Rangnick: il Gegenpressing, l'ossessione per Sacchi e Dickens

Lineker10

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Merita un’approfondimento l’argomento.

L’ostracismo dei media verso il calcio all’italiana e pane e salame viene dai tempi di Sacchi CT che sostanzialmente accusava la stampa di non capire una beneamata mazza e che era inutile spiegare concetti complicati agli ignoranti.

Da lì é nato l’ostracismo verso gli allenatori “scienziati” e in contraltare l’appoggio ai sostenitori dell’italianità.

Allenare all’italiana ha storicamente portato anche risultati importanti, ricordiamo le 4 champions mila sei negli anni 60 e prima a 2 mondiali e 1 olimpiade. Gli allenatori italiani sono molto “pragmatici e capaci di portare risultati... ma....

Ma la storia la fanno altri allenatori, allenatori innovativi, rivoluzionari, con idee fuori dagli schemi, Michels negli anni 70 con l’Olanda, Sacchi negli anni 80 con il Milan, poi Guardiola è il tiki-taka e Klopp con il Gegenpressing.

Rinunciare a combattere questi “innovatori” e le idee che vengono dall’estero ha portato ad un progressivo impoverimento tecnico e di capacitá innovativa del nostro calcio. La cosa é evidente guardando le partite internazionali.

Spero con tutto il cuore che Rangnick c’è la faccia, non solo per il Milan, ma per tutto il nostro calcio.

Ci sono alcuni bravi commentatori, ma sono la rarità.

In generale ti rispondo con una frase che mi diceva mio nonno:

Chi sa e sa fare FA, chi sa ma non sa fare INSEGNA, chi non sa e non sa fare CRITICA.

Nel calcio italiano ci sono commentatori che hanno giocato 40 anni fa, giornalisti che non hanno mai battuto un calcio d'angolo in vita loro (cit Agroppi)... per questi parlare seriamente di calcio è una minaccia.

Dunque difendono strenuamente lo status quo e i propri amici. Non è una questione tanto di calcio all'italiana o meno, è questione di innovazione. La novità è vista con scherno nella migliore delle ipotesi, spesso come una grossa minaccia.

Rangnick avrà una parte di stampa sempre contro, anche dovesse vincere tutto.
 

egidiopersempre

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Sono della stessa idea, però ci sono casi in cui aspettare è soltanto accanimento terapeutico. Vedi Giampaolo..cosa bisognava aspettare??

Io e te possiamo fare tutte le valutazioni di questo mondo. Non volerlo nemmeno dipinto e magari cacciarlo dopo lo 0-0 di cesena in precampionato. Ma se tu dirigente assumi il 'professore' ... e mi auguro abbia fatto le valutazioni del caso, compresa una partenza no, sostieni la tua scelta e basta.
Sennò sei solo un coniglio e un incompetente.
 
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Sono della stessa idea, però ci sono casi in cui aspettare è soltanto accanimento terapeutico. Vedi Giampaolo..cosa bisognava aspettare??

almeno altre 5 o 6 partite...è chiaro che il calcio di Pioli,Gattuso o Conte è piu facile da assimilare...se prendi uno che di calcio ci capisce a un livello piu profondo (poi può essere un mediocre a livello pratico ma quello per vari fattori) devi dargli piu tempo...intendo un Sarri un Giampaolo un Guariola ecc
 
A

Anguus

Guest
Io e te possiamo fare tutte le valutazioni di questo mondo. Non volerlo nemmeno dipinto e magari cacciarlo dopo lo 0-0 di cesena in precampionato. Ma se tu dirigente assumi il 'professore' ... e mi auguro abbia fatto le valutazioni del caso, compresa una partenza no, sostieni la tua scelta e basta.
Sennò sei solo un coniglio e un incompetente.

Concordo, infatti dal primo momento ho detto che Maldini, Boban e chiunque abbia caldeggiato la scelta di Giampaolo doveva metterci la faccia e chiedere scusa, ammettendo di aver preso un granchio e un allenatore inadatto al progetto, (io ancora devo capire cosa minchia ha mai fatto in carriera).
 
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Eurosport mette in focus il personaggio di Ralf Rangnick che presto si siederà sulla panchina del Milan. Uno dei punti cardini del tedesco è il suo Gegenpressing, ovvero il pressing immediatamente successivo alla perdita del possesso. La squadra ideale di Ralf dovrebbe riconquistare la palla entro otto secondi. Il Lipsia, sotto la sua guida, ha segnato il 60% dei suoi gol applicando questa filosofia. Inoltre Rangnick ha un "debole" per un ex allenatore del Milan degli anni 80, ovvero Sacchi. Il tedesco confessò più volte di passare notti in bianco a guardare le registrazioni del Milan di Sacchi, allo scopo di apprendere il più possibile da quello stile di gioco. Rangnick viene considerato in Germania colui che ha rivoluzionato il calcio tedesco con il suo stile di gioco, molti allenatori tedeschi si ispirano proprio a lui. Lo stesso Jurgen Klopp fa parte dei discepoli. A livello sportivo il traguardo più importante è stata la semifinale di Champions nel 2011 dopo quel 5-2 a San Siro contro l'Inter. Ma ha anche spesso litigato con i club in particolare con lo Schalke. Al Lipsia si è inventato un nuovo sistema per farsi rispettare nello spogliatoio. La famosa "ruota della (s)fortuna". Per far sì che venissero rispettati tutti i suoi diktat ha installato una "ruota" con un tutti i compiti da assolvere in caso di inadempienza del malcapitato. Si passa dal banale "Gonfiare i palloni, portarli in campo e pulirli" al ben peggiore "Indossare un tutù in allenamento", dall'"Allenare un elemento delle giovanili in un giorno libero" al "Lavorare come commesso allo store ufficiale". Rangnick parla perfettamente l'inglese dopo una esperienza in Inghilterra per studiare alla Sussex University passando 4 mesi in una famiglia britanicca, mostrando un debole per la letteratura inglese in particolare Charles Dickens.
A livello dirigenziale/sportivo il manager tedesco ha scoperto tantissimi giocatori a basso costo ed età (quello che piace a Gazidis) tra i nomi ci sono Tyler Adams, Matheus Cunha, Emil Forsberg, Amadou Haidara, Willi Orban, Yussuf Poulsen, Timo Werner. Questi portati al Lipsia.

Mentre in basso la lista degli altri giocatori.

il discorso degli 8 secondi è particolarmente intrigante...presumo Paquetà sarà il cardine di Ragnick...considerando che 8 secondi gli servono solo per capire chi sono i compagni e chi gli avversari...
 

Lineker10

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Sugli allenatori si possono fare giochi di parole che rendono l'idea di quanto sia difficile valutarne il lavoro:
-dopo averlo scelto bene conta un buon 5%
-un allenatore può incidere poco sul rendimento della squadra ma può incidere tanto sui danni che arreca alla stessa.

Per me la società pesa il 70%, la squadra il 25%, l'allenatore il 5%.

Tuttavia se ci sono mancanze nella società e nella squadra, si scaricano le colpe sull'allenatore perché è facile farlo.

Inoltre, il tifoso medio fa difficoltà a immedesimarsi in un campione che gioca in serie A, invece tutti pretendono di essere allenatori provetti. Lo sanno bene i giornalisti che ci marciano.

Quando le cose non funzionano la colpa è sempre della società. È la società, SOLTANTO la società, che determina i presupposti per i successi e i fallimenti. In parte la squadra, che però è scelta e gestita dalla società. Se le cose sono fatte bene l'allenatore ci aggiunge del suo, che è importante ma marginale.

Se sono fatte male è l'allenatore che paga per tutti, anche se comunque ha colpe appunto marginali.
 
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Per me la società pesa il 70%, la squadra il 25%, l'allenatore il 5%.

Tuttavia se ci sono mancanze nella società e nella squadra, si scaricano le colpe sull'allenatore perché è facile farlo.

Inoltre, il tifoso medio fa difficoltà a immedesimarsi in un campione che gioca in serie A, invece tutti pretendono di essere allenatori provetti. Lo sanno bene i giornalisti che ci marciano.

Quando le cose non funzionano la colpa è sempre della società. È la società, SOLTANTO la società, che determina i presupposti per i successi e i fallimenti. Mai la squadra. Mai e poi mai l'allenatore.

Ma quello che dici è indubbio.
L'allenatore paga sempre per tutti per ovvi motivi.
 

Lineker10

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Ma quello che dici è indubbio.
L'allenatore paga sempre per tutti per ovvi motivi.

Paga ad esempio, forse soprattutto, la scelta dei giocatori sbagliati.

I dirigenti promuovono certi acquisti, prendono dei bidoni, poi quando questi giocano male... che fanno? Si prendono le colpe davanti a tifosi e proprietà? Figuriamoci.

Se la rifanno con l'allenatore "che non fa giocare bene la squadra".
È un fatto talmente diffuso nel calcio italiano da essere la prassi ormai.
 
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Paga ad esempio, forse soprattutto, la scelta dei giocatori sbagliati.

I dirigenti promuovono certi acquisti, prendono dei bidoni, poi quando questi giocano male... che fanno? Si prendono le colpe davanti a tifosi e proprietà? Figuriamoci.

Se la rifanno con l'allenatore "che non fa giocare bene la squadra".
È un fatto talmente diffuso nel calcio italiano da essere la prassi ormai.

Del giocare bene frega a nessuno, tutti vogliono solo i punti.
Sono pochissime le realtà in italia dove si ricerca la qualità.
Per questo vediamo sulle panchine di serie A scappati di casa come allenatori.
Mi ricordo perfettamente quando stava per finire il nostro periodo magico del calcio italiano e restavamo quasi sbigottiti dinanzi a eliminazioni delle nostre squadre nelle competizioni continentali o al cospetto di figuracce della nazionale, come se fosse un qualcosa di nuovo per noi e inaccettabile.
La crisi del calcio italiano nasce nelle scuole calcio ma si ripercuote tra i professionisti, di colpo difesa e contropiede non è più bastato e siamo rimasti col cerino in mano, come si suol dire.
Il resto lo fanno dei mascalzoni che stanno nel calcio solo per fare porcate mascherati da dirigenti e presidenti.
 
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