facilmente preda di posizioni poco convincenti.

Una cosa è l'aspetto emotivo, quello di sentirsi vicino al popolo ucraino in quanto vittima della guerra, e condannarne l'aggressione. L'altro aspetto è quello di salvaguardare i nostri interessi. Applicare sanzioni significa affrancarsi ad una certa linea di politica estera che poi ha pesanti ripercussioni economiche su di noi. Fossimo messi bene, un piccolo obolo in nome dell'Ucraina potrebbe anche starci,

E così impossibile dissociarsi pubblicamente dalle azioni della Russia ed aiutare l'Ucraina, ma contemporaneamente non mettere a rischio le poche opportunità di commercio che ci rimangono da sfruttare?

Meno sentimentalismo melodrammatico, e più pragmatismo.

Il sentimentalismo a nostro danno non ce lo possiamo permettere in questo momento.
Non è questione di sentimentalismo ma di realismo.
Possiamo dire no agli USA o alla UE? No.
Mi fa piacere che non si possa dire no? No.
Posso farci qualcosa? No.

Poi sul perché e il per come ci troviamo in questa situazione si potrebbe aprire una discussione infinita, che qui sarebbe OT, e penso che troveremmo anche punti di convergenza, ma la realtà è quella che ho riportato sopra.
 
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