Milan e nuovo FPF: la situazione.

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Calcio e Finanza sul nuovo fair play finanziario e sulla situazione delle big italiane

Ecco l'analisi completa.

A che punto sono Inter, Juventus e Milan per quanto riguarda il rispetto del Fair Play Finanziario? Una delle novità, infatti, del nuovo “Regolamento UEFA Licenze per Club e Sostenibilità Finanziaria” introdotto è la regola denominata “squad cost ratio”, ovverosia il rapporto tra i ricavi e i costi legati alla squadra, con un tetto fissato al 70% da raggiungere entro tre anni (si parte dal 90% dalla stagione 2023/24 per arrivare al 70% nel 2025/26). Si tratta, come detto, di uno dei tre indicatori che la UEFA controllerà a livello economico per quanto riguarda i club: gli altri sono quelli denominati “football earnings” (chs sostituisce il concetto di break-even) e dei debiti scaduti.

Per quanto riguarda il cosiddetto “squad cost ratio”, i nuovi regolamenti vedranno per la prima volta i club soggetti a controlli sui costi legati alle squadra. La regola di controllo dei costi limita la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i trasferimenti e le commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club (l’attuazione graduale vedrà la percentuale al 90% nel 2023/2024, all’80% nel 2024/2025 e al 70% nel 2025/2026).

Secondo quanto scritto dall’UEFA, il “squad cost ratio” è calcolato come la somma di:

  • spese ai dipendenti in relazione a persone rilevanti;
  • ammortamento/svalutazione dei costi dei soggetti rilevanti;
  • costi di agenti/intermediari/soggetti collegati;
diviso per la somma di:

  • ricavi operativi rettificati;
  • utile/perdita netta da cessione di registrazioni di persone rilevanti e altri proventi/oneri di trasferimento.

Nuovo FPF, la situazione costi per Inter, Juventus e Milan

A che punto sono i tre principali club italiani, quindi, sul fronte Fair Play Finanziario partendo dai bilanci della stagione 2022/23 e andando verso l’implementazione totale della norma sul tetto ai costi? Si tratta di stime partendo dal regolamento stilato dalla stessa UEFA. In particolare, tra i costi rilevanti l’UEFA indica come quelle legate ai calciatori sotto contratto e all’allenatore della prima squadra. Per quanto riguarda i costi degli allenatori si tratta di una stima in base alle indiscrezioni giornalistiche, mentre per i compensi dei calciatori della Juventus si tratta di una stima partendo dal dato dei compensi dei tesserati. In particolare, quindi, chi ha costi più alti è la Juventus con circa 407 milioni di costi ritenuti rilevanti dalla UEFA, mentre Inter e Milan si assestano intorno ai 287 milioni e 194 milioni

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Nuovo FPF, la situazione ricavi per Inter, Juventus e Milan

Per quanto riguarda i ricavi cosiddetti rilevanti per l’UEFA, invece, la situazione vede la Juventus con 483 milioni di ricavi rispetto ai 409 dell’Inter e ai 400 milioni del Milan. In particolare, nel conteggio la federcalcio continentale considera i ricavi netti per quanto riguarda ad esempio royalties e vendite dirette del merchandising, così come i ricavi netti da player trading.
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Nuovo FPF, i conti per Inter, Juventus e Milan

Quale sarebbe quindi la situazione per i tre top club italiani in base ai bilanci 2022/23? Se la regola fosse già stata attiva nella passata stagione, Milan (48%) e Inter (70%) avrebbero rispettato pienamente la norma anche se fosse già implementata al massimo, ovverosia al 70%. Più lunga invece la strada per la Juventus, che prosegue nel lavoro di riduzione dei costi ma che nel 2022/23 vedeva un rapporto pari all’84% tra costi e ricavi rilevanti, destinato anche a crescere nel 2023/24 considerando la mancata partecipazione alle coppe europee. In attesa di vedere se i bianconeri si qualificheranno alle coppe nella stagione in corso, quindi, resta più in salita la strada per la Juventus rispetto alle altre due big, per le quali tuttavia pesa in maniera rilevante sui conti la passata stagione in cui sono arrivate fino in fondo in Champions League.
 

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A che punto sono Inter, Juventus e Milan per quanto riguarda il rispetto del Fair Play Finanziario? Una delle novità, infatti, del nuovo “Regolamento UEFA Licenze per Club e Sostenibilità Finanziaria” introdotto è la regola denominata “squad cost ratio”, ovverosia il rapporto tra i ricavi e i costi legati alla squadra, con un tetto fissato al 70% da raggiungere entro tre anni (si parte dal 90% dalla stagione 2023/24 per arrivare al 70% nel 2025/26). Si tratta, come detto, di uno dei tre indicatori che la UEFA controllerà a livello economico per quanto riguarda i club: gli altri sono quelli denominati “football earnings” (chs sostituisce il concetto di break-even) e dei debiti scaduti.

Per quanto riguarda il cosiddetto “squad cost ratio”, i nuovi regolamenti vedranno per la prima volta i club soggetti a controlli sui costi legati alle squadra. La regola di controllo dei costi limita la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i trasferimenti e le commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club (l’attuazione graduale vedrà la percentuale al 90% nel 2023/2024, all’80% nel 2024/2025 e al 70% nel 2025/2026).

Secondo quanto scritto dall’UEFA, il “squad cost ratio” è calcolato come la somma di:

  • spese ai dipendenti in relazione a persone rilevanti;
  • ammortamento/svalutazione dei costi dei soggetti rilevanti;
  • costi di agenti/intermediari/soggetti collegati;
diviso per la somma di:

  • ricavi operativi rettificati;
  • utile/perdita netta da cessione di registrazioni di persone rilevanti e altri proventi/oneri di trasferimento.

Nuovo FPF, la situazione costi per Inter, Juventus e Milan

A che punto sono i tre principali club italiani, quindi, sul fronte Fair Play Finanziario partendo dai bilanci della stagione 2022/23 e andando verso l’implementazione totale della norma sul tetto ai costi? Si tratta di stime partendo dal regolamento stilato dalla stessa UEFA. In particolare, tra i costi rilevanti l’UEFA indica come quelle legate ai calciatori sotto contratto e all’allenatore della prima squadra. Per quanto riguarda i costi degli allenatori si tratta di una stima in base alle indiscrezioni giornalistiche, mentre per i compensi dei calciatori della Juventus si tratta di una stima partendo dal dato dei compensi dei tesserati. In particolare, quindi, chi ha costi più alti è la Juventus con circa 407 milioni di costi ritenuti rilevanti dalla UEFA, mentre Inter e Milan si assestano intorno ai 287 milioni e 194 milioni

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Nuovo FPF, la situazione ricavi per Inter, Juventus e Milan

Per quanto riguarda i ricavi cosiddetti rilevanti per l’UEFA, invece, la situazione vede la Juventus con 483 milioni di ricavi rispetto ai 409 dell’Inter e ai 400 milioni del Milan. In particolare, nel conteggio la federcalcio continentale considera i ricavi netti per quanto riguarda ad esempio royalties e vendite dirette del merchandising, così come i ricavi netti da player trading.
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Nuovo FPF, i conti per Inter, Juventus e Milan

Quale sarebbe quindi la situazione per i tre top club italiani in base ai bilanci 2022/23? Se la regola fosse già stata attiva nella passata stagione, Milan (48%) e Inter (70%) avrebbero rispettato pienamente la norma anche se fosse già implementata al massimo, ovverosia al 70%. Più lunga invece la strada per la Juventus, che prosegue nel lavoro di riduzione dei costi ma che nel 2022/23 vedeva un rapporto pari all’84% tra costi e ricavi rilevanti, destinato anche a crescere nel 2023/24 considerando la mancata partecipazione alle coppe europee. In attesa di vedere se i bianconeri si qualificheranno alle coppe nella stagione in corso, quindi, resta più in salita la strada per la Juventus rispetto alle altre due big, per le quali tuttavia pesa in maniera rilevante sui conti la passata stagione in cui sono arrivate fino in fondo in Champions League.
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Lorenzo 89

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In questo siamo senza dubbio dei fenomeni (tranne sui ricavi), purtroppo sul campo, cioè dove conta sul serio, un po' meno.
 

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Per quanto riguarda il cosiddetto “squad cost ratio”, i nuovi regolamenti vedranno per la prima volta i club soggetti a controlli sui costi legati alle squadra. La regola di controllo dei costi limita la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i trasferimenti e le commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club (l’attuazione graduale vedrà la percentuale al 90% nel 2023/2024, all’80% nel 2024/2025 e al 70% nel 2025/2026).

Secondo quanto scritto dall’UEFA, il “squad cost ratio” è calcolato come la somma di:

  • spese ai dipendenti in relazione a persone rilevanti;
  • ammortamento/svalutazione dei costi dei soggetti rilevanti;
  • costi di agenti/intermediari/soggetti collegati;
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  • ricavi operativi rettificati;
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A che punto sono i tre principali club italiani, quindi, sul fronte Fair Play Finanziario partendo dai bilanci della stagione 2022/23 e andando verso l’implementazione totale della norma sul tetto ai costi? Si tratta di stime partendo dal regolamento stilato dalla stessa UEFA. In particolare, tra i costi rilevanti l’UEFA indica come quelle legate ai calciatori sotto contratto e all’allenatore della prima squadra. Per quanto riguarda i costi degli allenatori si tratta di una stima in base alle indiscrezioni giornalistiche, mentre per i compensi dei calciatori della Juventus si tratta di una stima partendo dal dato dei compensi dei tesserati. In particolare, quindi, chi ha costi più alti è la Juventus con circa 407 milioni di costi ritenuti rilevanti dalla UEFA, mentre Inter e Milan si assestano intorno ai 287 milioni e 194 milioni

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Nuovo FPF, la situazione ricavi per Inter, Juventus e Milan

Per quanto riguarda i ricavi cosiddetti rilevanti per l’UEFA, invece, la situazione vede la Juventus con 483 milioni di ricavi rispetto ai 409 dell’Inter e ai 400 milioni del Milan. In particolare, nel conteggio la federcalcio continentale considera i ricavi netti per quanto riguarda ad esempio royalties e vendite dirette del merchandising, così come i ricavi netti da player trading.
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Quale sarebbe quindi la situazione per i tre top club italiani in base ai bilanci 2022/23? Se la regola fosse già stata attiva nella passata stagione, Milan (48%) e Inter (70%) avrebbero rispettato pienamente la norma anche se fosse già implementata al massimo, ovverosia al 70%. Più lunga invece la strada per la Juventus, che prosegue nel lavoro di riduzione dei costi ma che nel 2022/23 vedeva un rapporto pari all’84% tra costi e ricavi rilevanti, destinato anche a crescere nel 2023/24 considerando la mancata partecipazione alle coppe europee. In attesa di vedere se i bianconeri si qualificheranno alle coppe nella stagione in corso, quindi, resta più in salita la strada per la Juventus rispetto alle altre due big, per le quali tuttavia pesa in maniera rilevante sui conti la passata stagione in cui sono arrivate fino in fondo in Champions League.
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