Ascolta non mi hai raccontato la mafiata della lattina nel 72 ahaha
C’era la grande Inda in svantaggio a Gladbach, agli ottavi di finale. Sul risultato di 2-1 per i tedeschi una lattina colpì Boninsegna dagli spalti, a quel punto i piangina nerazzurri assediarono l’arbitro chiedendo la sospensione dell’incontro. Questo non accadde, anzi, la partita continuò e il Gladbach continuò a segnare goal su goal, fino a che le squadre non andarono negli spogliatoi sul risultato di 5-1. Nel secondo tempo i crucchi ne misero altri due, per un finale di 7-1.
Dopo la partita erano convinti di poter ottenere la vittoria a tavolino per 3-0 dalla UEFA, sennonché scoprirono che i regolamenti dell'UEFA non contemplavano in alcun modo il principio della responsabilità oggettiva, secondo cui una società deve rispondere del comportamento dei suoi tifosi. Qui entrò in gioco Peppino Prisco, avvocato e vicepresidente dell'Inter, che si erse chiedendo chiedendo a gran voce la vittoria a tavolino.
Alla fine Prisco pretese che il caso fosse discusso alla Commissione Disciplinare dell'UEFA, che si riunì dopo alcuni giorni a Ginevra. Dopo un'estenuante battaglia legale che si protrasse fino a notte fonda, Prisco riuscì ad ottenere l'annullamento dell'incontro, che si sarebbe rigiocato su campo neutro.
In pratica non solo gli indaisti hanno simulato in campo (numerose le testimonianze sull'evento, la maggior parte delle quali sostiene che la lattina lanciata dagli spalti fosse ormai vuota e accartocciata, che Boninsegna fu colpito in modo leggero e che tutta la sceneggiata venne architettata dai medici e dirigenti dell'Inter per ottenere la vittoria a tavolino; l’arbitro addirittura dichiarò che quella sera non vide nulla ma che gli indaisti, che stavano perdendo, cercarono subito di approfittare della situazione chiedendogli con insistenza la sospensione della partita. Si è detto convinto che la lattina che colpì Boninsegna fosse vuota, come vuota era quella che a fine gara gli consegnò un poliziotto tedesco, e ha ricordato che a suo parere le condizioni di Boninsegna non erano tali da impedirgli di proseguire la gara. L’arbitro ha aggiunto inoltre che rimase assolutamente sorpreso della decisione della UEFA di ripetere l'incontro perché sia lui che il delegato UEFA di quell'incontro erano d'accordo nel giudicare quell'evento come assolutamente ininfluente sul risultato finale e riportarono questa testimonianza alla Commissione Disciplinare dell'UEFA),
ma costrinsero la UEFA a prendere una decisione mai presa prima e non prevista dei regolamenti esistenti grazie ai forti appoggi politici all'interno della commissione disciplinare (sfruttando l’onda lunga delle mafiate del Mo-ratto negli anni ‘60 -che pure nel ‘72 non era più presidente indaista- tra doping e Rolex agli arbitri non si fecero mancare nulla, mia firma docet).
Dopodiché arrivarono fino in finale dove vennero asfaltati dall’Ajax.
Questa è l’Inda, ragazzo mio. Ricordiamocelo sempre, quando gli onesti tentano di darci a bere la menzogna della loro onestà, quando invece ogni volta che hanno avuto il potere si sono dimostrati più putridi dei gobbi.
E sinceramente più che il ‘72 a me interessa quanto fatto dopo, ossia, in 49 anni:
1. Meno vittorie in Champions di Porto e Nottingham Forrest.
2. Stesse vittorie ma meno finali giocate (1 vs 2), quindi meno continuità ad alti livelli, di: Amburgo, Borussia Dortmund, Steaua Bucarest, Olympique Marsiglia.
E 49 anni a questo livello dicono chiaramente quale sia la dimensione vera della seconda squadra di Milano, al netto delle mafiate anni ‘60 (cosa che hanno replicato poi con Calciopoli, dove sono riusciti non si sa come ad occultare le loro intercettazioni, altrimenti addio Ibra e Vieira e addio ciclo d’oro, per non parlare della CL del 2010, la più fake della storia con arbitraggi da ufficio inchieste sia in semifinali che agli ottavi, per non parlare di quanto successo con la Dynamo Kiev ai gironi).