Rangnick:"Milan, potevi svoltare. Non punterei su Ibra. Maldini...

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Casnop

Senior Member
Registrato
27 Aprile 2015
Messaggi
10,451
Reaction score
172
Adesso ovviamente arriverà la replica di Maldini via Ansa e partirà l'ennesimo teatrino e nuove armi di distrazioni di massa.
Prevedibile. Ha espresso giudizi lusinghieri su Pioli. È chiaro: alle giuste condizioni, il ticket Rangnick-Pioli sarebbe stato possibile. Il problema vero, lo abbiamo capito, è stato il rapporto impossibile con Maldini, che ha vinto la battaglia societaria contro di lui. Sulle sue conoscenze del Maldini direttore sportivo, poco da dire: sono praticamente le nostre. Speriamo che le impressioni ricevute dal campionatino post Covid siano confermate, e non sia stata l'ennesima fata morgana nel deserto. Alla peggio, si ricomincia ancora una volta. :)
 

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
236,073
Reaction score
42,012
La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 20 agosto, pubblica un'intervista a Ralf Rangnick. Ecco un'anticipazione:" Milan, potevi svoltare. Ibra? Non ci punterei. Maldini ha speso ma... E' stato giusto confermare Pioli, però mi chiedo: la società è contenta dei risultati in rapporto agli investimenti?”

L'intervista completa

«Primi contatti? A fine ottobre, quando la squadra era in una situazione complicata: a tre punti dalla zona retrocessione».

Poi?

«Se lo avete scritto è perché qualcuno ve lo ha detto. Io non ne ho mai parlato in pubblico. Ma per mettere in chiaro nessun contratto o penale, fino a tre settimane fa ero impegnato con la Red Bull».

Pioli?

«La squadra è stata la migliore post Coronavirus. Cambiare non sarebbe stato saggio né rispettoso. Pioli ha meritato la conferma, anche per la persona che è: l’ho apprezzato nelle interviste, sempre concentrato sugli obiettivi. Se poi è la scelta giusta nel medio e lungo termine è un’altra questione».

Maldini e Boban?

«Nella vita una delle mie regole è: non parlare di chi non conosci personalmente. E da parte mia non è mai stata detta mezza parola sul Milan, mai. Posso parlare di Maldini ex giocatore: è stato straordinario, una leggenda vera e propria. Ma non posso dire lo stesso da direttore sportivo: semplicemente, non lo conosco in questo ruolo. Da esterno ci si può chiedere se la proprietà è contenta dei risultati in rapporto al denaro investito negli ultimi anni. Io causa del divorzio tra Zvone e il Milan? Dovete chiedere a chi rappresenta il club».

Ibrahimovic?

«La domanda da fare è un’altra. Perché il Milan si era rivolto a me? Cosa mi volevano far fare? Se lo ha fatto è perché, magari, cercava una svolta. Lavoro alla crescita, e i giovani imparano molto più in fretta. Non è nel mio stile insistere su giocatori di 38 anni, non perché non siano abbastanza bravi, e Ibra certamente lo è, ma perché preferisco creare valore, sviluppare il talento. Per me ha poco senso puntare su Ibra o Kjaer, ma è la mia idea, né giusta né sbagliata, semplicemente diversa. Quando Ibra ha detto di non conoscermi non aveva torto, perché anch’io non lo conosco personalmente, non avendoci mai parlato».

Cosa serviva?

«Porsi un obiettivo concreto, in questo caso la Champions perché nessuno è felice di giocare in Europa League, magari il giovedì sei a Baku e la domenica a Cagliari. Sarà paradossale ma l’esempio è a 30 km di distanza da Milano: l’Atalanta ha un terzo del fatturato del Milan ma arriva davanti. Fanno investimenti intelligenti, hanno un settore giovanile tra i migliori d’Europa. Se qualcuno è bravo, io cerco di capire che strada ha seguito. Gasperini è bravissimo ma non è il solo. Si vince di squadra. Tra gli allenatori italiani cito subito anche Conte: ha uno stile di calcio sofisticato, attivo e aggressivo».

Allenatore o d.s. o entrambe?

«Dipende dal progetto. Negli ultimi 36 anni, ho sempre avuto più successo quando potevo essere più di un semplice tecnico, un “trainager”, allenatore e manager. Ma mi considero parte di un ingranaggio con tanti pezzi. Cerco le persone migliori, le professionalità più forti, dallo staff ai nutrizionisti, dallo psicologo ai video analyst fino ovviamente al settore scouting"

"Possiamo concludere con un arrivederci Italia? Chissà...".

.
 

sipno

Bannato
Registrato
1 Agosto 2015
Messaggi
4,971
Reaction score
124
.
 
Ultima modifica di un moderatore:

sipno

Bannato
Registrato
1 Agosto 2015
Messaggi
4,971
Reaction score
124
Prevedibile. Ha espresso giudizi lusinghieri su Pioli. È chiaro: alle giuste condizioni, il ticket Rangnick-Pioli sarebbe stato possibile. Il problema vero, lo abbiamo capito, è stato il rapporto impossibile con Maldini, che ha vinto la battaglia societaria contro di lui. Sulle sue conoscenze del Maldini direttore sportivo, poco da dire: sono praticamente le nostre. Speriamo che le impressioni ricevute dal campionatino post Covid siano confermate, e non sia stata l'ennesima fata morgana nel deserto. Alla peggio, si ricomincia ancora una volta. :)

Vedremo che combinerà Maldini.
Per me ci abbiamo solo che perso.
Speriamo possa arrivare a prescindere il prossimo anno
 
Registrato
20 Novembre 2018
Messaggi
3,852
Reaction score
1,266
La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 20 agosto, pubblica un'intervista a Ralf Rangnick. Ecco un'anticipazione:" Milan, potevi svoltare. Ibra? Non ci punterei. Maldini ha speso ma... E' stato giusto confermare Pioli, però mi chiedo: la società è contenta dei risultati in rapporto agli investimenti?”

L'intervista completa

«Primi contatti? A fine ottobre, quando la squadra era in una situazione complicata: a tre punti dalla zona retrocessione».

Poi?

«Se lo avete scritto è perché qualcuno ve lo ha detto. Io non ne ho mai parlato in pubblico. Ma per mettere in chiaro nessun contratto o penale, fino a tre settimane fa ero impegnato con la Red Bull».

Pioli?

«La squadra è stata la migliore post Coronavirus. Cambiare non sarebbe stato saggio né rispettoso. Pioli ha meritato la conferma, anche per la persona che è: l’ho apprezzato nelle interviste, sempre concentrato sugli obiettivi. Se poi è la scelta giusta nel medio e lungo termine è un’altra questione».

Maldini e Boban?

«Nella vita una delle mie regole è: non parlare di chi non conosci personalmente. E da parte mia non è mai stata detta mezza parola sul Milan, mai. Posso parlare di Maldini ex giocatore: è stato straordinario, una leggenda vera e propria. Ma non posso dire lo stesso da direttore sportivo: semplicemente, non lo conosco in questo ruolo. Da esterno ci si può chiedere se la proprietà è contenta dei risultati in rapporto al denaro investito negli ultimi anni. Io causa del divorzio tra Zvone e il Milan? Dovete chiedere a chi rappresenta il club».

Ibrahimovic?

«La domanda da fare è un’altra. Perché il Milan si era rivolto a me? Cosa mi volevano far fare? Se lo ha fatto è perché, magari, cercava una svolta. Lavoro alla crescita, e i giovani imparano molto più in fretta. Non è nel mio stile insistere su giocatori di 38 anni, non perché non siano abbastanza bravi, e Ibra certamente lo è, ma perché preferisco creare valore, sviluppare il talento. Per me ha poco senso puntare su Ibra o Kjaer, ma è la mia idea, né giusta né sbagliata, semplicemente diversa. Quando Ibra ha detto di non conoscermi non aveva torto, perché anch’io non lo conosco personalmente, non avendoci mai parlato».

Cosa serviva?

«Porsi un obiettivo concreto, in questo caso la Champions perché nessuno è felice di giocare in Europa League, magari il giovedì sei a Baku e la domenica a Cagliari. Sarà paradossale ma l’esempio è a 30 km di distanza da Milano: l’Atalanta ha un terzo del fatturato del Milan ma arriva davanti. Fanno investimenti intelligenti, hanno un settore giovanile tra i migliori d’Europa. Se qualcuno è bravo, io cerco di capire che strada ha seguito. Gasperini è bravissimo ma non è il solo. Si vince di squadra. Tra gli allenatori italiani cito subito anche Conte: ha uno stile di calcio sofisticato, attivo e aggressivo».

Allenatore o d.s. o entrambe?

«Dipende dal progetto. Negli ultimi 36 anni, ho sempre avuto più successo quando potevo essere più di un semplice tecnico, un “trainager”, allenatore e manager. Ma mi considero parte di un ingranaggio con tanti pezzi. Cerco le persone migliori, le professionalità più forti, dallo staff ai nutrizionisti, dallo psicologo ai video analyst fino ovviamente al settore scouting"

"Possiamo concludere con un arrivederci Italia? Chissà...".

Peccato, poteva essere davvero l'occasione di mettere su un bel progetto dopo anni di vivacchio, speriamo di riuscire ad arrivare nei primi quattro, altrimenti avremmo perso un altro anno.

Non posso che essere felice per le vittorie del Milan, ma in un momento in cui valevano zero forse sarebbe stato meglio fare qualche punto in meno e a fine stagione cambiare approccio e mentalità con l'arrivo di Rangnick.

C'è da dire altresì che pure Giampollo diceva "testa alta e giocare a calcio" salvo poi far ridere.
 
Registrato
30 Agosto 2012
Messaggi
10,227
Reaction score
1,940
Mi pare troppo un montato, cosa ha mai vinto questo qua?

Anche solo dire di non ricattare kjaer per 2 spicci la dice lunga
 

AntaniPioco

Senior Member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
20,941
Reaction score
2,125
Sono convinto che questa "mentalità" del tutti giovani da formare e rivendere, sia profondamente sbagliata.

Secondo me la "rivoluzione" non doveva passare da rangnick proprio per questo. Il rischio di buttare anni interi a cercare fantomatici giovani da formare era alto, molto alto. Riempire la squadra di leao non porta da nessuna parte.

Secondo me in questi ultimi anni una sola volta abbiamo avuto un'occasione clamorosa per svoltare: il mercato 2018 di Leonardo, con cui la squadra si era effettivamente, finalmente rinforzata.
Purtroppo è stata data in mano a Gattuso...
 

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
236,073
Reaction score
42,012
La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 20 agosto, pubblica un'intervista a Ralf Rangnick. Ecco un'anticipazione:" Milan, potevi svoltare. Ibra? Non ci punterei. Maldini ha speso ma... E' stato giusto confermare Pioli, però mi chiedo: la società è contenta dei risultati in rapporto agli investimenti?”

L'intervista completa

«Primi contatti? A fine ottobre, quando la squadra era in una situazione complicata: a tre punti dalla zona retrocessione».

Poi?

«Se lo avete scritto è perché qualcuno ve lo ha detto. Io non ne ho mai parlato in pubblico. Ma per mettere in chiaro nessun contratto o penale, fino a tre settimane fa ero impegnato con la Red Bull».

Pioli?

«La squadra è stata la migliore post Coronavirus. Cambiare non sarebbe stato saggio né rispettoso. Pioli ha meritato la conferma, anche per la persona che è: l’ho apprezzato nelle interviste, sempre concentrato sugli obiettivi. Se poi è la scelta giusta nel medio e lungo termine è un’altra questione».

Maldini e Boban?

«Nella vita una delle mie regole è: non parlare di chi non conosci personalmente. E da parte mia non è mai stata detta mezza parola sul Milan, mai. Posso parlare di Maldini ex giocatore: è stato straordinario, una leggenda vera e propria. Ma non posso dire lo stesso da direttore sportivo: semplicemente, non lo conosco in questo ruolo. Da esterno ci si può chiedere se la proprietà è contenta dei risultati in rapporto al denaro investito negli ultimi anni. Io causa del divorzio tra Zvone e il Milan? Dovete chiedere a chi rappresenta il club».

Ibrahimovic?

«La domanda da fare è un’altra. Perché il Milan si era rivolto a me? Cosa mi volevano far fare? Se lo ha fatto è perché, magari, cercava una svolta. Lavoro alla crescita, e i giovani imparano molto più in fretta. Non è nel mio stile insistere su giocatori di 38 anni, non perché non siano abbastanza bravi, e Ibra certamente lo è, ma perché preferisco creare valore, sviluppare il talento. Per me ha poco senso puntare su Ibra o Kjaer, ma è la mia idea, né giusta né sbagliata, semplicemente diversa. Quando Ibra ha detto di non conoscermi non aveva torto, perché anch’io non lo conosco personalmente, non avendoci mai parlato».

Cosa serviva?

«Porsi un obiettivo concreto, in questo caso la Champions perché nessuno è felice di giocare in Europa League, magari il giovedì sei a Baku e la domenica a Cagliari. Sarà paradossale ma l’esempio è a 30 km di distanza da Milano: l’Atalanta ha un terzo del fatturato del Milan ma arriva davanti. Fanno investimenti intelligenti, hanno un settore giovanile tra i migliori d’Europa. Se qualcuno è bravo, io cerco di capire che strada ha seguito. Gasperini è bravissimo ma non è il solo. Si vince di squadra. Tra gli allenatori italiani cito subito anche Conte: ha uno stile di calcio sofisticato, attivo e aggressivo».

Allenatore o d.s. o entrambe?

«Dipende dal progetto. Negli ultimi 36 anni, ho sempre avuto più successo quando potevo essere più di un semplice tecnico, un “trainager”, allenatore e manager. Ma mi considero parte di un ingranaggio con tanti pezzi. Cerco le persone migliori, le professionalità più forti, dallo staff ai nutrizionisti, dallo psicologo ai video analyst fino ovviamente al settore scouting"

"Possiamo concludere con un arrivederci Italia? Chissà...".

Talmente uno scienziato che i più grandi club del globo terracqueo stanno facendo a cazzotti per metterlo sotto contratto...
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Similar threads

Alto