Tuttosport in edicola: modello Red Bull? No, modello Maldini Nel 2020 il Milan voleva Rangnick come tecnico e manager: non se ne fece nulla. E arrivò la svolta. L’idea era quella di portare a Milanello un allenatore-manager in grado di allestire un gruppo giovane e dinamico per tornare in alto. Poi la trama ha seguito un altro copione. Il club rossonero, complice anche la pandemia che aveva ridotto i tempi di programmazione a disposizione di Rangnick, ha deciso di proseguire con Stefano Pioli. E ha costruito la sua versione del modello Red Bull con le forze già in organigramma: Maldini, Massara e il gruppo scout guidato da Moncada. Il risultato è stato quello di forgiare una formazione dall’età media bassissima in grado di tornare in Champions League nel 2021 e conquistare lo scudetto nel 2022. Obiettivi centrati seguendo dettami simili a quelli della Red Bull: giocatori giovani, monte ingaggi sotto controllo e radar accesi sui talenti da valorizzare in prospettiva. Con questa filosofia il Salisburgo è diventato tirannico in Austria: ha vinto 13 degli ultimi 16 campionati, gli ultimi nove consecutivi. E nella scorsa stagione è riuscito a qualificarsi agli ottavi di Champions, dove è stato eliminato dal Bayern Monaco dell’ex Lipsia Nagelsmann.
Milan con la rosa più giovane dopo il Barça QUI -) https://www.milanworld.net/threads/...-barca-giroud-re-dei-gol-in-trasferta.120217/
Quando Pioli è arrivato al Milan non sapevo bene cosa pensare.
La verità è che il MIlan ha iniziato a giocare bene quasi subito dopo il cambio con Giampaolo, e (risultati alterni a parte) ben prima dell'arrivo dei vari Ibra e Kjaer che han portato poi mentalità; Pioli ha dato subito velocità e verticalità alla manovra, a novembre/dicembre 2019 era già piacevole veder giocare la squadra.
Alla luce di tutti i progressi visti, sono stato uno dei pochi, pochissimi, che a febbraio-marzo 2020, prima del lockdown, auspicava Pioli restasse da noi, non solo preferendolo a Rangnick, di cui si vociferava già sui giornali, ma anche ad altri allenatori più o meno realistici dei quali si parlava sul forum anche nella stagione successiva.
A me dei curriculum frega il giusto, anche perché le vittorie negli sport di squadra non dipendono dai singoli, esistono contesti e situazioni che ne determinano gli esiti. Contano le capacità, l'impegno e la crescita, e Pioli ha sempre fatto bene. Non è perfetto ed è criticabile, a volte non capisco le sue scelte, ma è un allenatore coi fiocchi e son felice di averlo riconosciuto ben prima che portasse allo scudetto.
Paolo poi lo amo, come calciatore era "Dio", è una persona seria ed equilibrata e già questo, uniti all'esperienza di livello mondiale, ne fanno un dirigente ideale per noi.