Il fatto che l'uomo non sappia dare ancora una spiegazione a tutte le reazioni psico-fisiche del proprio corpo consente interpretazioni inconfutabili e allo stesso tempo non confermabili di molti fenomeni a prescindere che essi abbiano origine dalla fantasia o realmente accaduti. Nei testi "sacri" c'è una meravigliosa moltitudine di metafore scritte e predicate da uomini sicuramente molto saggi per istruire i propri simili su come interpretare ed affrontare in modo sereno ed umano le varie situazioni e fasi che ciascuno di noi può incontrare nella propria vita.
Tutto ciò che l'uomo ha poi costruito per rafforzare o imporre una particolare interpretazione di queste metafore dentro a confini netti e limitati ha fatto sì che dall'ispirazione si passasse alla costrizione del pensiero che in modo naturale è evoluto in derive spesso violente che oggi chiamiamo religioni.
1 Cor 15,3-11 è tutto meno che una metafora.
“ A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture a che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.”
È un evento a cui gli apostoli dicono di aver assistito, dopodiché si può benissimo pensare che abbiano scelto di schiattare nei modi più orrendi per una colossale falsità (la più grande della storia, se tale fosse, visto quante persone hanno vissuto le loro vite e anche dato le loro vite per essa) che sapevano benissimo essere tale, nessuno lo vieta.
Per me è un atto di Fede troppo grosso, però, credere che delle persone accettino di fare una finaccia per una menzogna che sanno essere tale.
E teniamo presente che la prima lettera ai Corinzi che ho citato è considerata da attribuire a Paolo di Tarso dalla totalità degli storici, e in particolare il passo da me citato risale a pochissimi anni dopo la morte del Cristo.
Infatti è per questo che, pur non essendo la Resurrezione storicamente provabile, gli storici moderni ritengono perlomeno che gli apostoli credessero fermamente di aver visto il Cristo risorto, sebbene l’indagine storica non permetta di appurare se la loro convinzione fosse basata su un fatto reale o su “altro”. Visto che, come dicevo, credere che siano morti per una menzogna che sapevano essere tale è ancora meno credibile della Resurrezione e storicamente non regge, visto anche il cambiamento repentino del loro atteggiamento nel periodo post-Pasquale (fuggirono tutti tranne Giovanni al momento dell’arresto di Cristo per poi farsi martirizzare).
Se, poi, si siano convinti di ciò perché:
1. Dopo aver trafugato il cadavere, si sono fatti un mega big party a base di oppio i cui fumi hanno contagiato persino Paolo di Tarso, persecutore della Chiesa primitiva, convincendolo a sacrificare la sua vita insieme ai discepoli che prima perseguitava per testimoniare la Resurrezione, ed inducendo in questi una particolare forma di amnesia dissociativa che li ha portati a dimenticare di aver trafugato il cadavere, tutto questo ovviamente prima di indurre in loro le allucinazioni ultrarealistiche che li hanno convinti che il loro Maestro fosse risorto.
2. Oppure perché, banalmente, è risorto davvero.
Come dicevo, tutto ciò lo decida ciascuno in totale autonomia di pensiero.
Il cristianesimo si basa su eventi storici, infatti è nato prima del Vangelo
Purtroppo siamo imbottiti di idealismo (mi riferisco alla corrente filosofica, non al significato comune attribuito al termine idealismo), anche se la stragrande maggioranza delle persone non l’ha studiato e non saprebbe descriverlo di fatto ciò che informa il loro pensiero sono quei venefici concetti, adattati per le masse.
Quando quei postulati fanno breccia, anche indirettamente, rendono molto molto difficile accettare il Vangelo.
Del resto Chesterton aveva previsto quanto l’idealismo avrebbe fatto breccia nelle masse quando scriveva che “ La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo.
È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.“
Se oggi dobbiamo “combattere per i prodigi visibili come se fossero invisibili” lo dobbiamo proprio alla penetrazione della Weltanschauung idealista nelle masse e nel pensiero comune, senza che dette masse se ne siano rese conto.
The powers that be sapevano perfettamente che il modo per far sì che il seme cadesse su terra arida (vedere la parabola del seminatore) era rendere le masse prima permeabili, e successivamente permeate, da certi concetti.
Da questo punto di vista hanno fatto un ottimo lavoro.