[MENTION=4357]sunburn[/MENTION]
Come ho già scritto, questo ragionamento dovremmo applicarlo a chiunque sia stato perseguitato usando il pretesto religioso. Volendo fare un esempio, Giordano Bruno si fece ardere vivo per non rinnegare tesi che avevano un fondamento concreto di gran lunga inferiore rispetto al vedere qualcosa in quanto non direttamente percepibile con i sensi.
Appunto amico mio!

Guarda che è proprio questo il punto, gli apostoli hanno accettato di schiattare nei modi più orribili per cose che, se non fossero accadute, lo avrebbero saputo.
È una differenza molto più che sostanziale: un’idea, una filosofia, o anche semplicemente fidarsi di ciò che
altri hanno visto e rimanere fedeli a ciò usque ad mortem, è completamente diverso dal sacrificarsi per ciò che
tu hai visto e che, se fosse falso, lo sapresti (a meno da non scomodare le ipotesi naturalistiche già fatte per conciliare la loro convinzione di aver visto il loro Maestro Risorto con una non sussistenza del fatto testimoniato, ipotesi che per quanto non impossibili, per essere credute richiedono un atto di Fede non da poco pure quelle

).
Ora ti rispondo anche sulla prima parte, dammi un attimo.
Penso che i criteri che citi non siano dirimenti relativamente all'episodio della sepoltura.
Il criterio dell'imbarazzo mi sembra di dubbia utilità perché l'episodio della sepoltura, al contrario del rinnegamento di Gesù da parte di Pietro che poi divenne fondatore della Chiesa(qualcuno dubita persino del rinnegamento), non mette, per l'appunto, in "imbarazzo" ma costituisce l'elemento chiave sul quale poi si fonda tutta la narrazione successiva. Peraltro, l'essere sepolto da solo e non in una fossa comune, è un elemento che dà lustro alla figura di Gesù.
Si, giusto, ma il criterio dell’imbarazzo qui riguarda tanti aspetti.
Esempio: la testimonianza delle donne. Donne che, all’epoca, godevano di uno status e di una credibilità molto inferiore a quello maschile. Cito W.L Craig : “Diverse ragioni hanno portato la maggior parte degli studiosi ad affermare la storicità del ritrovamento del sepolcro vuoto :a) Il racconto del sepolcro vuoto fa parte del materiale più antico utilizzato da Marco. b) L’antica tradizione citata da Paolo 1 Corinzi 15,3-5 implica il sepolcro vuoto. c) Il racconto è semplice e non mostra i segni di abbellimento tipici delle leggende. d)
Il fatto che la testimonianza femminile non avesse molto peso nella Palestina del I secolo gioca a favore della storicità di tale informazione. e) L’iniziale accusa, da parte degli ebrei, che i discepoli avevano trafugato il corpo di Gesù presuppone che il corpo, di fatto, non si trovava nel sepolcro“ (W.L. Craig, Intervenciones iniciales, in P. Copan, Un sepulcro vacto. Debate en torno a la resurecciòn de Jesùs, Voz de Papel 2005, p.30).
Solo per fare un esempio.
Il criterio dell’imbarazzo non riguarda l’interezza del fatto narrato, ma alcune componenti (come la testimonianza femminile nel contesto di quel tempo) che portano a pensare che non si sia di fronte ad un redazionale o ad un episodio inventato.
Il criterio dell’imbarazzo ad esempio è una delle ragioni per le quali si ritiene storico l’episodio del rinnegamento di Pietro, perché attribuire al leader della nascente comunità cristiana un simile atto non sarebbe stato produttivo.
A ogni modo, i vari criteri di accertamento della storicità servono solo a dare un giudizio di probabilità.
Questo è poco ma sicuro. La storia è ben lungi dall’essere una scienza dura, ci mancherebbe altro.
Ah, il mio riferimento alle persecuzioni era dovuto al fatto che tu avessi citato Pietro, il quale morì, per l'appunto, nell'ambito delle persecuzioni di Nerone successive al celeberrimo incendio(l'apostolo prediletto morì invece in età avanzata di morte naturale).
La cosa curiosa è che Giovanni (l’apostolo prediletto) fu l’unico a non scappare davanti all’arresto e poi fu l’unico a non andare incontro ad una fine terribile (morì sull’Isola di Patmos).
Per quanto riguarda Pietro, lui morì crocifisso come Cristo (Paolo invece decapitato), ma addirittura chiese di essere crocifisso a testa in giù perché non si riteneva degno di morire come il suo Maestro.