Inter - Parma: 31 ottobre 2020 ore 18. Tv e Streaming.

A.C Milan 1899

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E' vero. Non a caso negli ultimi 30 anni hanno avuto solo un ciclo, nato sulle macerie di calciopoli. Altra lezione: chi è gobbo nel sangue non può allenare/giocare e vincere altrove in Italia.

Il primo anno Conte era sulla falsariga di quella mentalità "noi contro il mondo" di cui l'Inter ha estremo bisogno, ha rovinato tutto lui coi suoi patemi e con il proseguimento forzato perché lui non voleva mollare senza buonuscita e Suning manco morto voleva concedergliela (anche perché non ti porti l'avvocato che cura proprio i tuoi contratti per parlare di progetto e di continuità, te lo porti se vuoi squagliartela col malloppo), e infatti adesso lo vedono tutti, interisti e non, più moscio, meno combattivo, rassegnato ai giocatori che ha. E questo si riflette anche sulla squadra, infatti a più riprese i giocatori quando uno sbaglia si mandano a quel paese anziché comprendere e incoraggiarsi. Se col Real pareggiano o vincono possono rialzarsi, ma se perdessero male potrebbe aprirsi il vaso di Pandora. La qualificazione alla fase successiva (che per me non avverrà) della CL è il nodo cruciale di questa stagione, andare di nuovo in EL sarebbe la mazzata.
 
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Il primo anno Conte era sulla falsariga di quella mentalità "noi contro il mondo" di cui l'Inter ha estremo bisogno, ha rovinato tutto lui coi suoi patemi e con il proseguimento forzato perché lui non voleva mollare senza buonuscita e Suning manco morto voleva concedergliela (anche perché non ti porti l'avvocato che cura proprio i tuoi contratti per parlare di progetto e di continuità, te lo porti se vuoi squagliartela col malloppo), e infatti adesso lo vedono tutti, interisti e non, più moscio, meno combattivo, rassegnato ai giocatori che ha. E questo si riflette anche sulla squadra, infatti a più riprese i giocatori quando uno sbaglia si mandano a quel paese anziché comprendere e incoraggiarsi. Se col Real pareggiano o vincono possono rialzarsi, ma se perdessero male potrebbe aprirsi il vaso di Pandora. La qualificazione alla fase successiva (che per me non avverrà) della CL è il nodo cruciale di questa stagione, andare di nuovo in EL sarebbe la mazzata.

Io non sono d'accordo, per me la CL dovrebbe essere secondaria per loro soprattutto quest'anno, se vogliono vincere il campionato, con i più grandi rivali della juventus in "crisi". Uscire ai gironi o agli ottavi non gli cambia la vita, non hanno comunque la squadra per andare troppo avanti. Vincere il campionato significherebbe, oltre al primato in Italia, essere in PRIMA FASCIA nella prossima CL e avrebbero tutta un'altra visibilità e maggiori possibilità di rinforzarsi anche in chiave mercato.
 

A.C Milan 1899

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E' vero. Non a caso negli ultimi 30 anni hanno avuto solo un ciclo, nato sulle macerie di calciopoli.

Più in generale, due cicli in 112 anni di storia: uno di sette anni negli anni ‘60 e uno di 4 anni negli anni 2000. 11 anni in 112 anni di storia del club.

Tolti quelli rimangono una decina di scudetti sparpagliati qui e lì, tipo l’Everton.

Il Milan di cicli ne ha ben di più:

1. Il ciclo del GRE-NO-LI che portò ben 4 scudetti negli anni ‘50 + due coppe latine (l’antesignana della Champions) e una finale di coppa campioni (gli unici a portare ai supplementari il Grande Real).

2. Il ciclo del Paròn, Nereo il grande, l’antagonista dell’Inter di Herrera (l’unica grande Inter a livello internazionale, vinse infatti oltre a tre scudetti, ben due champions + una finale persa e 2 intercontinentali vinte, nel ciclo di Herrera. L’Inter di Mou invece in Europa fece ridere sia prima che dopo il Triplete, fu un exploit), Milan capace di vincere due scudetti, due coppe campioni, 1 coppa delle coppe, una intercontinentale.

3. Il ciclo di Sacchi/Capello: 5 scudetti, 3 coppe campioni/champions, 2 intercontinentali (tralascio i trofei secondari).

4. Il ciclo di Ancelotti: 1 scudetto, 2 Champions, 1 mondiale per club.

Gli è andata bene che il goal di Bojan a Barcellona è stato ingiustamente annullato (forse per compensare l’ingiusta espulsione di Thiago Motta), altrimenti non sarebbero campioni d’Europa dal ‘65.

Però si considerano la prima squadra di Milano e hanno da sempre verso di noi la stessa spocchia che il Real ha verso l’Atletico. :rotolo:
 

hiei87

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Più in generale, due cicli in 112 anni di storia: uno di sette anni negli anni ‘60 e uno di 4 anni negli anni 2000. 11 anni in 112 anni di storia del club.

Tolti quelli rimangono una decina di scudetti sparpagliati qui e lì, tipo l’Everton.

Il Milan di cicli ne ha ben di più:

1. Il ciclo del GRE-NO-LI che portò ben 4 scudetti negli anni ‘50 + due coppe latine (l’antesignana della Champions) e una finale di coppa campioni (gli unici a portare ai supplementari il Grande Real).

2. Il ciclo del Paròn, Nereo il grande, l’antagonista dell’Inter di Herrera, Milan capace di vincere due scudetti, due coppe campioni, 1 coppa delle coppe, una intercontinentale.

3. Il ciclo di Sacchi/Capello: 5 scudetti, 3 coppe campioni/champions, 2 intercontinentali (tralascio i trofei secondari).

4. Il ciclo di Ancelotti: 1 scudetto, 2 Champions, 1 mondiale per club.

Gli è andata bene che il goal di Bojan a Barcellona è stato ingiustamente annullato altrimenti non sarebbero campioni d’Europa dal ‘65.

Però si considerano la prima squadra di Milano e hanno da sempre verso di noi la stessa spocchia che il Real ha verso l’Atletico. :rotolo:

E' così, ma infatti all'estero questa percezione mi pare sia piuttosto chiara. Per la generazione degli anni '80-'90 penso debbano buona parte della loro fama all'avere avuto Ronaldo il fenomeno all'apice, ed è una delle poche cose che gli invidio. Per il resto, anche quel triplete non è considerato più di tanto, visto come giocavano. [MENTION=4156]Kayl[/MENTION] oltre a questo, hanno fatto un mercato incensato dai più, ma a mio avviso senza senso. A parte Hakimi, hanno preso gente bollita o mediocre.
 

A.C Milan 1899

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E' così, ma infatti all'estero questa percezione mi pare sia piuttosto chiara. Per la generazione degli anni '80-'90 penso debbano buona parte della loro fama all'avere avuto Ronaldo il fenomeno all'apice, ed è una delle poche cose che gli invidio. Per il resto, anche quel triplete non è considerato più di tanto, visto come giocavano.

Ma loro vivono in un mondo tutto loro. Uno ieri ha paragonato quella vergogna mondiale (impunita, come da tradizione per gli onesti) della vergogna della lattina con quanto successo a Dida nell’euroderby del 2005. Cioè, per loro, per alcuni di loro, la sceneggiata ignobile di Boninsegna e l’ancora più ignobile sciacallaggio operato da Peppino Prisco su quell’episodio, sfruttando la lacunosa legislazione UEFA dell’epoca, per ottenere la ripetizione di un match perso 7-1, è da paragonare al lancio di petardi su Dida in un euroderby che stavano perdendo 0-1 dopo aver perso l’andata 2-0 (avrebbero dovuto farci 4 goals per passare, solo che mancavano 30 minuti e in difesa c’erano Stam, Nesta, Cafu e Maldini, e quel Milan era un dream team), lancio di petardi che ha portato alla sacrosanta sospensione e sconfitta per 3-0.

Quell’episodio dei petardi fu descritto così dal New York Times

“As it became clear to the Inter Milan fans that another season would end without a trophy, 15 years of frustration flowed down in flames from the upper deck of the San Siro stadium.”

Come il gesto folle di un gruppo di frustrati abituati a perdere, male, da tre lustri. E per carità, se alcuni scudetti gli erano stati rubati (‘98 e 2002), per le figuracce in Europa che giustificazioni avevano? Però alcuni di loro hanno pure il coraggio di parlare di quell’episodio come per dire che Dida si sarebbe comportato scorrettamente.

Poco da dire, molti di loro (non tutti, semper distinguit, dicevano i tomisti) vivono in un mondo tutto loro. Del resto la realtà per come è, è particolarmente difficile da accettare, se si è interisti.

La realtà per un interista è più dura dell’impatto con l’asfalto dopo un volo dal decimo piano. Da lì sorge la necessità di alterarla, edulcorarla, abbellirla, proprio per tentare di mitigare l’impatto con essa. Sennonché, poi, l’impatto arriva sempre, ineluttabile. Perché come la forza di gravità non cessa di esistere solo perché tu decidi di buttarti dal nono piano pretendendo di librarti in aria, così la realtà non si fa da parte perché tu glielo chiedi, ma alla fine si impone sempre.
 

Molenko

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Per perdere punti con questo Parma bisogna davvero davvero ma davvero impegnarsi, eh. Nel primo tempo, che ho potuto guardare per intero, non hanno superato la metà campo e hanno regalato almeno almeno 7-8 palloni all'Inter quando provavano, senza successo, a impostare dal basso, nonostante ciò l'Inter ha prodotto una sola occasione, al secondo minuto con Perisic. La squadra di Conte è lo zero più assoluto, mancano proprio i collegamenti tra i reparti in entrambe le fasi.
 

Davidoff

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Ma loro vivono in un mondo tutto loro. Uno ieri ha paragonato quella vergogna mondiale (impunita, come da tradizione per gli onesti) della vergogna della lattina con quanto successo a Dida nell’euroderby del 2005. Cioè, per loro, per alcuni di loro, la sceneggiata ignobile di Boninsegna e l’ancora più ignobile sciacallaggio operato da Peppino Prisco su quell’episodio, sfruttando la lacunosa legislazione UEFA dell’epoca, per ottenere la ripetizione di un match perso 7-1, è da paragonare al lancio di petardi su Dida in un euroderby che stavano perdendo 0-1 dopo aver perso l’andata 2-0 (avrebbero dovuto farci 4 goals per passare, solo che mancavano 30 minuti e in difesa c’erano Stam, Nesta, Cafu e Maldini, e quel Milan era un dream team), lancio di petardi che ha portato alla sacrosanta sospensione e sconfitta per 3-0.

Quell’episodio dei petardi fu descritto così dal New York Times

“As it became clear to the Inter Milan fans that another season would end without a trophy, 15 years of frustration flowed down in flames from the upper deck of the San Siro stadium.”

Come il gesto folle di un gruppo di frustrati abituati a perdere, male, da tre lustri. E per carità, se alcuni scudetti gli erano stati rubati (‘98 e 2002), per le figuracce in Europa che giustificazioni avevano? Però alcuni di loro hanno pure il coraggio di parlare di quell’episodio come per dire che Dida si sarebbe comportato scorrettamente.

Poco da dire, molti di loro (non tutti, semper distinguit, dicevano i tomisti) vivono in un mondo tutto loro. Del resto la realtà per come è, è particolarmente difficile da accettare, se si è interisti.

La realtà per un interista è più dura dell’impatto con l’asfalto dopo un volo dal decimo piano. Da lì sorge la necessità di alterarla, edulcorarla, abbellirla, proprio per tentare di mitigare l’impatto con essa. Sennonché, poi, l’impatto arriva sempre, ineluttabile. Perché come la forza di gravità non cessa di esistere solo perché tu decidi di buttarti dal nono piano pretendendo di librarti in aria, così la realtà non si fa da parte perché tu glielo chiedi, ma alla fine si impone sempre.

Ma sono scollegati dalla realtà, basta leggere un pò dei loro commenti sui forum per capirlo. Si credono chissà chi quando a livello internazionale, nonostante il loro nome, non li calcola nessuno.

Il meglio però lo tirano fuori quando hanno l'ardire di definirsi "società onesta e con valori", con le intercettazioni di Facchetti che parlava coi designatori opportunamente nascoste, lo scudetto di cartone e il ciclo Herrera condito da caffè corretti e Rolex agli arbitri. L'unica cosa che gli riconosco è l'aver sempre sostenuto che i ladri rubavano, ma visto che accusano di farlo qualunque squadra che vinca al posto loro sono in pratica come l'orologio rotto che segna l'ora esatta due volte al giorno.
 

gabri65

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Ma lasciate perdere l'Inda.

Anche il solo parlarne abbrutisce e dequalifica, sono semplicemente inferiori ed indegni. Io infatti non ne parlo quasi mai.

Sentire Milanisti che parlano dell'Inda è equivalente a vedere Charlize Theron uscire con Giggino il bibitaro.

Un club insulso che ha conosciuto un solo periodo di grandezza grazie alla concomitanza di eventi fortunati, più la fiammata del triplete, raggiunto solo dopo che quel demente di Morazzi ci ha buttato dentro il 350% del PIL nazionale. Una squadra che gioca solo di nervi, indecifrabile, ingestibile e lunatica. Femminile, per dirla in una parola (con tutto il rispetto per le donne).

Gonde è l'allenatore perfetto per una squadra così.

Ma lasciateli alle loro frustrazioni eterne da alienati, sfigati e perdenti, e pensiamo noi a far tornare Milano grande, che se fosse per quelli sarebbe una città da terzomondo calcistico al pari di Roma.
 
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