Amico mio, potrei accettare simili discorsi da un quindicenne ma da chi ha visto issarci sul tetto del mondo più e più volte non lo condivido. Qua c' è stata davvero una mutazione genetica altrimenti non si spiega accettare tutta la melma e anche i vari progetti di ulteriore ridimensionamento con radicata convinzione.
Purtroppo è come ti dicevo: ci si abitua a tutto. A stare bene come a stare male, a essere vincenti come ad essere perdenti. Non credere, altri 10 anni così e mi abituerò pure io. È solo questione di tempo.
Rabbrividii quando vidi i festeggiamenti a San Siro per una pidocchiosa Europa League conquistata da Montella, erano i primi segni della mutazione genetica di cui parli, indotta dall’abitudine a perdere.
Solo sette anni prima, nel 2010, contestavamo duramente la proprietà dopo un terzo posto con scudetto conteso fino a metà Marzo all’Inter del Triplete, dopodichè la dirigenza ebbe un ultimo sussulto d’orgoglio e prese Ibra e Robinho. E fu scudetto. Poi distruzione totale e infamia e sconfitte, anni e anni di pesci in faccia dai rivali storici.
Cose che ti segnano. Io ho mantenuto il vecchio spirito ma non so per quanto.
Mi sembra quasi che il mio Milan voglia dirmi questo : "Io sono vecchio. So che non lo sembro, ma comincio a sentirlo nel cuore. Mi sento... sottile, quasi stiracchiato, come del burro spalmato su troppo pane. Ci vuole una vacanza, una lunghissima vacanza. E credo proprio che non tornerò."
Forse è questa la verità. Un povero e vecchio Diavolo che ormai non fa più paura a nessuno, che al massimo fa ridere, più somigliante a Geppo che a Lucifero. Forse prima o poi la accetterò. Accetterò che abbiamo fatto il nostro tempo, anche io che tifo "coscientemente" dal ’73.
Ma c’è ancora la fiammella, per il momento.