Hai centrato il punto; questo tema rientra pienamente nel più grande tema dei conservatori e dei liberali.
Ci hanno fatto perfino degli studi a livello cerebrale: esistono realmente delle differenze psicologiche, su base biologica. I cervelli dei conservatori e dei liberali sono diversi
Analogo caso è l'accettazione degli omosessuali e dei trans, proprio come accettazione mentale sul piano personale, e sul riuscire a ripensare alla società includendo anche loro.
Questo giustifica parzialmente alcuni persone: il loro cervello gli impedisce di riadattare e aggiornare la realtà; quindi io per i primi 38 anni sono cresciuto in un mondo di eterosessuali, con i "diversi" a riunirsi di nascosto come nelle ymca. Ormai per me è così, faccio fatica a vedere due femmine per mano
Ma guarda, è un tema che a me provoca sempre una certa inquietudine.
Secondo me c'entra poco con la rivoluzione che stiamo sperimentando da qualche decennio a questa parte in tema di diritti e diversità.
Io mi ritengo conservatore, per valori e certi classicismi che dovrebbro restare invarianti nel tempo. Mi piace essere conservatore su certe cose perché erano semplicemente migliori, e ti permettevano di ragionare e svilupparti in un certo modo.
Però sono anche una persona scientifica, e che sta al passo con le nuove tecnologie e crede nello sviluppo sociale, quello vero.
E non mi danno fastidio gli omosessuali, mi dà fastidio l'enfasi e il mainstream che si è creato, ad esempio con rielaborazioni forzate e volgari di grandi opere del passato come la fata Turchina, adesso impersonata da un interprete fluido. Sono estremamente sicuro che il 90% della gente normale la pensa come me, forse anche di più.
Non mi dà fastidio la diversità, mi dà fastidio la sottolineatura e la celebrazione teatrale del diverso, fatta a scopo ideologico. Onestamente non vedo niente di veramente produttivo in tutta questa storia, se non generare artificialmente astio e contrapposizione.
Ma chissenefrega se tizio va con tizio, basta non pubblicizzarlo e proteggerlo oltremodo come se fosse l'unica cosa ragionevole al mondo, tralasciando tutto il resto.