Sta cosa delle generalizzazioni sta uscendo di mano comunque.Per smontare certi discorsi si portano come esempio sempre le eccezioni.
Le generalizzazioni esistono per parlare di un fenomeno comune. Che non siano tutti così è lampante e oggettivo.
E' come dire che non è vero che i cinesi fanno schifo a basket perché esistono alcuni cinesi che giocano nell'nba. Viceversa non è vero che i neri sono migliori a basket perché esistono anche tantissimi giocatori bianchi bravi.
Le generalizzazioni servono per parlare di un fenomeno. In questo caso è più frequente che al sud ci siano manini rispetto al nord, anche se la differenza sta via via scomparendo, in peggio però, non in meglio. Così come è più frequente che nell'nba le stelle vere siano nere e non cinesi.
Abolire le generalizzazioni vuol dire non poter più parlare di nulla. Non potremmo più fare una sola statistica perché ci saranno sempre casi particolari che vanno contro una certa tendenza e dimostreranno sempre il contrario.
no.
le generalizzazioni come figura retorica ci stanno.
le generalizzazioni sul caso singolo (es. il concorso della Gelmini) possono fuorviare.
a me francamente non risulta che nel Meridione ci sia una emergenza scolastica sull'italiano.
l'esempio (generalizzante) che ti ho portato io, sul concorso GDF al Sud, può essere utile in un altro senso (non in quello che usavo in precedenza). la prima prova del concorso GDF è pura grammatica. Al Sud il motivo per cui la soglia di errore era (parlo al passato perchè ora il concorso è su base nazionale) minima era dovuta al mix di grande partecipazione e preparazione di base.
statisticamente dunque, se un grande numero di partecipanti commette meno errori di grammatica (e ti parlo di una base di 88 domande corrette su 90, con 87 eri fuori) vuol dire che le grammatical skills di base al Sud c'erano.
qui invece si parla quasi di scuola da terzo mondo. "alla luce del sole", cito testualmente.
fin quando si dice che un errore come quello del topic in questione possa essere commesso più facilmente da una persona meridionale, posso pure concederlo.
ma, sempre e ribadisco, solo per questioni fonetiche.
la mia ex ragazza in Toscana veniva tacciata di ignoranza dagli alunni perchè nel dettato non differenziava foneticamente le "e" dalle "é", e i ragazzi si giustificavano in famiglia dell'errore adducendo motivazioni fonetiche.
la mia ex diceva che, seppur ammettendo l'errore di dizione, la differenza tra congiunzione e verbo la si comprende dal contesto e non solo dalla fonetica. (in America nelle gare di spelling, quando chiedono la ripetizione chiedono di inserire la parola in un contesto, non di pronunciarla foneticamente distinta).
non giustifico nulla, ci mancherebbe.
ma a volte sembra che facciate confusione tra il piano sintattico e il piano semantico.
come se fosse più importante il piano sintattico. ed è questo il pomo della discordia che spesso vedo tra Nord e Sud.
in linguistica (e basta googlare Chomsky grammaticalità e accettabilità per farsi un'idea) sarebbe vero invece il contrario.
se sapessi scrivere Zebra ma la confondessi con un dromedario, sarei più ingnorante di chi scrive Zebbra, ma la indica perfettamente.
tutto qui, non vado oltre.