Non è il marchio Milan, ma la città di Milano che interessa. L'immagine che ha all'estero, soprattutto per quanto riguarda certi settori commerciali, è unica. Non so come non si faccia a capire un concetto così semplice.
Esatto. Inoltre Milano, come città, è in grandissima ripresa, non posso mettere il link ma
“Negli ultimi cinque anni Milano è cresciuta il doppio rispetto al resto d'Italia con un aumento del 9,7% del prodotto interno lordo (Pil) contro il +4,6% nazionale. Lo rileva l'Osservatorio Milano 2019, evidenziando che "Milano si è ormai lasciata alle spalle la crisi ed è prima tra i motori d'Europa per reputazione. Il punto di forza è il suo sistema produttivo". Secondo l'Osservatorio, realizzato da Assolombarda e Comune di Milano, "oggi Milano si colloca ben al di sopra dei livelli precrisi" ”
In genere quando Milano gira alla grande lo fa anche il Milan. Non a caso col boom degli anni ‘60 la Milano del calcio andò a comandare in Europa e gli opulenti anni ‘80 segnarono la nostra rinascita.
Questo perché una Milano che gira, economicamente, invoglia per ovvi motivi gli investitori, e una squadra di calcio apre molte porte (basti pensare alle ragioni per le quali ci prese il Nano, di sicuro non legate al fatto che fosse un cuore rossonero. Oppure basti pensare al perché Suning abbia preso l’Inda, qualcuno crede che Zhang da bambino avesse il poster di Rummenigge in camera?).
Non c’è nessuna ragione per la quale l’Inda dovrebbe poter ambire a delle multinazionali e il Milan dovrebbe essere il parente povero e pezzente che si destreggia tra cinesi insolventi e strozzini sionisti.
Se ciò dovesse accadere la causa sarebbe, per dirla alla Nietzsche, “umana troppo umana”. Così umana da essere dotata di nome, cognome e..... pompetta scrotale.