Pirlo:"Milan, le vittorie più belle, le delusioni e l'addio...".

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Andrea Pirlo intervistato da Milan Channel:"Questa maglia ha fatto parte della mia vita, pezzo di storia del mio percorso. È sempre bellissimo indossare di nuovo questa maglia con le Legends, perché ritrovati ex compagni, amici La punizione? Era il mio modo di vedere il calcio, magari diverso rispetto ad altri. L’ho interpretato in un ruolo, ho cercato di renderlo mio. Il calcio di punizione è stato qualcosa in più”.

Perché il trofeo più importante, a Manchester? Perché era il primo, la mia prima Champions e per tanti lo era. Siamo arrivati da un percorso lungo, dai preliminari. Poi arrivare a giocare semifinale con l’Inter e finale con la Juve, penso sia stato il culmine di un’annata straordinaria. Ricordo l’emozione di arrivare all’Old Trafford. È stata la partita più emozionante”.

"I momenti più belli? Mi viene in mente come siamo stati bene in quei dieci anni. Era un piacere trovarsi tutti i i giorni di andare al campo. La forza per tanti anni di stare insieme, con gli stessi giocatori, avevamo creato qualcosa di speciale tra di noi. Ogni sacrificio non era un sacrificio ma qualcosa da condividere”.

Il centrocampo con Seedorf, Gattuso e Ambrosini: “Non è stato un anno o due, l’abbiamo mantenuto per tanti anni. Abbiamo iniziato giovani e abbiamo finito che non eravamo tropo vecchi. È stato un arco temporale lungo, con dei campioni”.

Il rammarico di aver vinto poco: “Avremmo potuto vincere qualche campionato in più. Abbiamo perso un’altra Champions, ne avremmo potuto vincere altre. Se guardiamo tutto, c’è il rammarico di aver vinto forse un po’ troppo poco su quello che avremmo potuto vincere. Ma alla fine abbiamo vinto tanto e non è da tutti”.

Le finali col Liverpool: “La rivincita ha reso tutto un po’ più dolce, anche perché vuol dire che da lassù qualcuno ci ha dato la possibilità di avere la rivincita, anche perché penso che la finale 2005 sia una delle più belle giocate da noi e anche forse come finali in assoluto. Avevamo fatto una grandissima gara, è stato drammatico. Con la rivincita un po’ di cose sono tornate dalla nostra parte. Da allenatore giocai la prima partita proprio in quello stadio, e la persi”.

Diventato uomo nel Milan: “Lì sono diventato un uomo. Avrei voluto continuare a farne altri, poi ho fatto un altro percorso, ma penso di aver passato i dieci anni forse più belli. Sono cresciuto con degli amici che tutt’ora frequento. Quella è la cosa che mi rimane di più”.

Sull’addio: “Mi dà fastidio come è percepito oggi da fuori? Sì perché forse non è stato capito da tanti, in molti pesano sia stata una mia scelta ma non è stato così. Io avrei continuato al Milan, ma non c’erano delle condizioni di poterlo fare. Quando ho detto ai compagni che avrei lasciato il Milan è stato uno dei momenti più dolorosi e più tristi, ma è andata così”.

Giocare con qualcuno del Milan oggi: “Sono passati tanti campioni e ci sono ora tanti bravi giocatori. Io credo di aver giocato con i migliori del mio periodo, quindi adesso lascio agli altri la possibilità di farlo nel Milan”.

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Mika

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Andrea Pirlo intervistato da Milan Channel:"Questa maglia ha fatto parte della mia vita, pezzo di storia del mio percorso. È sempre bellissimo indossare di nuovo questa maglia con le Legends, perché ritrovati ex compagni, amici La punizione? Era il mio modo di vedere il calcio, magari diverso rispetto ad altri. L’ho interpretato in un ruolo, ho cercato di renderlo mio. Il calcio di punizione è stato qualcosa in più”.

Perché il trofeo più importante, a Manchester? Perché era il primo, la mia prima Champions e per tanti lo era. Siamo arrivati da un percorso lungo, dai preliminari. Poi arrivare a giocare semifinale con l’Inter e finale con la Juve, penso sia stato il culmine di un’annata straordinaria. Ricordo l’emozione di arrivare all’Old Trafford. È stata la partita più emozionante”.

"I momenti più belli? Mi viene in mente come siamo stati bene in quei dieci anni. Era un piacere trovarsi tutti i i giorni di andare al campo. La forza per tanti anni di stare insieme, con gli stessi giocatori, avevamo creato qualcosa di speciale tra di noi. Ogni sacrificio non era un sacrificio ma qualcosa da condividere”.

Il centrocampo con Seedorf, Gattuso e Ambrosini: “Non è stato un anno o due, l’abbiamo mantenuto per tanti anni. Abbiamo iniziato giovani e abbiamo finito che non eravamo tropo vecchi. È stato un arco temporale lungo, con dei campioni”.

Il rammarico di aver vinto poco: “Avremmo potuto vincere qualche campionato in più. Abbiamo perso un’altra Champions, ne avremmo potuto vincere altre. Se guardiamo tutto, c’è il rammarico di aver vinto forse un po’ troppo poco su quello che avremmo potuto vincere. Ma alla fine abbiamo vinto tanto e non è da tutti”.

Le finali col Liverpool: “La rivincita ha reso tutto un po’ più dolce, anche perché vuol dire che da lassù qualcuno ci ha dato la possibilità di avere la rivincita, anche perché penso che la finale 2005 sia una delle più belle giocate da noi e anche forse come finali in assoluto. Avevamo fatto una grandissima gara, è stato drammatico. Con la rivincita un po’ di cose sono tornate dalla nostra parte. Da allenatore giocai la prima partita proprio in quello stadio, e la persi”.

Diventato uomo nel Milan: “Lì sono diventato un uomo. Avrei voluto continuare a farne altri, poi ho fatto un altro percorso, ma penso di aver passato i dieci anni forse più belli. Sono cresciuto con degli amici che tutt’ora frequento. Quella è la cosa che mi rimane di più”.

Sull’addio: “Mi dà fastidio come è percepito oggi da fuori? Sì perché forse non è stato capito da tanti, in molti pesano sia stata una mia scelta ma non è stato così. Io avrei continuato al Milan, ma non c’erano delle condizioni di poterlo fare. Quando ho detto ai compagni che avrei lasciato il Milan è stato uno dei momenti più dolorosi e più tristi, ma è andata così”.

Giocare con qualcuno del Milan oggi: “Sono passati tanti campioni e ci sono ora tanti bravi giocatori. Io credo di aver giocato con i migliori del mio periodo, quindi adesso lascio agli altri la possibilità di farlo nel Milan”.

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Peccato che sul libro hai scritto (hai fatto scrivere) altro, "Volevo lasciare il Milan, ma non me lo hanno fatto fare, mi sono dovuto consolare con la CL".
 
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Andrea Pirlo intervistato da Milan Channel:"Questa maglia ha fatto parte della mia vita, pezzo di storia del mio percorso. È sempre bellissimo indossare di nuovo questa maglia con le Legends, perché ritrovati ex compagni, amici La punizione? Era il mio modo di vedere il calcio, magari diverso rispetto ad altri. L’ho interpretato in un ruolo, ho cercato di renderlo mio. Il calcio di punizione è stato qualcosa in più”.

Perché il trofeo più importante, a Manchester? Perché era il primo, la mia prima Champions e per tanti lo era. Siamo arrivati da un percorso lungo, dai preliminari. Poi arrivare a giocare semifinale con l’Inter e finale con la Juve, penso sia stato il culmine di un’annata straordinaria. Ricordo l’emozione di arrivare all’Old Trafford. È stata la partita più emozionante”.

"I momenti più belli? Mi viene in mente come siamo stati bene in quei dieci anni. Era un piacere trovarsi tutti i i giorni di andare al campo. La forza per tanti anni di stare insieme, con gli stessi giocatori, avevamo creato qualcosa di speciale tra di noi. Ogni sacrificio non era un sacrificio ma qualcosa da condividere”.

Il centrocampo con Seedorf, Gattuso e Ambrosini: “Non è stato un anno o due, l’abbiamo mantenuto per tanti anni. Abbiamo iniziato giovani e abbiamo finito che non eravamo tropo vecchi. È stato un arco temporale lungo, con dei campioni”.

Il rammarico di aver vinto poco: “Avremmo potuto vincere qualche campionato in più. Abbiamo perso un’altra Champions, ne avremmo potuto vincere altre. Se guardiamo tutto, c’è il rammarico di aver vinto forse un po’ troppo poco su quello che avremmo potuto vincere. Ma alla fine abbiamo vinto tanto e non è da tutti”.

Le finali col Liverpool: “La rivincita ha reso tutto un po’ più dolce, anche perché vuol dire che da lassù qualcuno ci ha dato la possibilità di avere la rivincita, anche perché penso che la finale 2005 sia una delle più belle giocate da noi e anche forse come finali in assoluto. Avevamo fatto una grandissima gara, è stato drammatico. Con la rivincita un po’ di cose sono tornate dalla nostra parte. Da allenatore giocai la prima partita proprio in quello stadio, e la persi”.

Diventato uomo nel Milan: “Lì sono diventato un uomo. Avrei voluto continuare a farne altri, poi ho fatto un altro percorso, ma penso di aver passato i dieci anni forse più belli. Sono cresciuto con degli amici che tutt’ora frequento. Quella è la cosa che mi rimane di più”.

Sull’addio: “Mi dà fastidio come è percepito oggi da fuori? Sì perché forse non è stato capito da tanti, in molti pesano sia stata una mia scelta ma non è stato così. Io avrei continuato al Milan, ma non c’erano delle condizioni di poterlo fare. Quando ho detto ai compagni che avrei lasciato il Milan è stato uno dei momenti più dolorosi e più tristi, ma è andata così”.

Giocare con qualcuno del Milan oggi: “Sono passati tanti campioni e ci sono ora tanti bravi giocatori. Io credo di aver giocato con i migliori del mio periodo, quindi adesso lascio agli altri la possibilità di farlo nel Milan”.

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Ecco uno come lui per le punizioni ci servirebbe moltissimo
 

hiei87

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Tante cose dette dopo l'addio me le sono legate al dito, però non vale la pena di odiarlo. Meglio tenersi i tanti bei ricordi e pensare a quanto siamo stati privilegiati a vederlo giocare per 10 anni con la nostra maglia.
Non credo vedremo mai più un giocatore di quel livello, e se anche dovessimo farlo, sarà al massimo per una o due stagioni.
 
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Tante cose dette dopo l'addio me le sono legate al dito, però non vale la pena di odiarlo. Meglio tenersi i tanti bei ricordi e pensare a quanto siamo stati privilegiati a vederlo giocare per 10 anni con la nostra maglia.
Non credo vedremo mai più un giocatore di quel livello, e se anche dovessimo farlo, sarà al massimo per una o due stagioni.
Hai Reijnders :troll:
 

malos

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Dopo quel libro per me ha chiuso ed ero uno dei pochi disperato per la sua cacciata. Si è stata una cacciata con quella storia ridicola del solo anno di rinnovo.
 

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