Ordine:"Milan, 32 punti eccezionalità. Servono rinforzi".

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Franco Ordine dal CorSport in edicola: per capire l’eccezionalità dei 32 punti collezionati dal Milan in 15 partite (più di 2 punti a partita, media da Champions), è indispensabile dare prima un’occhiata alla tribuna d’onore di San Siro e prendere nota dello schieramento al fianco del ritrovato Franco Baresi. Leao, Gimenez e Fofana sono un discreto terzetto qualora fossero stati in grado di partecipare alla sfida col Sassuolo. Sorvoliamo sulla presenza di Francesco Camarda, scortato dalla mamma, di ritorno da Lecce: sarebbe servito anche lui nell’occasione. Dopo la tribuna, è più istruttivo inquadrare la panchina del Milan occupata nell’occasione da due portieri, Estupinan, Ricci, De Winter, Athekame, Odogu e Jashari che è a corto di condizione fisica. Nessun attaccante, per intendersi, disponibile utile a dare il cambio a Pulisic che ha pagato ieri l’attacco influenzale: ha perso peso in questi giorni e anche brillantezza che però non gli ha impedito di firmare il gol del possibile 3 a 1 cancellato per una presunta spinta di Loftus-Cheek. Forse Allegri ha guardato, con un pizzico di sana invidia, la panchina del Sassuolo in grado, a un certo punto, di sostituire tutto il trio offensivo con un terzetto di attaccanti di scorta, uno dei quali, Laurienté decisivo sia nel firmare il 2 a 2 che nello sfiorare il 2 a 3 con la stoccata respinta dal palo. La resa dell’attacco rossonero è ancora una volta al di sotto delle necessità e delle ambizioni dichiarate (entrare in Champions nella prossima edizione). È vero: Nkunku può esibire il cioccolatino scartato per il raddoppio di Bartesaghi e quell’artiglio nel finale su cui Muric può esprimere la sua prepotente fisicità ma è ancora troppo poco per meritare la guida dell’attacco del Milan e per riscaldare il posto a Gimenez che verrà pronto chissà quando e chissà come soprattutto. Su quest’ultimo argomento il ds Tare, prima di cominciare, è didascalico. Sentitelo: «Aspettiamo Santiago per vedere di cosa è capace!». Finora tabula rasa. Ma soprattutto se continuasse a frequentare più la tribuna che il prato di San Siro risulterebbe molto improbabile dimostrare qualcosa di interessante da qui all’apertura del mercato di gennaio. Tare è un convinto estimatore di Nkunku e il curriculum del francese lo spiega: carta canta si dice in questi casi. Ma ora, curriculum a parte, è venuto il momento di dimostrare con qualche gol di meritare la fiducia e soprattutto l’investimento effettuato in estate. Allegri, nelle curve a gomito della stagione, sta esaltando l’arte di arrangiarsi. A Torino con Rabiot, un centrocampista, e ieri con Bartesaghi, un “quinto”, è riuscito nell’impresa di portare a casa i gol indispensabili ma non si può pretendere che continui all’infinito. I rinforzi, specie dopo l’infortunio toccato a Gabbia, non sono un capriccio ma una necessità.
 
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32 punti su 45, senza coppe e con i vari Rabiot, Pulisic, Leao, Maignan, Saele... poco più di una media di 2 a partita non la definirei eccezionalità.
La prima ha una media punti troppo bassa, altrimenti staremmo a meno -6 almeno
 

bmb

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32 punti su 45, senza coppe e con i vari Rabiot, Pulisic, Leao, Maignan, Saele... poco più di una media di 2 a partita non la definirei eccezionalità.
La prima ha una media punti troppo bassa, altrimenti staremmo a meno -6 almeno
Peccato che Rabiot, Pulisic e Leao hanno saltato più della metà delle partite.
 
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Vero ma quando hai giocatori sopra i 30-32 devi saperli gestire e mettere in conto queste cose.
Ci sta andando bene con Maignan. Ma il Napoli che è lì con noi ha i 5 big fuori, altrimenti quanti punti in più avrebbe?
Non esiste il calcio ideale.

Saele che si impegna ed è un serio ragazzo, secondo me è cmq scaz... di andare in giro con un milione di stipendio e se non lo rinnovano, tempo 2-3 mesi, deciderà di andare in scadenza pure lui.
GIUSTISSIMAMENTE

Poi buttano tra stipendi vari e cartellini, 40 milioni per (de) W INTER
 
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Franco Ordine dal CorSport in edicola: per capire l’eccezionalità dei 32 punti collezionati dal Milan in 15 partite (più di 2 punti a partita, media da Champions), è indispensabile dare prima un’occhiata alla tribuna d’onore di San Siro e prendere nota dello schieramento al fianco del ritrovato Franco Baresi. Leao, Gimenez e Fofana sono un discreto terzetto qualora fossero stati in grado di partecipare alla sfida col Sassuolo. Sorvoliamo sulla presenza di Francesco Camarda, scortato dalla mamma, di ritorno da Lecce: sarebbe servito anche lui nell’occasione. Dopo la tribuna, è più istruttivo inquadrare la panchina del Milan occupata nell’occasione da due portieri, Estupinan, Ricci, De Winter, Athekame, Odogu e Jashari che è a corto di condizione fisica. Nessun attaccante, per intendersi, disponibile utile a dare il cambio a Pulisic che ha pagato ieri l’attacco influenzale: ha perso peso in questi giorni e anche brillantezza che però non gli ha impedito di firmare il gol del possibile 3 a 1 cancellato per una presunta spinta di Loftus-Cheek. Forse Allegri ha guardato, con un pizzico di sana invidia, la panchina del Sassuolo in grado, a un certo punto, di sostituire tutto il trio offensivo con un terzetto di attaccanti di scorta, uno dei quali, Laurienté decisivo sia nel firmare il 2 a 2 che nello sfiorare il 2 a 3 con la stoccata respinta dal palo. La resa dell’attacco rossonero è ancora una volta al di sotto delle necessità e delle ambizioni dichiarate (entrare in Champions nella prossima edizione). È vero: Nkunku può esibire il cioccolatino scartato per il raddoppio di Bartesaghi e quell’artiglio nel finale su cui Muric può esprimere la sua prepotente fisicità ma è ancora troppo poco per meritare la guida dell’attacco del Milan e per riscaldare il posto a Gimenez che verrà pronto chissà quando e chissà come soprattutto. Su quest’ultimo argomento il ds Tare, prima di cominciare, è didascalico. Sentitelo: «Aspettiamo Santiago per vedere di cosa è capace!». Finora tabula rasa. Ma soprattutto se continuasse a frequentare più la tribuna che il prato di San Siro risulterebbe molto improbabile dimostrare qualcosa di interessante da qui all’apertura del mercato di gennaio. Tare è un convinto estimatore di Nkunku e il curriculum del francese lo spiega: carta canta si dice in questi casi. Ma ora, curriculum a parte, è venuto il momento di dimostrare con qualche gol di meritare la fiducia e soprattutto l’investimento effettuato in estate. Allegri, nelle curve a gomito della stagione, sta esaltando l’arte di arrangiarsi. A Torino con Rabiot, un centrocampista, e ieri con Bartesaghi, un “quinto”, è riuscito nell’impresa di portare a casa i gol indispensabili ma non si può pretendere che continui all’infinito. I rinforzi, specie dopo l’infortunio toccato a Gabbia, non sono un capriccio ma una necessità.

Fa ridere ma purtroppo è vero che il Sassuolo ha una panchina migliore della nostra
 
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