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Franco Ordine dal CorSport sul Milan dopo la vittoria di ieri:
C’è chi guarda la classifica di ieri pomeriggio guadagnata dal Milan, con i suoi 35 punti tondi tondi, e c’è chi guarda invece che al dito ma alla luna qui intesa come possibilità concreta di qualificarsi per la Champions League della prossima stagione. Chi guarda solo la classifica senza entrare nel merito di Milan-Verona può anche pensare che, a parte qualche precedente scivolone (contro le tre neopromosse conquistati la miseria di 2 punti sui 9 disponibili), questa è una squadra attrezzata per la crociera tricolore addirittura visto che lo stesso Allegri, in formato contabile, si è messo a far di conto sulla quota scudetto assestata secondo i suoi calcoli tra 82 e 84 punti. Pochissimi. E nella fattispecie spiegati dal numero dei concorrenti al primato del torneo che restano almeno sei. Invece, dietro il raggio di sole dei primi gol di Nkunku visti ieri a San Siro, più qualche giocata da mago del pallone di Modric (il no look per Rabiot è da incorniciare) e la successiva tenuta stagna della difesa, è doveroso guardare oltre il 3 a 0 sul Verona e compiere qualche valutazione approfondita.
Cominciamo dalla famosa panchina a disposizione di Allegri e del suo staff. Ieri, causa il ginocchio gonfio di Gabbia, per la difesa c’era solo Odogu, che ha pure debuttato per pochi minuti in A: si tratta di un ragazzo classe 2006, con esperienze ridotte, solo un paio di apparizioni in Milan Futuro. Può bastare? Certamente no.
Passiamo all’attacco: ieri zero attaccanti di ruolo al fianco di Allegri per i noti problemi fisici denunciati da Leao (ko dall’8 dicembre a Torino), l’assenza prolungata di Gimenez (operato alla caviglia) e l’arrivo di Fullkrug disponibile - ma solo per pochi minuti - dal prossimo viaggio a Cagliari e comunque dal rendimento non ancora decifrabile (ha giocato pochissimo in Premier League). Nel frattempo anche Pulisic, che rappresenta l’assicurazione sulla vita del Milan, lamenta qualche acciacco al flessore che gli impedisce una corsa fluida e continua oltre che qualche scatto. Eppure in condizioni così precarie capitan America è una sentenza davanti alla porta, specie quando può giocare “a nascondino” sui calci piazzati come avvenuto proprio ieri allo scadere della prima frazione. In stagione è già a quota 10 complessivi con un rigore sbavato a Torino (contro la Juve) e un gol, validissimo, tolto dall’arbitro di Milan-Sassuolo.
Se l’effetto autostima dei due gol di ieri sul conto di Nkunku fosse prodigioso Allegri potrebbe pensare di aver risolto una parte dei problemi, non il problema. Perché solo il recupero, a pieno titolo e a pieno fisico, di Leao può offrire ai rossoneri l’arma in più per l’attacco.
A questo punto il calcolo finale è presto fatto. Solo a centrocampo il Milan è dotato di quei ricambi indispensabili da qui alla fine del torneo. Per esempio: Saelemaekers è apparso affaticato col Verona e poco sintonizzato. Inevitabile visto che gioca sempre perché senza un sostituto di rilievo. Athekame è anche lui un debuttante. Solo Bartesaghi, dall’altra parte del campo, può contare su un ricambio all’altezza (Estupiñan). Allora la morale è una soltanto: i 35 punti collezionati fino a ieri sera sembrano quasi un piccolo miracolo. Per reggere il peso della rincorsa al quarto posto, pur avendo soltanto il campionato, il Milan ha bisogno di energie decisive dal mercato.
C’è chi guarda la classifica di ieri pomeriggio guadagnata dal Milan, con i suoi 35 punti tondi tondi, e c’è chi guarda invece che al dito ma alla luna qui intesa come possibilità concreta di qualificarsi per la Champions League della prossima stagione. Chi guarda solo la classifica senza entrare nel merito di Milan-Verona può anche pensare che, a parte qualche precedente scivolone (contro le tre neopromosse conquistati la miseria di 2 punti sui 9 disponibili), questa è una squadra attrezzata per la crociera tricolore addirittura visto che lo stesso Allegri, in formato contabile, si è messo a far di conto sulla quota scudetto assestata secondo i suoi calcoli tra 82 e 84 punti. Pochissimi. E nella fattispecie spiegati dal numero dei concorrenti al primato del torneo che restano almeno sei. Invece, dietro il raggio di sole dei primi gol di Nkunku visti ieri a San Siro, più qualche giocata da mago del pallone di Modric (il no look per Rabiot è da incorniciare) e la successiva tenuta stagna della difesa, è doveroso guardare oltre il 3 a 0 sul Verona e compiere qualche valutazione approfondita.
Cominciamo dalla famosa panchina a disposizione di Allegri e del suo staff. Ieri, causa il ginocchio gonfio di Gabbia, per la difesa c’era solo Odogu, che ha pure debuttato per pochi minuti in A: si tratta di un ragazzo classe 2006, con esperienze ridotte, solo un paio di apparizioni in Milan Futuro. Può bastare? Certamente no.
Passiamo all’attacco: ieri zero attaccanti di ruolo al fianco di Allegri per i noti problemi fisici denunciati da Leao (ko dall’8 dicembre a Torino), l’assenza prolungata di Gimenez (operato alla caviglia) e l’arrivo di Fullkrug disponibile - ma solo per pochi minuti - dal prossimo viaggio a Cagliari e comunque dal rendimento non ancora decifrabile (ha giocato pochissimo in Premier League). Nel frattempo anche Pulisic, che rappresenta l’assicurazione sulla vita del Milan, lamenta qualche acciacco al flessore che gli impedisce una corsa fluida e continua oltre che qualche scatto. Eppure in condizioni così precarie capitan America è una sentenza davanti alla porta, specie quando può giocare “a nascondino” sui calci piazzati come avvenuto proprio ieri allo scadere della prima frazione. In stagione è già a quota 10 complessivi con un rigore sbavato a Torino (contro la Juve) e un gol, validissimo, tolto dall’arbitro di Milan-Sassuolo.
Se l’effetto autostima dei due gol di ieri sul conto di Nkunku fosse prodigioso Allegri potrebbe pensare di aver risolto una parte dei problemi, non il problema. Perché solo il recupero, a pieno titolo e a pieno fisico, di Leao può offrire ai rossoneri l’arma in più per l’attacco.
A questo punto il calcolo finale è presto fatto. Solo a centrocampo il Milan è dotato di quei ricambi indispensabili da qui alla fine del torneo. Per esempio: Saelemaekers è apparso affaticato col Verona e poco sintonizzato. Inevitabile visto che gioca sempre perché senza un sostituto di rilievo. Athekame è anche lui un debuttante. Solo Bartesaghi, dall’altra parte del campo, può contare su un ricambio all’altezza (Estupiñan). Allora la morale è una soltanto: i 35 punti collezionati fino a ieri sera sembrano quasi un piccolo miracolo. Per reggere il peso della rincorsa al quarto posto, pur avendo soltanto il campionato, il Milan ha bisogno di energie decisive dal mercato.