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Franco Ordine dal CorSport in edicola:
Il format della nuova Superchampions targata Ceferin è nuovo di zecca e non si presta ad alcun paragone con la formula tradizionale degli anni passati. Anche un anno fa di questi tempi il Milan fi nì in un girone d’acciaio (con Psg, Borussia Dortmund e Newcastle) e il suo debutto con gli inglesi fu una sorta di manifesto del futuro sviluppo: un bel numero di gol sbavati davanti alla porta, terzo posto e retrocessione in Europa League poi disonorata con le due sconfitte contro la Roma di De Rossi. Questa volta gli sono capitati nel gruppone i Reds oltre a Real Madrid e Bayer Leverkusen, entrambi in viaggio così per rendere più impegnativo il confronto. L’incipit è stato disastroso proprio come in campionato, al cospetto di uno dei giganti del calcio europeo, il Liverpool: tre pappine incassate in capo a una serata aperta tra l’altro nel migliore dri modi, con una accelerazione Calabria-Morata-Pulisic chiusa con la stoccata dell’americano. A questo punto, simulazioni alla mano, il Milan ha quasi zero possibilità di chiudere tra le prime otto e può inseguire l’eventuale successivo ballottaggio a condizione di guadagnare un punticino tra Leverkusen e Madrid con l’impegno di fare il pieno dei tre punti nelle sfi de contro Bruges, Zagabria, Girona, Slovan e Stella Rossa. È una missione possibile? La prima autorevole risposta la troveremo questa sera con una visita alla fortezza della BayArena dove l’armata di Xavi Alonso ha spesso demolito le ambizioni di molti rivali quotati. L’esordio dei tedeschi, in Olanda, concluso con un rotondo 4 a 0 sul Feyenoord ne è stata pubblica testimonianza. Il Milan di questi ultimi virtuosi sei giorni (tra derby e Lecce) non offre le garanzie necessarie per resistere all’onda d’urto dei tedeschi che solo qualche giorno fa sono usciti senza particolari ammaccature dal confronto con il Bayern, il padrone della Bundesliga. Fonseca è il primo a sapere che ci sarà bisogno di una gagliarda prova, colma di attenzioni nelle marcature e di tensioni nel rispettare posizioni e incarichi, mai vista fi n qui nonostante il buon numero di gol e le prestazioni dei singoli da segnalare, da Gabbia a Fofana, da Morata perfettamente recuperato e indispensabile al gruppo per il suo riconosciuto ruolo di leader morale e mareriale fi no a Pulisic. Di sicuro questo tipo di prova deve passare attraverso qualche ritocco allo schieramento ultra off ensivo (4-2-gol) per evitare che la squadra resti divisa in due blocchi. C’è infi ne una strana esclusione da spiegare ai più. All’improvviso il gigante serbo Pavlovic (a Parma sfioró il gol, timbró il cartellino la settimana dopo all’Olimpico contro la Lazio), considerato un pilastro di quella difesa sbrindellata delle prime apparizioni, é uscito dai radar del tecnico portoghese. Merito dello stato di forma di Gabbia e Tomori forse, di sicuro conseguenza di qualche impaccio tradito nel far ripartire da dietro l’azione. In una serata come quella di stasera in Germania, una sagoma come la sua potrebbe diventare indispensabile
Il format della nuova Superchampions targata Ceferin è nuovo di zecca e non si presta ad alcun paragone con la formula tradizionale degli anni passati. Anche un anno fa di questi tempi il Milan fi nì in un girone d’acciaio (con Psg, Borussia Dortmund e Newcastle) e il suo debutto con gli inglesi fu una sorta di manifesto del futuro sviluppo: un bel numero di gol sbavati davanti alla porta, terzo posto e retrocessione in Europa League poi disonorata con le due sconfitte contro la Roma di De Rossi. Questa volta gli sono capitati nel gruppone i Reds oltre a Real Madrid e Bayer Leverkusen, entrambi in viaggio così per rendere più impegnativo il confronto. L’incipit è stato disastroso proprio come in campionato, al cospetto di uno dei giganti del calcio europeo, il Liverpool: tre pappine incassate in capo a una serata aperta tra l’altro nel migliore dri modi, con una accelerazione Calabria-Morata-Pulisic chiusa con la stoccata dell’americano. A questo punto, simulazioni alla mano, il Milan ha quasi zero possibilità di chiudere tra le prime otto e può inseguire l’eventuale successivo ballottaggio a condizione di guadagnare un punticino tra Leverkusen e Madrid con l’impegno di fare il pieno dei tre punti nelle sfi de contro Bruges, Zagabria, Girona, Slovan e Stella Rossa. È una missione possibile? La prima autorevole risposta la troveremo questa sera con una visita alla fortezza della BayArena dove l’armata di Xavi Alonso ha spesso demolito le ambizioni di molti rivali quotati. L’esordio dei tedeschi, in Olanda, concluso con un rotondo 4 a 0 sul Feyenoord ne è stata pubblica testimonianza. Il Milan di questi ultimi virtuosi sei giorni (tra derby e Lecce) non offre le garanzie necessarie per resistere all’onda d’urto dei tedeschi che solo qualche giorno fa sono usciti senza particolari ammaccature dal confronto con il Bayern, il padrone della Bundesliga. Fonseca è il primo a sapere che ci sarà bisogno di una gagliarda prova, colma di attenzioni nelle marcature e di tensioni nel rispettare posizioni e incarichi, mai vista fi n qui nonostante il buon numero di gol e le prestazioni dei singoli da segnalare, da Gabbia a Fofana, da Morata perfettamente recuperato e indispensabile al gruppo per il suo riconosciuto ruolo di leader morale e mareriale fi no a Pulisic. Di sicuro questo tipo di prova deve passare attraverso qualche ritocco allo schieramento ultra off ensivo (4-2-gol) per evitare che la squadra resti divisa in due blocchi. C’è infi ne una strana esclusione da spiegare ai più. All’improvviso il gigante serbo Pavlovic (a Parma sfioró il gol, timbró il cartellino la settimana dopo all’Olimpico contro la Lazio), considerato un pilastro di quella difesa sbrindellata delle prime apparizioni, é uscito dai radar del tecnico portoghese. Merito dello stato di forma di Gabbia e Tomori forse, di sicuro conseguenza di qualche impaccio tradito nel far ripartire da dietro l’azione. In una serata come quella di stasera in Germania, una sagoma come la sua potrebbe diventare indispensabile
